Per aiutare i consumatori a individuare i prodotti più idonei alle specifiche esigenze, le norme prevedono che l’imballaggio delle lampadine riporti alcune informazioni , come per esempio la vita utile in ore, la temperatura colore o anche se la luce della lampadina può essere modulato oppure no.
Non sempre però le etichette riportano tutti i dati utili, o meglio, occorre cercarli. Per esempio, l’imballaggio può riportare un generico “cool light” senza specifica re la temperatura colore in gradi Kelvin, ma magari questa indicazione la si può trovare stampigliata direttamente sulla base della lampadine CFL.
Per avere un’idea generale di quale tipo di lampadina può servire per sostituire quelle vecchie a incandescenza, sul sito della Commissione Europea si può accedere a un semplice configuratore (in italiano) in grado di fornire molte risposte utili.
I vantaggi in termini economici ottenibili dall’impiego di lampadine a basso consumo sono interessanti, anche se ovviamente non bisogna aspettarsi miracoli, dato che i consumi maggiori di energia elettrica in una casa sono legati a elettrodomestici come lavatrici, scaldabagni, climatizzatori, o anche asciugacapelli o ferri da stiro.
Sebbene i dati dipendano ovviamente da numerosi aspetti, come per esempio il tipo di abitazione oppure il numero di lampadine utilizzato, alcuni calcoli a livello europeo (non proprio recentissimi) indicano il circa il 15% il risparmio sulla bolletta legato all’impiego di lampadine a basso consumo.
Un altro elemento di risparmio deriva dalla maggiore vita utile delle lampadine CFL e LED, e questo fattore va preso in considerazione in fase di scelta in quanto contribuisce ad abbassare i costi.