Sergio Andreani, Graphic Communications General Manager di Xerox Italia, spiega come sia possibile realizzare un impianto di produzione toner realmente “green”.
L’innovazione sostenibile è la sola strada percorribile per rispondere alla crescente domanda di stampa, in particolare a colori, mantenendo lo stesso livello qualitativo. Per questo Xerox, il cui solido impegno nel campo della ricerca e dell’innovazione le consente di offrire soluzioni all’avanguardia in grado di anticipare e soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei propri clienti, sta sviluppando un toner che coniuga performance e standard elevati, rispettando l’ambiente.
Di recente, ho avuto modo di leggere un interessante articolo, pubblicato sul blog di Xerox, dedicato all’impianto di produzione di toner di Webster (NY). La definizione che meglio potrebbe descriverlo è quella di “serra”, anche se la differenza dalla serra che tutti noi abbiamo in mente è assolutamente evidente. Diversamente dalle sue omologhe più “tradizionali”, al cui interno crescono piante e fiori, questa serra è, infatti, un impianto di produzione del valore di 120 milioni di dollari. Sono pochissimi gli impianti di questo tipo presenti nel mondo e, in quello di Webster di cui ho avuto il piacere di leggere, sta a tutti gli effetti crescendo un toner energeticamente efficiente per Xerox.
Il toner Emulsion Aggregation (EA) rappresenta un’innovazione completamente unica nel suo genere poiché nasce da nano-particelle chimiche; il risultato sono particelle uniformi per grandezza, forma e struttura, e che possono essere controllate con maggior accuratezza, così da produrre linee, immagini e testi più nitidi. I toner tradizionali, invece, si creano partendo da materiali polimerici compositi che vengono polverizzati attraverso un processo fisico e ridotti a particelle la cui grandezza è pari a quella di un micron. Questo processo richiede un notevole dispendio di energie, e ciò che si ottiene è un toner in cui i componenti sono irregolari per forma e dimensione.
Il toner EA cresce fino a sviluppare particelle molto piccole e omogenee, a differenza del toner tradizionale, che viene invece polverizzato. Le immagini mostrano la differenza di forma e grandezza tra le particelle dei toner tradizionali (non uniformi e spigolose) e quelle del toner Emulsion Aggregation (piccole e uniformi). Il toner EA produce l’esatta quantità di toner necessaria, e la differenza risulta evidente osservando la nitidezza e la precisione delle linee e dei testi.
Proseguendo nella lettura, ho scoperto che all’interno dell’impianto scorrono 46 Km di tubature e sono presenti oltre 100 giganteschi serbatoi d’acciaio inossidabile in cui viene sviluppato il toner Emulsion Aggregation, il cui processo produttivo – brevettato ed estremamente innovativo – permette di utilizzare una quantità di toner minore per pagina, garantendo allo stesso tempo una qualità d’immagine superiore, linee e testi più nitidi, elevata affidabilità e tempi di riscaldamento più rapidi.
Sviluppato da Xerox, leader mondiale nella stampa digitale, e protetto da oltre 300 brevetti, il toner EA è utilizzato in più di 50 dispositivi Xerox, sia per la stampa da ufficio che per quella di produzione. Rispetto al tradizionale processo di produzione del toner, quello del toner EA richiede il 30 – 35% di energia in meno per ogni mezzo chilo di toner prodotto.
Secondo Info Trends, entro il 2018 la produzione di pagine a colori crescerà ogni anno del 6,2% a livello globale, raggiungendo i 295 miliardi di pagine stampate annualmente. Tutto ciò rappresenta un’importante opportunità per i toner sostenibili creati secondo questo processo chimico e impiegati sui mezzi di produzione Xerox.
Per tenere il passo con la richiesta per questo innovativo tipo di toner, Xerox ha effettuato un’espansione dell’impianto che aumenterà la capacità produttiva del 40%.
L’impianto è quindi passato dai 30,5 ai 47 Kmq, oltre ad aver aggiunto 54 posti di lavoro e aver installato nuovi macchinari per la produzione di toner EA per un valore di 26 milioni di dollari.
Il colossale impianto di Webster è in funzione dal 2007; tra le sue tubature e i serbatoi si trovano 11.000 sensori che raccolgono informazioni e monitorano temperatura, umidità, flusso dell’aria e altre variabili, per garantire che il toner si sviluppi fino a raggiungere la forma, la dimensione e la struttura richieste.
Dopo aver letto dell’impegno e degli sforzi compiuti dagli scienziati, dal personale del laboratorio e dallo staff, uniti per favorire lo sviluppo del toner EA e per mantenere la sofisticata macchina che lo produce, mi sento di dire che l’espansione dell’impianto di produzione Webster è la conferma della costante attenzione di Xerox nei confronti dell’ambiente, nonché la prova concreta del suo impegno nell’ambito dell’innovazione sostenibile.