L’American Hardwood Export Council, fa il punto sull’adozione del legno in architettura e sottolinea la sostenibilità della filiera della latifoglia americana.
Questo tipo di foresta si espande alla velocità di 150 milioni di mc l’anno.
David Venables, direttore Europa di American Hardwood Export Council
Solo ora, come società, cominciamo a capire l’impatto delle nostre scelte sul pianeta in termini di gas serra, accumulo dei rifiuti e impatto industriale. Tutto quello che consumiamo ha ulteriori ricadute sull’ambiente anche dopo il suo ciclo di vita, in termini di rifiuti per esempio.
Ciò non significa che non bisogna usare il legno, ma che bisogna fare un uso sostenibile della foresta. Troppo spesso, a causa di alcuni trend di moda, la domanda si focalizza su alcune specie, mentre altre sono poco utilizzate e lasciate nella foresta, un’occasione persa per il design e per lo stoccaggio di carbonio. Se infatti un albero maturo non viene abbattuto, con il passar del tempo deperisce fino a rilasciare nell’atmosfera, durante il processo di marcescenza, lo stesso quantitativo di CO2 incamerato durante il suo ciclo di vita.
Il legno in architettura
Le foreste di latifoglie americane sono gestite in modo sostenibile e hanno un basso impatto ambientale in tutte le fasi del loro ciclo di vita. La gestione forestale nel settore non è intensiva, conseguenza del fatto che la maggior parte delle foreste di latifoglie americane sono di proprietà privata.
Le aree forestali di proprietà privata sono relativamente piccole, per lo più sotto i 10 ettari, e questo limita la dimensione delle operazioni di raccolta.
Poiché la produzione di legname e il ritorno economico per gli azionisti non sono obiettivi primari, i proprietari tendono a gestire le foreste in modo meno aggressivo. Il taglio selettivo è la metodologia tipica, e consiste nella rimozione di pochi alberi per ettaro. Dopo la raccolta i proprietari forestali di solito si affidano alla rigenerazione naturale, che è abbondante nei terreni forestali molto fertili degli Stati Uniti.
Il legno in architettura
Dal grattacielo in legno più alto al mondo (Mjøstårnet a Brumunddal, Norvegia – oltre 85 metri) all’edificio residenziale più alto al mondo (a Bergen, Norvegia – 14 piani in legno lamellare), il materiale legno ha fatto grandi passi avanti negli ultimi decenni.
A partire dalle prestazioni, ormai analoghe a quelle di acciaio o cemento, ma con un peso della struttura e un impatto sull’ambiente inferiori. Inoltre, oggi i prodotti in legno innovativi rendono possibili applicazioni impensabili fino ad alcuni anni fa.
Il tulipier americano termicamente modificato è un altro prodotto estremamente innovativo perfetto per gli esterni che resiste all’attacco di insetti e funghi.
Il ciliegio americano è una qualità di legno pregiato tipica delle foreste di latifoglie degli Stati Uniti. Questa specie è diffusa principalmente nella regione nord-est e si caratterizza per le tonalità calde e le eccellenti qualità di finitura. Il ciliegio americano cresce a ritmi di 11,7 milioni di metric all’anno, con un abbattimento annuo di 4,3 milioni di mc. Si tratta di un legno di media densità, con buone proprietà di curvatura, moderata robustezza e resistenza agli urti e scarsa rigidezza. Può essere sottoposto a curvatura a vapore anche se con cautela. È un materiale privilegiato per arredamenti e rifiniture di interni.
Il legno in architettura
Vincitore di numerosi premi, il progetto per la Royal Academy of Music di Ian Ritchie Architects comprende la creazione di spazi integrati all’interno dell’edificio storico. In particolare, il Susie Sainsbury Theatre è stato acusticamente rivestito in ciliegio americano per offrire eccellenti qualità sonore.
L’illuminazione decostruisce il lampadario tradizionale in una galassia di luci disposte in tutto il teatro attraverso 600 cristalli in fibra ottica. Il Teatro incorpora il 40% di posti in più rispetto al passato attraverso la realizzazione di una balconata, a cui si sono aggiunti una buca dell’orchestra più grande, un’ala del palcoscenico e la torre scenica.