L’Associazione EBS risponde a Legambiente sulle proposte di modifica del decreto FER, considerate dannose per l’intera filiera e per l’indotto di circa 5.000 lavoratori.
“Le biomasse sono a tutti gli effetti fonti di energia rinnovabile”, così il Presidente dell’Associazione EBS, Simone Tonon, risponde alle dichiarazioni di Edoardo Zanchini, Vice Presidente di Legambiente, in merito alla richiesta di modifiche avanzata da Legambiente sullo schema di Decreto di incentivo per le rinnovabili non fotovoltaiche.
“Il Decreto FER – aggiunge Tonon – il cui iter è iniziato a giugno 2015, è stato condiviso a novembre dal Ministero dello sviluppo economico (MISE), in accordo con il Ministero delle politiche agricole agrarie e forestali (MIPAAF), il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio (MATTIM) e dalla Conferenza Unificata. Il testo è stato inviato alla Commissione Europea a dicembre per le necessarie valutazioni comunitarie e dopo una serie di passaggi, si attende adesso la pubblicazione. In questo momento, quindi, apportare modifiche al provvedimento sarebbe solo dannoso, in quanto dovrebbe ricominciare interamente l’iter di approvazione, arrecando così danni ai produttori che sono in attesa di avere regole chiare e certe. I benefici che il comparto apporta al sistema Paese sono plurimi e coinvolgono più di un settore. Infine, rigettando l’errata e pretestuosa assimilazione agli inceneritori, è essenziale ricordare che negli impianti a biomasse solide si impiegano esclusivamente materiali di matrice vegetale quali ad esempio residui agricoli e forestali che assicurano l’assoluta rinnovabilità della fonte”.
L’Associazione ricorda poi che tra le fonti energetiche, le biomasse garantiscono un indotto complessivo di circa 5000 persone e sono l’unica fonte in grado di garantire una regolarità e una continuità di esercizio per oltre 8 mila ore l’anno, con produzioni costanti e programmabili, in quanto l’energia pulita generata mediante questa fonte, a differenza delle altre rinnovabili, come l’eolico o il fotovoltaico, non dipende da fattori climatici e ambientali. Inoltre, i sofisticati sistemi tecnologici assicurano controlli ferrei sulle emissioni (a differenza degli impianti di piccola taglia, o ancor peggio, quelli domestici) e una regolare manutenzione del patrimonio boschivo, evitando combustioni incontrollate.
La produzione di agroenergie, la valorizzazione dei terreni marginali e l’impiego dei sottoprodotti sono solo alcuni dei benefici che si generano per l’indotto agricolo, così come dimostrato dai numerosi accordi di filiera siglati con Coldiretti, Confagricoltura e MIPAAF.