Honeywell Environmental Control ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta direttamente su circa mille soggetti, in materia di riscaldamento domestico e abitudini d’uso. La platea intervistata comprende privati e installatori del settore, sia residenti in abitazioni indipendenti, sia in condominio.
L’ottica dello studio è quella di verificare le modalità d’uso e installazione degli impianti di riscaldamento e la consapevolezza che il comportamento personale può influire sull’efficienza e sui consumi generali.
I risultati hanno confermato la presenza di un cronotermostato con regolazione della temperatura su base oraria nel 55,7% dei casi. Solo il 18% sfrutta teste termostatiche per i caloriferi e il 14% dispone di un impianto suddiviso in zone.
La possibile inversione di tendenza, nel modo di pensare, progettare e installare gli impianti, arriva da quel 50% circa di installatori termoidraulici che propone ai clienti sistemi di regolazione a zone, diversamente dagli impianti con piattaforma più obsoleta.
Per quanto riguarda la regolazione della temperatura, la ricerca evidenzia gli elementi che influenzano la scelta di un particolare sistema di riscaldamento rispetto a un altro. Per gli utenti, il risparmio sui costi e il comfort ottenuto rappresentano i parametri più importanti nella gestione della temperatura.
Secondo gli installatori, invece, la possibilità di gestire la temperatura stanza per stanza costituisce la caratteristica più importante da valutare in un nuovo sistema di regolazione più efficiente.
Tra le soluzioni disponibili sul mercato, Honeywell propone, per questo segmento, i pacchetti Evohome, che permettono il funzionamento intelligente di un impianto attraverso il controllo di un massimo di otto zone. Si tratta di sistemi compatibili con tutti gli impianti di riscaldamento (a pavimento, a radiatore, con qualsiasi tipo di caldaia o pompa di calore) e consentono di risparmiare sino al 30% sui consumi.
Secondo il produttore, se adeguatamente utilizzate, soluzioni come questa potrebbero rallentare l’aumento della spesa energetica globale del 9% entro il 2030, riducendo la crescita prevista e il consumo di combustibili fossili per un quantitativo equivalente di 200 milioni di tonnellate di CO2.
In questo senso, il mercato italiano risulta particolarmente indicato per l’applicazione di simili piattaforme, data la presenza di 25 milioni di case (fonte EUROCONSTRUCT, Dicembre 2012) e i circa 19 milioni di caldaie installate (fonte Cresme 2010).