Lo scorso 15 giugno si è svolto il Global Wind Day, la giornata del vento promossa dall’associazione europea dell’energia eolica (Ewea) e dal Global Wind Energy Council (Gwec).
Secondo una previsione di Legambiente, l’eolico potrebbe arrivare a garantire il 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi, anche se nel nostro Paese, come denunciato dall’associazione stessa, la situazione dell’eolico è complessa: “Tutti e gli 11 progetti di impianti off shore presentati sulle coste italiane sono bloccati da un incredibile caos normativo. Si tratta di un’incertezza che sta generando conflitti tra Governo e Regioni, proteste dei Comuni, allarmi per rischi che potrebbero essere scongiurati semplicemente fissando regole simili a quelle già adottate da altri Paesi, ossia che escludono le aree incompatibili e fissano criteri per la selezione delle proposte. Infatti in mare non sono vigenti neanche le linee guida introdotte nel 2010 per gli impianti a terra. Ma anche per i parchi eolici e gli impianti di piccola taglia a terra la situazione delle autorizzazioni è di grande incertezza. Con gli ultimi decreti del ministro Passera, poi, sono stati introdotti limiti annui alle installazioni e barriere burocratiche, mentre nulla è stato fatto per fermare quella vera e propria tassa sulle rinnovabili che è l’incertezza normativa che caratterizza l’iter dei progetti. Ed è proprio dentro queste maglie che sono avvenuti in alcune Regioni fenomeni di infiltrazione mafiosa come ricatto e pizzo nei confronti degli imprenditori rispetto all’ok agli impianti. Senza dimenticare come in Regioni come la Sardegna, la Sicilia, l’Emilia Romagna, le Marche nuovi impianti eolici sono bloccati tra moratorie di fatto, tempi biblici per le risposte da parte degli uffici, veti delle Soprintendenze. Legambiente denuncia come lo sviluppo dell’eolico per i prossimi anni sia, di fatto, messo a rischio dalla pressione delle lobby delle fonti fossili”.
Dal canto suo, il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, ha così dichiarato: “Un Paese come l’Italia ha tutto da guadagnare nel puntare sull’eolico, grazie a questa fonte rinnovabile possiamo ridurre le importazioni di carbone e petrolio che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia. Oggi che le rinnovabili garantiscono il 30% dell’energia elettrica consumata in Italia non dobbiamo fermarci ma, al contrario, spingere nella direzione di un modello energetico moderno, incentrato su efficienza energetica e rinnovabili che è l’unica possibilità che abbiamo di ridurre dipendenza dall’estero per le fonti fossili, bolletta energetica e emissioni climalteranti. La crescita degli impianti eolici nel territorio italiano è la migliore garanzia per un futuro energetico realmente sicuro e pulito. Per continuare nella crescita delle installazioni si deve intervenire con politiche attente ai territori, come la sostituzione e il repowering degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi progetti di piccola e grande taglia integrati nel paesaggio e poi attraverso impianti off-shore, che nel nostro Paese sono ancora fermi per colpa di procedure che non danno alcuna certezza agli investimenti”.