L’AEEG, con la delibera 618/2013/R/EFR, pubblicata lo scorso 19 dicembre, fissa i nuovi prezzi minimi garantiti per impianti rinnovabili con potenza sino a 1 MW.
Gli effetti di tale decisione sono operativi dal primo gennaio 2014 e, secondo le associazioni, provocheranno una netta riduzione degli introiti degli operatori del settore.
È di questo parere assoRinnovabili, che prevede un futuro particolarmente difficile, con una riduzione dei ricavi che potrà arrivare sino al 40% e circa 60mila impianti in gravi difficoltà economiche e gestionali.
Una simile soluzione, studiata per alleggerire la pressione fiscale per le famiglie non otterrebbe, invece, i risultati sperati, riducendo la bolletta di appena lo 0,17%.
Secondo assoRinnovabili il Governo e l’Autorità per l’Energia devono intervenire tempestivamente per modificare quanto espresso e per rivalutare le misure operative in atto.
Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili, dichiara: “Invece di trovare soluzioni per ridurre la spesa pubblica, il Governo colpisce i pionieri della generazione distribuita. Proprio ora che si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa dell’economia, si mette in crisi il settore che con 130mila occupati ha avuto un ruolo anticiclico estremamente significativo negli ultimi anni”.
Secondo G.B. Zorzoli, portavoce del Coordinamento Free: “Il Governo dice di ridurre il costo delle bollette, ma di fatto mette il cappio alle imprese che hanno investito nelle rinnovabili. Di fatto le aziende del settore sono di fronte ad un ricatto: se vogliono innovare gli impianti nel tempo devono per forza aderire al piano di allungamento degli incentivi nel tempo”.