Le prestazioni di calcolo sono solitamente quantificate utilizzando parametri standard come i FLOPS, i MIPS e altri popolari benchmark. Misurare le performance secondo i termini dell’equazione dell’efficienza energetica può essere più difficoltoso a causa dei continui cambiamenti poiché il sistema gestisce diversi carichi di lavoro.
Le prestazioni-per-watt misurano la potenza di calcolo messa a disposizione da un dispositivo per ogni watt di energia consumata.
Come illustrato in precedenza, la gestione avanzata dei consumi fa si che l’efficienza energetica sia maggiormente influenzata dal consumo di watt durante le modalità low-power, rispetto alla quantità di energia richiesta nelle fasi di picco. Questa unità di misura è ora comunemente utilizzata per quantificare l’efficienza di piattaforme dai più disparati utilizzi, come smartphone, tablet, laptop e dispositivi embedded.
La vera sfida sta sia nel cambiamento della mentalità che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni dell’informatica, e che vuole come principale metro di valutazione la performance pura, sia nella progettazione di nuove generazioni di dispositivi in grado di offrire la massima efficienza nel rapporto performance-per-watt. E a ciò si collega un’altra sfida, ovvero, identificare i benchmark di valutazione più adatti a quantificare l’energia utilizzata negli odierni scenari di utilizzo dei dispositivi mobile.
Elevate prestazioni associate a elevati consumi, non rappresentano più una soluzione praticabile per molte tipologie di dispositivi. Ciò emerge in particolare se pensiamo ai miliardi di nuovi dispositivi che si prevede popoleranno l’Internet Of Things. Allo stesso modo, gli utenti non accetteranno dispositivi che offrono bassi consumi e ridotte prestazioni e ciò rappresenta una grande sfida per i progettisti.
I processori che vengono adottati oggi in molti dispositivi sono all’incirca dieci volte più efficienti di quelli che venivano utilizzati solo sei anni fa e prevediamo che entro il 2020 l’efficienza energetica dei dispositivi, in uno scenario di utilizzo tipico (typical-use energy efficiency), possa aumentare di ben 25 volte. Questa rappresenta una buona notizia per gli utenti, per il mercato e per il pianeta.
Entro la fine del decennio avremo miliardi di nuovi dispositivi connessi, che attingeranno energia da una rete globale ormai in difficoltà. In tal senso, la progettazione di dispositivi a ridotto consumo sarà una delle maggiori priorità negli anni a venire. Fortunatamente, le innovazioni portate dalle APU, dalla combinazione dei SoC (system-on-chip), dalla gestione intelligente dei consumi e dalle performance di calcolo offerte dall’heterogeneous computing di prossima generazione, aiuteranno a rispondere all’imperativo dell’efficienza energetica.
Il futuro del computing non deve essere un compromesso. I designer più creativi stanno sviluppando dispositivi in grado di garantire allo stesso tempo elevate performance e consumi ridotti. Un futuro radioso attende le innovazioni che sapranno migliorare le prestazioni salvaguardando l’efficienza energetica.
Sasa Marinkovic è head of technology solutions, AMD.