“Molte delle nostre case sono energivore – afferma Maurizio Boldrini, responsabile marketing e prevendita di Elco Italia – cioè in grado di rendere disponibile solo il 49% del calore che viene realmente prodotto.
L’energia termica sprecata annualmente per inefficienza delle nostre case è pari a 10 Mtep ed immettiamo nell’ambiente ogni anno, in modo del tutto inutile, visto che non si traduce in benessere, 43 milioni di tonnellate di CO2”. Secondo una ricerca di Elco Italia, il 64% delle abitazioni è dotato di impianti vecchi e di conseguenza inquinanti che sprecano energia ed emettono in atmosfera quantità inutili di gas inquinanti e questo risulta essere sicuramente il momento migliore per proporre la sostituzione di vecchie caldaie.
I dati dell’Osservatorio sull’Efficienza Energetica 2012 confermano questo trend: il 43% delle famiglie si dichiara disponibile a valutare interventi, mentre il 13%, ovvero circa 3,3 milioni di famiglie, dichiara di aver già programmato, nel corso dei prossimi 12 mesi, interventi per rendere più efficienti le proprie abitazioni.
Non solo l’Italia, ma anche il resto d’Europa ha la necessità di affrontare il problema della sostituzione degli impianti obsoleti con n nuove tecnologie alimentate da fonti rinnovabili permetterebbe un risparmio medio del 35% sui consumi: considerando un parco installato in Europa di 180mila impianti per il riscaldamento si potrebbero risparmiare 5.000 kWh.
Tra le soluzioni più adottate spiccano le pompe di calore integrate a pannelli solari, capaci di fruttare un risparmio del 60% rispetto a sistemi tradizionali.
La dispersione termica è un altro fattore indispensabile per la riduzione delle perdite energetiche e anche questo fattore segna standard diversi nei vari paesi europei. L’Italia è uno dei paesi più energivori nell’edilizia abitativa: il fabbisogno complessivo negli edifici italiani è quantificabile mediamente in 300 kwh/m² l’anno (con punte di 500 kwh/m²), impiegato in riscaldamento e ACS ma in buona parte disperso nell’atmosfera. Un enorme spreco, se paragonato ad altre due realtà europee: in Svezia lo standard per l’isolamento termico degli edifici non autorizza perdite di calore superiori a 60 kwh/m² l’anno, mentre in Germania le perdite sono mediamente di 200 kwh/m² l’anno.