La realizzazione di un impianto fotovoltaico comprende fasi di progettazione, analisi e realizzazione pratica. Ma una volta completato e attivato, quali operazioni devono essere eseguite per mantenere l’efficienza energetica al massimo possibile?
Di norma, un impianto ben costruito non richiede particolare manutenzione ma, in base all’ambiente e al luogo di installazione può essere opportuno verificare periodicamente lo stato dei moduli installati e, successivamente, provvedere alla pulizia ordinaria e preventiva. In materia, i pareri non sono sempre concordanti ma è comunque ragionevole considerare la pulizia dei pannelli come parte di una manutenzione consigliata. Le aziende presenti oggi sul territorio hanno sviluppato numerose tecnologie per la pulizia degli impianti, spesso correlate al tipo e alla posizione degli stessi.
In generale, è possibile affermare che un normale acquazzone non è in grado di effettuare un vero e proprio lavaggio, soprattutto se esistono condizioni ambientali che favoriscono l’accumularsi di sporcizia. Per chi è più scettico, segnaliamo che la pulitura dei pannelli fotovoltaici non deve essere intesa come una panacea che incrementa la produzione di energia, dato che in media, lo strato di sporco accumulato può influire sull’efficienza in modo limitato.
È tuttavia necessario considerare i numerosi fattori che incidono sullo stato dei pannelli esposti 365 giorni all’anno. Oltre alla polvere naturalmente presente nell’aria e le micro particelle derivanti dall’inquinamento, possono depositarsi escrementi dei volatili e le resine degli alberi che si trovano nelle vicinanze, oltre a possibili insediamenti di spore, muffe e muschio. Anche la pioggia, che potrebbe smaltire parte dei residui, porta con sé elementi a base acida presenti in alcuni strati dell’aria, oltre allo smog e alla fuliggine. Quando l’acqua piovana si asciuga si assiste alla formazione di una patina che si inspessisce con il passare del tempo, diventando un’incrostazione permanente.