Il GSE ha recentemente spostato il termine per la certificazione dei pannelli fotovoltaici, per quanto riguarda il riciclo alla fine del periodo utile d’esercizio. L’attuale termine è il 31 marzo 2013 ma, nonostante questo, esiste un disciplinare tecnico già operativo e pubblicato.
La disponibilità di una normativa e il ritardo per la sua applicazione stanno creando incomprensioni e dubbi tra gli utenti, che sospettano di non poter accedere agli incentivi previsti nel caso di realizzazione di un nuovo impianto.
Proprio per questo, il consorzio Remedia, che assieme al Cobat si occupa dello smaltimento dei pannelli, ha scelto di precisare alcuni aspetti. In un recente comunicato, la società dichiara:
“Stiamo ricevendo molte chiamate al call center di Remedia di utenti che chiedono se il loro impianto sia in regola con le disposizioni sul riciclo contenute nelle regole applicative del IV e V conto energia”, spiega Maurizio Maggi, Direttore settore Fotovoltaico del Consorzio.
“La finalità di interesse pubblico perseguita dal GSE attraverso le regole applicative sul riciclo e attraverso il Disciplinare è quella di assicurare il recupero e riciclo del singolo modulo fotovoltaico a fine vita, che deve essere “tracciato” dal momento della immissione sul mercato italiano sino al momento dello smaltimento.”
Di norma il Produttore, se presente in Italia, oppure il soggetto Italiano che per primo immette sul mercato nazionale un modulo prodotto all’estero (lo importa se il produttore è extra UE) deve versare il contributo per il riciclo. In ogni caso, uno qualunque dei soggetti Produttore / Importatore / Installatore / Distributore stabilito in uno degli stati Europei, San Marino e Svizzera, può aderire a Consorzio Remedia al fine di garantire la gestione dello specifico modulo nel momento in cui giungerà a fine vita.
“Dal punto di vista del GSE non è rilevante quale tipologia di soggetto sia iscritto al
consorzio, ma è obbligatorio che qualcuno sia iscritto e che paghi il contributo per il riciclo per ciascun modulo”, precisa Maggi.
Se infatti i moduli installati in un impianto che ha accesso agli incentivi non sono coperti dal contributo per il riciclo, si rischia di non poter più usufruire degli incentivi erogati dal GSE. Per questo motivo, lo stesso Soggetto Responsabile dell’impianto, beneficiario della tariffa incentivante che potenzialmente potrebbe essere revocata da GSE, può aderire al Consorzio e pagare il contributo previsto qualora nessun altro soggetto abbia provveduto ad adempiere a quanto previsto.