Se non faremo nulla per ridurre le emissioni di CO2 entro breve, la temperatura del pianeta aumenterà con conseguenze catastrofiche.
Per rispondere a questa sfida, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha proposto la cosiddetta “strategia ponte” (bridging strategy), che consiste nel migliorare l’efficienza energetica utilizzando le tecnologie attualmente disponibili. Un’applicazione estesa di queste tecnologie, supportata da una rigorosa volontà normativa, ridurrebbe le emissioni di anidride carbonica a lungo termine del settore energetico, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo più urgente: limitare il riscaldamento globale a un massimo di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
Tenendo conto di megatrend come l’urbanizzazione e l’industrializzazione dei paesi non OCSE, si prevede un aumento di oltre il 70% della domanda di elettricità mondiale entro il 2040. Oltre la metà dell’incremento dei consumi di energia primaria nel mondo, equivalente al fabbisogno energetico totale del Nord America, sarà da attribuire al settore energetico.
Gran parte di questa domanda proverrà dai Paesi non OCSE, con la Cina in testa (33%), seguita da India (15%), Sud-est Asiatico (9%) e Medio Oriente (6%).
Per limitare il riscaldamento globale, l’aumento della domanda di elettricità deve essere accompagnato da una significativa riduzione delle emissioni di CO2 per unità di energia consumata.
Trasformare il settore energetico per un futuro più sostenibile è un progetto multigenerazionale; ciò non toglie che le azioni a breve termine, che fanno leva sulle tecnologie già collaudate e disponibili, possano dare un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi climatici cruciali. Secondo le stime, nel 2014 le misure per l’efficienza energetica hanno permesso di risparmiare oltre 520 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (Mtoe), corrispondenti a circa 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 non immessi in atmosfera.
Grazie alle tecnologie esistenti, si potrebbe raggiungere quasi il 50% del valore target fissato per le emissioni totali senza compromettere la crescita economica, perché gli investimenti nell’efficienza energetica quasi sempre si ripagano in tempi brevi attraverso la riduzione dei costi operativi. In termini economici, si calcola che i guadagni derivati dalle misure pro efficienza energetica abbiano ridotto le bollette elettriche di oltre 550 miliardi di dollari USA nel 2014.
Uno studio commissionato dalla Commissione europea ha ipotizzato l’entità del risparmio energetico globale se in tutto il mondo si applicassero i più severi requisiti vigenti per l’efficienza energetica: i consumi energetici mondiali si ridurrebbero del 9%. Lo studio ha calcolato che il potenziale risparmio globale ottenibile ad esempio dai motori industriali entro il 2030 sarebbe di 13.286 terawattore (TWh), pari a 1140 Mtoe, un valore secondo solo alle applicazioni di riscaldamento.