Stop alla platica monouso, l’UE per il futuro del pianeta

La Direttiva ha messo al bando posate e piatti, cannucce, sacchetti e contenitori in polistirolo espanso.

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L’Unione Europea vieta l’utilizzo delle stoviglie in plastica monouso; con questa manovra si vuole salvaguardare il presente e il futuro del pianeta.

Raggiungere i risultati prefissati significherebbe diminuire i costi derivanti da danni ambientali di 22 miliardi di euro entro il 2030. Si parla di un risparmio per i consumatori di 6,6 miliardi e un taglio delle emissioni di CO2 equivalente di 3,4 milioni di tonnellate.

L’obiettivo del legislatore europeo è limitare l’inquinamento dei mari provocato in larga parte dai materiali plastici. Essi, decomponendosi molto lentamente, resistono nel tempo, continuando ad essere presenti, non solo nelle acque ma anche nelle viscere dei pesci, finendo purtroppo anche nella catena alimentare.

Stop alla platica monouso

Se si osserva al microscopio l’acqua del Mar Mediterraneo si noterà come i rifiuti presenti sono per il 95% costituiti da materie plastiche. Secondo il WWF, l’80% dei rifiuti di plastica torna verso riva. Ogni chilometro di litorale accumula 5 Kg di plastica ogni giorno.

Prima di degradarsi fino a raggiugere lo stato di microplastiche, un filtro di sigaretta rimane per circa 5 anni nel mare. Una busta staziona per 20 anni, un bicchiere di plastica per 50 anni e un filo da pesca per oltre 600 anni.

La Direttiva plastiche monouso (SUP) ha messo al bando posate e piatti di plastica, cannucce, bastoncini cotonati, sacchetti di plastica oxodegradabili e contenitori per alimenti in polistirolo espanso. Questa disposizione impone che entro il 2025 si dovranno riciclare almeno il 77% delle bottiglie in plastica per arrivare al 90% nel 2029.
Ha disposto, inoltre, che dal 2024 il tappo dovrà essere attaccato alla bottiglia affinché non venga disperso. Si obbliga, inoltre, a un aumento del contenuto minimo di materiale riciclato, che nel 2030 dovrà arrivare al 30%.

Stop alla platica monouso

A seguito di questa messa al bando, il mercato si è mosso. Tra i primi lo ha fatto la GDO del nostro Paese; seguono le istituzioni, le imprese del settore e i consumatori. Dovranno tutti indirizzarsi verso atteggiamenti ed abitudini sempre più sostenibili nei confronti dell’ambiente.