Steven Bell, membro del team multi-strategy di BMO Global Asset Management, analizza il prezzo dell’energia e svela i fattori critici legati all’andamento del WTI.
Il prezzo dell’energia e, più in particolare quello del petrolio, è così significativamente determinato da fattori ciclici e di breve periodo che la costruzione di un outlook di lungo periodo è un’operazione complessa. Nonostante ciò, possiamo individuare alcuni fattori in grado di influenzare il prezzo del petrolio per un periodo più lungo: i miglioramenti nelle tecniche di trivellazione, le continue pressioni sul fronte della tutela ambientale, il miglioramento nello sviluppo e nella rifinitura delle risorse energetiche alternative.
Il prezzo del petrolio è calato di più del 50% dall’inizio del 2014, mentre l’offerta continua ai suoi massimi storici. Le stime recenti mostrano che la domanda globale, nonostante una crescita di 1,7 milioni di barili al giorno registrata quest’anno, è poco probabile mantenga il medesimo ritmo anche l’anno prossimo. L’offerta continua a superare la domanda e correggere tale squilibrio è necessario per la stabilizzazione dei prezzi del petrolio.
Ci attendiamo un rallentamento evidente nella crescita di offerta globale nel corso del 2016: è improbabile un’ulteriore accelerazione della produzione saudita dato che il loro budget fiscale è già in difficoltà al livello attuale dei prezzi. E tutto ciò potrebbe rallentare il ribilanciamento del mercato, senza però innescare una retromarcia.
La nostra previsione di breve periodo è per il 2016 l’assestamento per il WTI a un prezzo appena sotto ai $50 al barile e, per il 2017, la crescita a 57 dollari al barile. Dal nostro punto di vista, un assestamento del prezzo al di sotto dei $60 al barile rappresenterebbe una limitazione significativa per i nuovi progetti all’interno degli Stati Uniti e continuerebbe a rappresentare un elemento frenante per la produzione in Canada e altrove.
Probabilmente la domanda globale non crescerà agli stessi ritmi degli ultimi 10 anni, anche a causa del rallentamento della crescita dei Paesi Emergenti e dell’ascesa di carburanti alternativi, ma sarà ancora in crescita per almeno altri dieci anni, dato che c’è bisogno di nuovi progetti.
La stima di previsione del prezzo al barile in area 57 dollari è molto conservativa, considerando le difficoltà di una più robusta crescita economica globale. Andando oltre il 2016, il mercato globale dovrebbe rimanere in una condizione di eccesso di domanda (se considerato in rapporto alla sovrapproduzione di quest’anno e, probabilmente, anche della prima metà del 2017), che dovrebbe portare a un’ulteriore riduzione dell’eccesso delle scorte globali e una moderata crescita dei prezzi.
Quello che è successo nell’ultimo anno ha portato a cambiamenti importanti nella strategia delle società petrolifere e nelle preferenze degli investitori: dall’investimento per l’espansione della produzione a ogni costo (i prezzi al barile al di sopra dei 59 dollari al barile sono un incentivo significativo) all’investimento per ottimizzare la profittabilità. Miglioramenti nell’efficienza operativa e di allocazione del capitale avranno l’effetto di ridurre simultaneamente la crescita della produzione, i costi e i prezzi di equilibrio.