Liquigas commenta le criticità ambientali riguardanti l’aumento delle polveri sottili nell’aria e invita il Governo a istituire agevolazioni per il cambio delle caldaie inquinanti.
Una ricerca condotta da Innovhub – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano che svolge attività di ricerca applicata e testing industriale – intitolata “Studio comparativo sulle emissioni di apparecchi a gas, GPL, gasolio e pellet”, i cui risultati preliminari sono stati presentati ad ottobre 2016, prova che legna e pellet, anche se certificati ed impiegati in impianti di gamma medio-alta, contribuiscono in maniera significativa all’inquinamento atmosferico.
Tale fenomeno interessa non solo gli impianti di vecchia generazione, ma anche quelli nuovi e attualmente in commercio. In particolare dallo studio emerge che le emissioni di particolato (PM) generate dalle stufe a pellet sono di due ordini di grandezza superiori rispetto agli impianti a combustibili gassosi, mentre il particolato della legna da ardere è di tre ordini di grandezza superiori. Si va da 23,9 g/GJ a 83,8 g/GJ per le diverse tipologie di pellet e stufa, fino ad arrivare a 254 g7GJ della legna, contro valori trascurabili di gas naturale e GPL (< 0,04 g7GJ).
L’edizione 2016 del report Air Quality in Europe dell’Agenzia Europea dell’Ambiente conferma inoltre che le emissioni di sostanze inquinanti, in particolare di particolato fine, rappresentano un grave rischio per la salute pubblica con un considerevole impatto sociale ed economico sui conti del Sistema Sanitario.
Andrea Arzà, Amministratore Delegato di Liquigas
L’inquinamento dell’aria rappresenta un problema non più rinviabile: numerosi e autorevoli studi confermano che le biomasse rappresentano la principale causa di inquinamento da riscaldamento domestico, il comparto che più contribuisce alla cattiva qualità dell’aria. Rinnoviamo quindi con forza il nostro invito al Governo a prendere misure concrete per favorire la sostituzione degli impianti di riscaldamento domestico più inquinanti.Filippo Bernocchi, delegato ANCI a Energia e Rifiuti
Passare dal gasolio al GPL e al GNL comporterebbe notevoli risparmi economici e al contempo una considerevole diminuzione delle emissioni di poveri sottili. In Italia è necessario intervenire prima di tutto sulle municipalità non servite dalla rete del metano: si tratta di più di 1.300 realtà in cui vivono circa 4 milioni di persone. Lasciare ai Comuni la possibilità d’intervento in questo campo favorirebbe lo sviluppo del GPL e del GNL, fonti che possono contribuire in maniera decisiva al raggiungimento dell’obiettivo UE di riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030; GPL e GNL consentono inoltre di ridurre in modo drastico la presenza nell’aria di polveri sottili, PM10 e PM2,5, con benefici ambientali, sociali e sanitari di assoluto rilievo.