Smart City e Smart Grid, presente e futuro

Smart City e Smart Grid, presente e futuroLe aziende di riferimento del comparto energia e dell’information technology sostengono con interesse lo sviluppo di nuove realtà intelligenti. Tra i player, anche IBM, che ha recentemente concluso il roadshow “Creare opportunità attraverso leadership e innovazione”, una serie di incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi di grande importanza per il futuro della società. Gli esperti hanno parlato dell’uso responsabile delle risorse energetiche, di infomobilità, del sistema intermodale del trasporto pubblico privato, della sicurezza per tutti i cittadini e per il patrimonio culturale e monumentale e della lotta all’evasione ed elusione, per una fiscalità partecipata e trasparente.
Ad arricchire le tematiche trattate, la partecipazione attiva di Comuni, utilities, aziende del territorio, associazioni di categoria e organizzazioni territoriali. I protagonisti potranno condividere le conoscenze acquisite attraverso i progetti IBM Smarter Cities, un’ampia raccolta di competenze di settore e di tecnologia. I sistemi proposti sfruttano una piattaforma comune progettata per facilitare la collaborazione e l’integrazione tra dipartimenti, enti e realtà del settore privato e possono aiutare le città di tutte le dimensioni a individuare le proprie priorità. Grazie ai parametri rilevati sarà possibile far leva sulle esperienze di successo e sulle tecnologie più avanzate per affrontare le sfide più impegnative
Tra le criticità da affrontare, una limitata capacità di spesa della Pubblica Amministrazione, la difficoltà nella valorizzazione dei benefici in grado di giustificare gli investimenti, la gestione del cambiamento e dell’innovazione con nuova idea di governance.

Gli argomenti che, trasversalmente, intersecano la nascita delle Smart Cities riguardano la sicurezza delle trasmissioni, le gestione dei Big Data e l’integrazione dei dispositivi, tramite Internet of Things.
L’Internet delle cose permetterà di espandere le possibilità di comunicazione e interazione tra oggetti, facendo lievitare in modo esponenziale la quantità di informazioni scambiate. Stiamo parlando di uno dei pilastri delle Smart City di domani ma già oggi realtà.
Le informazioni sono veicolate quasi esclusivamente in forma digitale, dalla trasmissione di segnali video e audio, agli stream di dati che contengono ogni genere di dettaglio riguardante attività di singoli cittadini, aziende e Governi.
La connessione permanente a Internet e la disponibilità costante di un accesso Web sono ormai un fatto scontato. Tutti, chi più, chi meno, siamo continuamente collegati ai servizi che utilizziamo tutti i giorni, in modalità “always on”.
Il futuro che ci aspetta è in realtà molto più vicino di quanto non si possa pensare. Come evidenziato dalle grandi società che offrono servizi e connettività, le macchine dialogano già tra loro sfruttando la “grande rete globale” da diversi anni, ma la novità del breve periodo riguarda l’introduzione di un numero sempre maggiore di sensore. Tutta la vasta gamma di chip intelligenti e in grado di leggere i parametri che ci circondano produce milioni di dati ogni secondo, acquisendo valori quali, per esempio, la temperatura e l’umidità ambientale, l’irradiazione solare, il livello di smog e il grado di soddisfazione o lo stato di salute di una persona, interpretandone i parametri vitali e le espressioni del viso.

Secondo Giulio Frandi, Direttore Generale Italia della divisione Intelligent Transport Group di Xerox, le Smart City avranno bisogno di leader altrettanto avanti e di cittadini che lo siano ancora di più. Si tratta di un percorso evolutivo implicito e obbligatorio. Di fatto, trasformarsi in una Smart City è l’obiettivo verso cui puntano le grandi metropoli mondiali. Servizi facilmente accessibili a tutti ed alta qualità della vita sono solo alcune delle aspettative che stanno germinando rispetto a queste “città intelligenti” od “interconnesse”. Xerox, azienda basata sui servizi e guidata dalla tecnologia il cui il cui DNA è da sempre sviluppare prodotti in grado di semplificare la vita della gente offrendogli servizi innovativi, offre una panoramica sul percorso da intraprendere per rendere una città una vera Smart City.
Quando si discute di Smart city, si corre il rischio di sognare solo tecnologie futuristiche, quasi volessimo rincorrere “Futurama” o “Star Trek”. Pochi invece lo sanno ma già a Milano sono disponibili metodi di pagamento che permettono di utilizzare lo smartphone come titolo di viaggio e salire semplicemente sui mezzi pubblici. Niente più code per comprare i biglietti, né per caricare l’abbonamento dei mezzi pubblici. Ciò significa viaggi più efficienti per l’utente e costi minori per gli operatori. Il differenziale incrementale di qualità della vita offertoci dalle tecnologie è già qui: oggi.
Le città e la frontiera digitale. Ecco cosa significa essere una Smart City.
Ottenere i dati è semplice, condividerli e sfruttarli opportunamente no.
La creazione di nuove infrastrutture richiede una chiara definizione dell’utilizzo e funzionamento dei servizi che si intende fornire. Il fattore limitante non è più la tecnologia ma l’immaginazione: cosa fare con i dati raccolti, come sfruttarli. Raccogliere i dati è la parte più semplice, condividerli e trovare modi per renderli utili per le persone diventa la vera sfida, intellettuale e sociale. Di recente sono stato ad una conferenza del MIP sui big data. Mi ha colpito un’osservazione di un analista di IBM. Egli si chiedeva, anche avendo a disposizione tutti i dati Origine / Destinazione di un’area data, come rispondere alla semplice domanda: “Chi fa un tragitto simile? Chi potrebbe trovare vantaggio dall’iscriversi ad un club di car pooling?” Nel centro di ricerca Xerox di Grenoble ho visto esperti provenienti da ogni parte d’Europa all’opera per rispondere proprio a questo tipo di domande.
Al lato opposto dello spettro delle sensibilità vi è invece lo scottante ed attuale tema della privacy: quali dati l’individuo e la comunità saranno disposti a condividere fra loro? Quale sarà il futuro “patto sociale” sulla privacy? Sarà uniforme e globale o seguirà dei pattern geografici ed/o culturali?
Le implicazioni per i leader di domani sono chiare: abbracciare la tecnologia e includere i cittadini nei processi decisionali. É più importante che mai comprendere le motivazioni dei cittadini, oltre che accrescere la conoscenza circa materie utili come l’economia comportamentale – Le persone non sono solamente attori razionali o automi. Non c’è modo di governare senza aver compreso questo aspetto.
Oltre la trasparenza: i dati aiutano a creare servizi di valore. Nella nostra economia digitale “individualista”, guidata dall’informatica diffusa ormai nelle mani e nei cellulari dei singoli, l’appello ai cittadini mi pare sempre più dirompente: siate coinvolti.