L’emergenza Coronavirus ha causato un profondo cambiamento nella società; tra gli effetti negativi, i danni per l’economia circolare e il riciclo dei rifiuti industriali.
Il Gruppo Vergero ha condotto un’analisi sul settore del riciclo post emergenza Coronavirus. L’obiettivo è stato quello di indagare gli eventuali impatti della pandemia sulla green economy. Ciò che ne emerge è una potenziale riduzione della spinta al recupero e al riciclo dei materiali industriali di scarto.
Il rallentamento del settore industriale ha, infatti, limitato la produzione di rifiuti. Sebbene nel breve periodo il fatto possa sembrare un segnale positivo a livello ambientale, a lungo termine questo cambiamento potrebbe causare un rallentamento della corsa al riciclo.
Prima della pandemia, il costo del conferimento dei rifiuti in discarica è sempre stato in crescita. Questo aveva spinto sempre più le aziende di ogni dimensione a cercare partner competenti in grado di valorizzare al massimo i rifiuti recuperabili.
Il coronavirus e il riciclo dei rifiuti
Con il crollo della produzione industriale, però, questo circolo virtuoso potrebbe essere minato dallo stazionamento dei prezzi per il conferimento dei rifiuti in discarica. Ciò rende di fatto più semplice e meno costoso decidere di non recuperare ciò che invece potrebbe trasformarsi in una nuova risorsa.
Virginia Vergero, Responsabile Innovazione di Processi e Comunicazione del Gruppo Vergero
Il crollo della produzione industriale ha comportato per i mesi di marzo e aprile una caduta verticale nel conferimento dei rifiuti riciclabili, da noi stimata intorno al 65%. La situazione potrebbe generare un allentamento delle attenzioni dei decisori pubblici e privati nel ridurre l’impatto ambientale degli scarti con la conversione in una nuova materia prima e, di fatto, mandare in crisi un circolo virtuoso che si è sempre più consolidato negli ultimi anni.
Il coronavirus e il riciclo dei rifiuti
La messa in crisi di questo importante segmento del settore dell’economia circolare potrebbe incidere negativamente sui dati occupazionali del nostro Paese. Gli impianti di recupero necessitano di molta più manodopera rispetto a quelli di semplice smaltimento esuberi.
Virginia Vergero
Come Gruppo che lavora in questo campo da più di 30 anni ci rendiamo conto che, a maggior ragione adesso, dopo lo spartiacque della pandemia, non va allentata la guardia. Non solo per una ragione di business, ma per il benessere del nostro territorio.
Da sempre, infatti, cerchiamo anche attraverso la nostra attività di consulenza di aumentare le attività di responsabilità sociale e d’impatto positivo sull’ambiente di tutti i nostri clienti e partner. La condivisione delle informazioni è importante per una valorizzazione di tutta la filiera e soprattutto non deve mai perdersi la spinta all’innovazione.