La nota multinazionale Ikea ha recentemente fatto sapere che intende diventare energeticamente indipendente entro il 2020. Il processo è in atto già da diversi anni e, ad oggi, oltre 500mila pannelli solari sono stati installati sugli store e i magazzi del colosso svedese.
A questi si aggiungono i 16 parchi solari realizzati in Paesi come Irlanda, Polonia e Svezia, che coprono per il 33% circa il fabbisogno energetico dell’intera rete Ikea. Particolarmente attivi i negozi dislocati sul territorio USA, dove circa l’85% degli edifici è munito di un impianto fotovoltaico.
La prospettiva, entro il 2015, è quella di raggiungere il 70% di energia autoprodotta, grazie a un investimento di oltre 1,5 miliardi di Euro. Scegliendo di rendersi autonoma, la società punta a un risparmio sul lungo periodo e intende beneficiare della riduzione dei costi per il mantenimento dei punti vendita, massimizzando gli introiti.
Secondo l’azienda: “Nel tempo, il solare ridurrà il costo di esercizio di uno store, il che dovrebbe portare a una riduzione dei costi dei prodotti. L’installazione di illuminazione LED ha dato come risultato un risparmio da 80.000 a 100.000 euro per store in un anno. Si tratta del controllo dell’energia e delle materie prime, che dovrebbe portare a una riduzione dei prezzi nel corso del tempo. La strategia aziendale ci costringe a guardare avanti, al futuro, il che consente all’Ikea di investire in tipi di energia rinnovabile o in misure di efficienza energetica, il cui lungo periodo di ritorno potrebbe mettere fuori gioco altre companies. Venendo dalla Svezia ha sviluppato la mentalità di spendere e investire solo quello che guadagna ed anche la pianificazione a lungo termine. Abbiamo una visione più a lungo termine rispetto alla maggior parte del business e faremo le cose che hanno ritorni dopo sette, otto o nove anni. Per un sacco di produttori, nulla va oltre più di tre anni e la gente è riluttante a fare lo stesso tipo di investimenti”.