Abbiamo partecipato all’inaugurazione dell’impianto solare con accumulo di energia della Johan Cruijff Arena ad Amsterdam, un esempio di sostenibilità integrata.
Un rapido conto alla rovescia, la mano di Udo Kock, Assessore di Amsterdam, sul più iconico dei pulsanti rossi. Ed ecco che il frutto di tanto impegno, anni di lavoro e progettazione, prendono finalmente vita: il più grande energy storage system europeo, basato su batterie per veicoli elettrici (sia nuove che usate).
Per gli invitati alla cerimonia di inaugurazione, nulla sembra essere cambiato, ma per l’Amsterdam Arena si tratta di un grande balzo verso il futuro, diventando di fatto uno degli stadi più ecosostenibili al mondo.
Raggiungere un risultato così eclatante, ovviamente, richiede grandi sforzi, sia economici che progettuali; una cosa che sicuramente questa esperienza ha da insegnare è che privati e pubblica amministrazione possono (e devono) collaborare per arrivare a traguardi impensabili. Nessuna singola realtà può infatti pensare di affrontare obbiettivi così ambiziosi, ma essere arrivati al completamento di questo progetto è sicuramente un grande motivo di orgoglio per i player impegnati: Nissan, Eaton, BAM, The Mobility House e ovviamente la Johan Cruijff ArenA, con il supporto di Amsterdam Climate and Energy Fund (AKEF) e Interreg.
Spesso siamo abituati a sentire parlare di progetti ecosostenibili in cui però il tradeoff per la parte ecologica è invariabilmente un costo economico poco attraente: niente di più sbagliato in questo caso; il ritorno dell’investimento ha un orizzonte temporale di circa 10 anni, a dimostrazione che green energy e conto economico non sono affatto alternativi.
Che il vento soffi decisamente a favore delle energie rinnovabili, del resto, lo testimonia il fatto stesso che questa encomiabile iniziativa sia stata portata avanti in Olanda, Paese che gode del ben poco inviabile prima europeo come nazione con il minor utilizzo di energia rinnovabile, meno del 7% del totale prodotto.
Qualche numero credo sia indispensabile per meglio rendere la grandezza di quest’opera: 3 MW di storage, equivalenti a 148 batterie che equipaggiano le Nissan Leaf, e alimentate da 4.200 pannelli solari. Un quantitativo di energia enorme, sufficiente ad alimentare, anche senza energia di rete, tutta l’Amsterdam Arena per 1 ora, o addirittura 3 ore, limitando i consumi dei dispositivi non essenziali. O ancora, tanta energia da caricare ben 500.000 iPhone, o 7.000 appartamenti.
La progettazione quasi visionaria della rinnovata Amsterdam Arena ovviamente non poteva non comprendere anche lo sfruttamento di una smart grid: ed infatti, già ora i parcheggi interni prevedono 18 stazioni di carica/scarica per auto elettriche, ovviamente compatibili con Nissan, che di fatto aiutano ulteriormente la sostenibilità energetica dell’Arena, senza per questo impattare in alcun modo sui proprietari delle auto. È già previsto l’ampliamento esponenziale di queste stazioni, che nel lungo periodo arriveranno a 200.
Come correttamente sottolineato, la stessa rete elettrica tradizionale vedrà ridursi e non di poco i problemi di stabilità inevitabilmente causati da consumi di picco impressionanti, come quelli prodotti dall’Amsterdam Arena durante (ad esempio) un concerto serale. A maggior tutela degli investimenti, e anche a sottolineare (giustamente) la grande qualità dei propri accumulatori di energia, Nissan garantisce per ben 10 anni il corretto funzionamento delle batterie; ricordiamo inoltre che il progetto funziona senza alcun problema non solo con batterie nuove, ma anche usate. Al momento vengono usate soprattutto batterie nuove, ma esclusivamente per ragioni di spazio: per garantire un identico quantitativo di energia accumulata, sarebbe stato necessario un maggior numero di batterie, rendendo più complessa la collocazione delle stesse.
Chiaramente, al risparmio energetico, si accompagna anche e soprattutto un grande vantaggio per l’ambiente: non senza stupore ho subito visto il contatore di CO2 risparmiata correre a velocità impensabile; la stima per la durata della vita di questo sistema è di ben 117.000 tonnellate CO2 non immesse nell’ambiente! Un numero talmente enorme da faticare anche solo ad immaginarlo, e reso ancora più straordinario dal fatto che non è più un buon proposito; poco prima del termine della cerimonia ho voluto lanciare un rapido sguardo al monitor di sistema: già 2 tonnellate di CO2 in meno immesse nell’atmosfera in pochissime ore.