Una famiglia “tipo”, con consumi medi di 2700 kWh e che è già passata al mercato libero per le forniture di energia elettrica, ha pagato in media nell’ultimo anno (da aprile 2020 a marzo 2021) lo stesso importo di chi è rimasto nel mercato tutelato.
Tuttavia, chi ha saputo scegliere bene e attivare il 20% delle offerte meno care sul mercato libero, ha risparmiato circa 45 euro solo in bolletta, senza tener conto di eventuali sconti o buoni di benvenuto. Chi invece aderisce ora al mercato libero e attiva un’offerta conveniente può risparmiare, da qui a un anno, fino a 60 euro.
Lo studio di Selectra – Mercato tutelato o libero?
Questo è quanto emerge da uno studio di Selectra, il servizio gratuito che confronta e attiva le offerte di luce, gas e internet per aziende e privati, realizzato in occasione della proroga di un anno del termine del mercato tutelato.
L’analisi si basa sui dati dell’Indice Selectra SQ, il primo indicatore che monitora l’andamento dei prezzi sul mercato libero. Le bollette di chi è rimasto con il Servizio di Maggior Tutela sono state messe a confronto con quelle (simulate) di chi è passato al mercato libero ancora un anno fa, prendendo come prezzo di riferimento la media delle offerte monitorate dall’Indice (offerte di 26 operatori che complessivamente forniscono oltre il 70% dell’energia elettrica sul Mercato Libero).
La bolletta annua media sul mercato libero, per il periodo da aprile 2020 a marzo 2021, calcolata con il prezzo medio dell’Indice Selectra, è di poco inferiore ai 490 euro, in linea con quella pagata da chi è rimasto con il Servizio Elettrico Nazionale. Invece la famiglia tipo che ha scelto il 20% delle offerte più economiche tra quelle monitorate dall’Indice Selectra SQ, ha risparmiato circa 45 euro, un 9% delle proprie spese per l’energia elettrica.
Cosa succederà?
Guardando ai prossimi mesi, secondo le proiezioni di Selectra, nel periodo da aprile 2021 a marzo 2022 i consumatori italiani devono aspettarsi un rialzo della bolletta elettrica complessiva rispetto all’anno precedente, in media dell’8%: la famiglia tipo spenderebbe mediamente circa 525 euro per l’elettricità nell’anno scorrevole, sia con il Servizio di Maggior Tutela che bloccando un’offerta media sul mercato libero.
Tuttavia, scegliendo una delle offerte comprese tra il 20% di quelle più economiche proposte dai fornitori sul mercato libero, sarà possibile ridurre la propria bolletta annua dell’11% circa, con un risparmio annuo di 60 euro per una famiglia tipo che consuma 2700 kWh/anno e fino a 77 euro per una famiglia più grande ( 3500 kWh/anno).
Mercato tutelato o libero?
Lo slittamento della fine del Servizio di Maggior Tutela dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023 coinvolge consumatori privati, associazioni e microimprese, mentre per PMI e altre realtà industriali maggiori la fine del mercato tutelato è già avvenuta a inizio gennaio 2021.
La proroga offre più tempo ai consumatori di scegliere il proprio fornitore, ma non da la risposta alla domanda che interessa la maggior parte degli utenti indecisi: conviene aspettare o passare al mercato libero?
Oltre al prezzo dell’energia, che incide su un 40% della bolletta circa, ci sono una serie di differenze da prendere in considerazione quando si sceglie tra il mercato tutelato e le offerte sul mercato libero.
Le tariffe proposte sul mercato libero vengono formate sulla base dei principi della libera concorrenza. Gli utenti possono scegliere un’offerta più adatta alle proprie esigenze con prezzo dell’energia bloccato per 12, 24 o addirittura 36 mesi, usufruendo di buoni di benvenuto, valutando l’attivazione di offerte green e di servizi aggiuntivi (assicurazione, servizi di manutenzione impianti inclusi ecc).
Sul mercato libero è possibile, inoltre, attivare le forniture di luce e gas con un unico fornitore, gestendo le proprie bollette sulla stessa app e interfacciandosi con lo stesso servizio clienti per entrambe le utenze.
Per quanto riguarda il mercato tutelato invece le condizioni economiche delle forniture sono regolate da ARERA e il prezzo varia trimestralmente. Questo significa che gli utenti non possono avere la certezza di quanto spenderanno nell’arco dell’anno, ma soltanto avere delle proiezioni sulla spesa annuale realizzate dall’autorità stessa.