Giulio Frandi, Direttore Generale Italia della divisione Intelligent Transport Group di Xerox, analizza il mercato dell’automotive e ipotizza un futuro senza auto di proprietà.
In 10 anni diremo addio alla macchina di proprietà personale? Useremo la macchina solo quando ci serve, senza possederne una? L’evoluzione della mobilità sembra andare proprio in questa direzione: quella di fruire di un servizio che non metta più al centro il veicolo, ma l’utente e la sua esperienza di viaggio. Che sia in arrivo il Mobility as a Service?
Uno dei vantaggi del lavorare in Xerox è l’accesso diretto ed in anteprima ai pensieri ed alle esperienze di alcune fra le migliori menti su scala mondiale, per esempio, qualche tempo fa ho letto sulla nostra internet un intervento di Christian Fritz, Ph.D e Direttore della Divisione Representation and Planning (RAP) del nostro Centro di Ricerca a Palo Alto (PARC). Apparentemente, egli sta lavorando a sviluppare una visione diversa del concetto di mobilità, non più incentrata sul veicolo privato, ma che ha come obiettivo quello di trasformare l’industria del trasporto in un’attività di servizio, quasi ci muovessimo verso il MaaS.
All’interno del post pubblicato sul blog del PARC, il Dr. Fritz discute del potenziale “disruptive” delle nuovedel settore dei trasporti, e di come esse diventeranno parte delle nostre vite.
Gli obiettivi della Divisione Representation and Planning
La ricerca si sta concentrando sulla progettazione e l’implementazione di software altamente innovativi che rispondano a quei bisogni di mercato che non hanno ancora trovato una risposta adeguata; nello specifico, si tratta di applicazioni per il Digital Manufacturing e per il Sistema dei Trasporti Urbani. Nei prossimi 5-10 anni, infatti, assisteremo a cambiamenti davvero incredibili, legati alla stampa 3D od alle macchine che si guidano da sole. In particolare, al PARC stanno sviluppando ed implementando degli algoritmi che possano rendere fruibili i dati e le nostre conoscenze relative ai trasporti ad un settore industriale ancora di là da venire: il Mobility as a Service.
La trasformazione del trasporto in un’attività di servizio avverrà in un unico passaggio?
Secondo Christian Fritz ci vorranno diversi passaggi, ma è altrettanto vero che, non appena il processo inizierà a prendere forma, diverrà sempre più rapido. L’infrastruttura necessaria è già in costruzione; pensiamo ai servizi per la condivisione dei mezzi, come Uber, che portano i passeggeri da un luogo all’altro. A prima vista, il passaggio da un servizio come Uber ad un intero sistema di trasporti inteso come TaaS sembra enorme, ma in realtà non è proprio così; servizi simili a Uber, che da solo opera in più di 200 città nel mondo, nascono in continuazione, e gli investitori stanno dando un grosso supporto a queste start-up. Alla diffusione di questi servizi si accompagna la raccolta di numerosi dati (i Big Data) che “nutrono” avanzati sistemi di supporto decisionale (gli ‘analytics’). Inoltre, il PARC sta sviluppando anche altri progetti, come le macchine in grado di guidarsi da sole. Ci troviamo di fronte, dunque, a un “insieme di sviluppi” che potrebbero avvicinarci ad un cambiamento epocale. Guardando come i servizi di car e bike sharing stanno imponendosi, forza è di constatare che sono sempre di più le persone che stanno pensando di fare a meno della macchina di proprietà. Comprare un’auto, farla funzionare, parcheggiarla e mantenerla è un costo sempre più invasivo per un’economia domestica media, e le case produttrici potrebbero decideere di giocare un ruolo importante in questa nuova realtà, magari internalizzando un servizio di car-sharing o diventando esse stesse produttrici / distributrici di app in grado di pianificare i viaggi.
Un nuovo scenario, basato su elementi interconnessi tra loro.
La possibilità di non dover possedere un’auto sta portando alla diffusione di una nuova idea del futuro. La filosofia del “Mobility-as-a-Service”, che vede il mondo dei trasporti come un settore in cui l’innovazione e la differenziazione sono generate dal layer software, non si basa sul numero di individui che acquistano un’automobile, ma sulla risposta all’esigenza delle persone, cioè andare da un punto A ad un punto B. Il punto fondamentale non è la macchina, ma la mobilità stessa. Questo concetto si sviluppa secondo una doppia direttrice, sociale e tecnologica, perché l’approccio “Mobility-as-a-service” si basa sullo scenario attuale, che vede un numero sempre maggiore di fornitori di servizi per la mobilità.
Il ruolo del Centro di Ricerca di Palo Alto (PARC).
Il PARC, insieme con altri centri di ricerca del gruppo Xerox, che da oltre 40 anni collabora con aziende del settore trasporto in più di 35 paesi, sta lavorando alla creazione dei software che trasformeranno in realtà questo progetto, e l’intenzione è di raccogliere presto i primi frutti generati da questo lavoro. Ad innovazioni simili, infatti, non stupirebbe che seguissero poi altre esigenze tecnologiche, come un’automazione predittiva in grado di ottimizzare i servizi e migliorare l’esperienza dell’utente. Il gruppo Xerox, il cui solido impegno nel campo della ricerca e dell’innovazione consente di offrire soluzioni all’avanguardia in grado di anticipare e soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei propri clienti, è in prima linea nella fornitura di questo tipo di servizi. In questo scenario, le città si configurano come potenziali clienti e il PARC è pronto ad ampliare il lavoro che già sta conducendo nell’ambito di soluzioni e tecnologie ottimali, anche per questo nuovo target. È altrettanto importante diffondere questa visione, e il Centro di Ricerca di Palo Alto si sta già muovendo in questa direzione. L’obiettivo è di porsi come protagonisti che riusciranno a colmare i gap che ancora permangono, rendendo questa visione del domani una realtà dell’oggi. Questi sviluppi andranno a intrecciarsi con la vita delle persone, cambiandola. Le prospettive future sono interessanti, e sono sicuro che Xerox ricoprirà un ruolo da protagonista in questo cambiamento.