La bozza di decreto sui meccanismi di incentivazione per le rinnovabili elettriche (escluso il fotovoltaico) per il biennio 2015-16 è l’ennesima brutta sorpresa per gli imprenditori green italiani.
Il tanto atteso “decreto incentivi”, infatti, non appare sufficiente a garantire un quadro di ulteriore sviluppo.
“Dopo mesi di attesa – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – abbiamo finalmente un testo da analizzare che contiene alcuni elementi positivi come, ad esempio, la possibilità di accedere alle tariffe del DM 6 luglio 2012 per gli impianti che entreranno in esercizio entro un anno dall’uscita del nuovo Decreto, il riconoscimento del primo criterio di priorità per gli impianti idonei ma esclusi dai registri precedenti per esaurimento dei contingenti ed, infine, in tema di manutenzioni, la possibilità di utilizzare componenti rigenerati.”
Le buone notizie si fermano però qui. “Allo stesso tempo – continua Re Rebaudengo – la bozza, oltre ad interessare un orizzonte temporale molto breve, solo fino al 1° dicembre 2016, riduce i contingenti incentivabili al punto da non sanare nemmeno tutte le istanze non ammesse ai registri precedenti. Anche l’entità degli incentivi è drasticamente ridotta (fino al 40% in meno al mini eolico, fino al 18% in meno per il mini idroelettrico e fino al 17% per i piccoli impianti a biomasse e biogas) impedendo, di fatto, nuove installazioni e bloccando lo sviluppo di un settore che ha generato occupazione, senza contare i benefici per l’ambiente e la nostra salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili.”
assoRinnovabili è ancora fiduciosa che il MiSE rifletta su queste osservazioni e, pur comprendendo il momento economico, adotti una strategia maggiormente green.