Huawei, il digitale contribuisce a salvare il pianeta

Sono intervenuti Esperti della ricerca scientifica, rappresentanti dei governi, imprenditori e membri di organizzazioni non-governative.

Huawei

Huawei ha recentemente organizzato l’evento online “Digital Technology Contributes to a Healthier Planet” nell’ambito della European Green Week 2021.

La settimana ha previsto un ciclo di incontri, promosso dalla Commissione Europea per affrontare il tema della ricostruzione di un’economia più sostenibile nell’Unione Europea.
È stata un’occasione per approfondire il ruolo di supporto che la tecnologia può avere nel processo di salvaguardia e protezione dell’ambiente.

Sono intervenute spokeperson di grande esperienza, provenienti da ogni parte del mondo. Esperti della ricerca scientifica, rappresentanti dei governi europei, esponenti del settore imprenditoriale e membri di organizzazioni non-governative.

HuaweiChristine Mhundwa, moderatrice dell’evento
Sappiamo che il cambiamento climatico ha implicazioni reali e drammatiche per la nostra terra, l’ambiente, gli oceani, le foreste pluviali e il suolo, da cui dipendiamo per il cibo.
Dobbiamo cambiare il modo in cui produciamo ciò che consumiamo. La tecnologia gioca un ruolo importante. Come può essere impiegata la tecnologia digitale per proteggere il nostro pianeta? Presenteremo alcuni esempi reali.

Il digitale per il pianeta

Huawei

Veronica Manfredi, Director for Quality of Life, DG Environment, European Commission
La crisi del Covid-19 ci ha insegnato molte cose, una delle lezioni più grandi è come la salute umana e il pianeta siano collegati. Nessuna delle due sta andando bene. 1 morte su 8 è legata all’inquinamento. L’inquinamento colpisce i gruppi più vulnerabili, i bambini, le persone con disabilità e gli anziani. L’inquinamento è uno dei cinque principali fattori di perdita della diversità del pianeta, minaccia infatti la sopravvivenza di specie animali e vegetali.

Abbiamo il dovere morale di cambiare, ora abbiamo l’unica possibilità di farlo. Il piano d’azione europeo “inquinamento-zero”, fa parte delle strategie del Green Deal europeo. Rappresenta un obiettivo per garantire che entro il 2050 i livelli di emissioni siano ridotti al punto da non essere più dannosi per la salute e l’ecosistema naturale. L’eco-innovazione aumenta la produttività e attrae gli investimenti.

Il potenziale del piano di ripresa e resilienza è enorme, possiamo usarlo per costruire un mondo più sostenibile e con molto meno inquinamento. Molte delle tecnologie verdi esistono già, la maggior parte deve essere ampliata. Abbiamo già 25 soluzioni digitali a inquinamento zero sul mercato. Ad esempio, la mobilità intelligente per ridurre l’inquinamento atmosferico. L’applicazione di soluzioni digitali è un driver per investimenti intelligenti.

Attraverso l’open data si possono realizzare significativi guadagni in termini di efficienza e risparmi sui costi, i proprietari dei dati dovrebbero diventare parte del data space integrato nel Green Deal europeo. Invitiamo tutti ad unirsi al movimento dell’inquinamento zero.

Markus Sax, Research Project Manager in the digital production at Agroscope, Switzerland’s center of excellence for agriculture research

– In che misura l’agricoltura e l’allevamento sono responsabili dell’inquinamento?

Bisogna riflettere da un punto di vista economico. I contadini usano molti pesticidi. Il clima e il meteo sta cambiando velocemente. Bisogna usare diversi prodotti chimici e questi sono altamente dannosi e aumentano l’inquinamento del suolo e dell’atmosfera. Non è una scelta semplice quella di decidere in che modo coltivare i campi.

– Come è possibile ridurre l’uso di pesticidi del 90%?

Rappresenta sicuramente una grande sfida. Dobbiamo controllare maggiormente i campi che coltiviamo e il modo in cui lo facciamo. Ad oggi si usano molti pesticidi che, come sappiamo, sono molto dannosi per l’ambiente. Fortunatamente si sta sviluppando l’Organic Farming, anche se non è ancora molto diffuso. Ad oggi è molto più semplice usare i pesticidi. I droni possono essere d’aiuto per controllare lo sviluppo delle coltivazioni e delle piante. Inoltre, garantiscono un utilizzo più preciso e mirato dei pesticidi, così da ridurne la presenza sull’intero terreno.

– Possiamo soddisfare il fabbisogno mondiale di cibo in un modo green e sostenibile?

Ci sono due parti distinte fra loro, ma allo stesso tempo molto importanti da considerare in questa domanda: cosa possiamo produrre nei campi e cosa vogliamo mangiare in futuro. È impossibile pensare di poter mangiare tutto ciò che si vuole in futuro. Dovremo controllare diverse problematiche connesse allo sfruttamento dell’agricoltura.

– In quali aree la tecnologia è ancora indietro nella nostra ricerca di un mondo più sostenibile?

Sicuramente nell’utilizzo di robot autonomi nell’agricoltura. Forse in futuro, se saranno maggiormente sviluppati, un cambiamento sarà possibile. Questo permetterebbe di utilizzare macchine meno pesanti, che danneggiamo meno il terreno e l’ambiente. Macchine più leggere e l’utilizzo di robot aprirebbero la strada a un mondo più verde.

– Qual è il costo di tutte queste tecnologie digitali sulla bolletta?

Dobbiamo guardare all’utilizzo che i contadini fanno di queste tecnologie. Il risultato dei dati prodotti dai dispositivi tecnologici viene fornito in tempo reale. Per fare questo necessitano senza dubbio di una buona connessione 5G e questo comporta anche comprare tanti dispositivi che costano molto. In futuro avremo molti problemi legati all’elettricità. Saranno necessarie nuove infrastrutture molto costose. Bisognerà usare diversi dispositivi che sicuramente peseranno sulla bolletta.

René Arnold, Vice President, Public Affairs Strategy, Huawei

– Può parlarci un po’ delle tecnologie che Huawei sta sviluppando in un’ottica sostenibile?

HuaweiEsistono diverse soluzioni digitali per rendere l’agricoltura più smart. È un tema molto importante da affrontare. Sappiamo che le tecnologie possono generare risvolti positivi ma anche negativi. Ad esempio, il 5G, l’intelligenza artificiale e l’uso della robotica possono aiutare moltissimo l’agricoltura. Il 5G è di gran lunga superiore al 4G sotto diversi punti di vista, soprattutto per il settore agricolo.

Possiamo raccogliere molti più dati rispetto a prima, garantendo così il trasferimento di immagini scattate dai droni in alta qualità e in 3D. Abbiamo un’affidabilità maggiore della connessione, abbiamo molti sensori e dispositivi che possono essere impiegati in un’ottica più sostenibile.

– Può fornire alcuni esempi in cui la tecnologia digitale porta all’efficienza energetica?

Abbiamo una grande esplosione di traffico di dati e di data center. È chiaro che l’energia consumata da queste innovazioni sta aumentando. Ma l’aumento nel consumo di energia è più basso, soprattutto se paragonato all’aumento dei dati e al beneficio che essi portano. Le aziende come le nostre lavorano sul costruire data center che consumino meno energia. Le nostre soluzioni si focalizzano sull’automazione nella gestione dei dati, ma anche sul raffreddamento dei data center.
Ci stiamo specializzando in questa area per ridurre il consumo di energia. Anche le stazioni che permettono l’utilizzo del 5G non hanno tutte degli impianti di raffreddamento. In Huawei stiamo lavorando in questa direzione. Il beneficio della digitalizzazione nella sostenibilità è evidente, come nelle smart city, nella smart healthcare o nell’agricoltura smart.

Johnson Controls e la sostenibilità dell’aeroporto di Fiumicino

– Qual è il costo delle tecnologie sviluppate da Huawei? E quanto pesa sui consumatori?

Nell’immediato dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo, consumiamo e produciamo energia. Ma dovremmo adottare una prospettiva di lungo termine quando si parla di agire in modo sostenibile. Sarà questo il parametro fondamentale in futuro sul quale verremo giudicati. Riguardo alle tecnologie che noi offriamo, tra la vasta gamma di prodotti e servizi che forniamo le potrei citare ad esempio quelli che riguardano il mondo della casa, i quali permettono realmente di essere autonomi. Ognuno di noi oggi può installare la propria piccola centralina fotovoltaica in casa, noi offriamo la capacità di storage e le batterie adatte a prezzi competitivi per farlo, questo produrrà un costo oggi ma beneficio che sarà più che evidente ragionando nell’ottica di lungo periodo di cui parlavo.

– Quali sono gli investimenti di Huawei che nel lungo termine possono risultare non particolarmente redditizi?

Noi stiamo investendo molto, la maggior parte dei nostri dipendenti è impiegata nella ricerca e sviluppo. È una componente fondamentale della nostra azienda. Siamo tra le aziende che spendono di più in innovazione e ne abbiamo fatta moltissima. Dobbiamo però avere un sistema di innovare che sia bilanciato dai policymaker. Sicuramente in futuro assisteremo ancora a nuovi progetti che andranno nella direzione di un’economia più sostenibile che stimoleranno una crescita altrettanto sostenibile.

– Quanto è realistico il piano dell’Unione Europea che prevede di raggiungere zero emissioni entro il 2050?

Se vogliamo avere successo nella sfida al cambiamento climatico, deve essere necessariamente realistico. È molto ambizioso, ma ci sono tante evoluzioni tecnologiche che possono aiutare. Il settore ICT è usato in maniera sostenibile e potrà supportarci nel raggiungere questo obiettivo e nel compiere le azioni giuste per raggiungere questo risultato. Però è importante che noi come individui, i governi e le istituzioni cambino il modo di comportarsi e di consumare. Non dipende solo dalla tecnologia, dobbiamo cambiare il nostro comportamento.

Damian Dalton, Associate Professor of Computer Science, University College Dublin

– È preoccupato dell’eccessivo consumo di tecnologia digitale che ormai sta diventando sempre più avanzata?

HuaweiI dati che generiamo per risolvere i problemi, tramite i droni e i robot, o i dispositivi che usano il 5G, sono ormai fondamentali. Basti pensare alla presenza di dispositivi medici, ci sono tante cose che i computer permettono di fare. Anche durante il COVID, abbiamo potuto constatare l’importanza che la tecnologia ha assunto nelle nostre vite.

Ma dobbiamo stare attenti. I dati che vengono processati e messi nel cloud e nei data center che stanno proliferando nel mondo possono causare diversi problemi. I data center consumano moltissima energia. Tutti i dispositivi che generano dati, da un punto di vista ambientale, sono in qualche modo responsabili dei cambiamenti climatici.

Il carbonio emesso nell’atmosfera è prodotto anche da questi dispositivi tecnologici. Tutte le volte che produciamo dati, questi dati vengono conservati e questo richiede energia. Stiamo producendo un’incredibile quantità di dati, che aumenta l’emissione di carbonio. Dovremmo educarci a sapere che c’è un costo nell’uso di internet. Ci sono tanti benefici, ma anche aspetti negativi.

– Può fornire alcuni esempi in cui la tecnologia digitale porta all’efficienza energetica?

Le smart city sono un esempio chiaro di efficienza. Il traffico è un grande problema. Con il 5G si può monitorare e semplificare il traffico nelle città. L’energia solare e quella eolica, sfortunatamente, sono imprevedibili. Bisognerebbe implementare un sistema denominato smart-grid, che permette di monitorare l’efficienza e l’affidabilità delle energie rinnovabili. Le tecnologie digitali possono aiutarci nel regolare l’utilizzo di queste energie, altrimenti sarebbe impraticabile. Il trasporto e la generazione di energia rinnovabile sono esempi dell’importanza delle tecnologie digitali.

Sostenibilità Huawei

– Qual è il potenziale della digital-tech nell’occupazione e come soluzione nella salvaguardia del pianeta?

Si potrebbe dire che la digital-tech, come nel caso dell’agricoltura, sta cambiando molto il modo di lavorare. Per esempio, negli Stati Uniti, lo sviluppo dell’energia rinnovabile stava impattando sull’occupazione di coloro che lavoravano nelle miniere di carbone. Ma il mercato dell’energia rinnovabile apre le porte a tante nuove occupazioni. Sarà sicuramente fondamentale per l’economia del futuro. Le tecnologie sono fondamentali per la sostenibilità del nostro pianeta.

– Il settore privato investe abbastanza in progetti e tecnologie “ad alto rischio” a lungo termine che potrebbero non essere ancora redditizi?

Il beneficio è maggiore rispetto al rischio. In passato, possiamo considerare come esempio il settore dei semi-conduttori per chips. Lo Stato deve prendersi la responsabilità di investire. L’Europa lo sta facendo. Questa è la giusta direzione. È qualcosa che dobbiamo fare necessariamente. Sicuramente questi investimenti apriranno la strada a moltissime opportunità.

David Meszaros, CEO SMARTKAS

– In che misura l’agricoltura e l’allevamento sono responsabili dell’inquinamento?

HuaweiL’agricoltura tradizionale contribuisce non solo alle emissioni di carbonio ma anche a quelle di metano che sono molto più pericolose. Le monoculture sono anche queste una fonte di pericolo, infatti, su centinaia di ettari vengono utilizzati dei pesticidi.

I pesticidi causano l’erosione del suolo e la riduzione di nutrienti nel terreno. Dopo un paio di anni quel terreno diventa inutile. Lo vediamo in Brasile, Cina, India ma anche in Europa, campioni di sostenibilità.

La risposta è controllare l’agricoltura da un punto di vista ambientale.

– Cosa state facendo in SMARTKAS per ridurre la fame nel mondo?

In SMARTKAS crediamo nel re-source management, ovvero nella gestione completa di input e output. Abbiamo sviluppato delle tecnologie per controllare la temperatura all’interno delle nostre coltivazioni. Lavoriamo in una sorta di scatola chiusa, non dipendiamo dall’ambiente esterno.

Non dipendiamo dal sole, dalla disponibilità di acqua, o dai livelli di umidità. Controlliamo ogni fattore critico per la crescita delle piante. Quello che ci differenzia è che lo facciamo in una maniera green e pulita, sfruttiamo il potere della natura, energia solare, energia eolica e geotermica. Siamo completamente a zero emissioni. Riusciamo anche a controllare i livelli di vitamine e di acqua delle piante, le piante possono avere le migliori risorse. Lo facciamo da gennaio a dicembre, ininterrottamente e non dipendiamo dall’esterno. Possiamo farlo in tutto il mondo.

– Possiamo soddisfare il fabbisogno mondiale di cibo in un modo green e sostenibile?

Si possiamo ma servono investimenti. Dobbiamo investire in tecnologia e ricerca e le leggi devono cambiare. La cosa più importante però è il mindset delle persone insieme alla loro dieta. Dovremmo consumare meno carne. Contribuisce molto al cambiamento climatico. Dovremmo anche ridurre import ed export. Concentrarci maggiormente sulla produzione locale.

– Quale sarà la prossima innovazione tecnologica che avrà un impatto a livello sostenibile?

Siamo focalizzati soprattutto sull’energia solare, in particolare sulle case green. L’energia filtra attraverso i vetri delle case e permette di generare energia. Anche l’energia geotermica sarà molto importante in futuro, stiamo conducendo una ricerca in Ungheria.

Huawei

– Quali sono le conseguenze di queste innovazioni digitali sull’occupazione?

Ci sono tante risposte. Dobbiamo guardare anche a cosa è successo in passato, come nel passaggio dai cavalli alle macchine. I lavori si trasformano e vanno guardati in una prospettiva diversa. In secondo luogo, la tecnologia rimuove il vincolo della stagionalità dell’agricoltura. Dalla prospettiva dei contadini, non saranno danneggiati, saranno felici perché le soluzioni smart possono lavorare sempre e produrre anche di più. Con la “controlled environment agriculture”, le persone che dipendono dall’agricoltura in termini di occupazione vedranno che il lavoro diventa disponibile tutto l’anno, verranno assunte meno persone ma ci sarà più stabilità.

– Come può essere impiegata la tecnologia nella sfida dell cambiamento climatico?

Rispettare l’ambiente è fondamentale, in tutti i campi. La tecnologia digitale può offrire anche delle previsioni, in modo da poterlo anche gestire in maniera più produttiva. Alcuni dispositivi permettono di ottimizzare l’utilizzo di risorse. Il problema non deriva dalla tecnologia ma dalle persone. Il loro modo di pensare. L’egoismo non permette di raggiungere molto, se le persone pensassero come una comunità, se adottassero dei comportamenti di consumo più consapevoli, potremmo raggiungere ottimi avanzamenti anche senza tecnologia. La tecnologia è di supporto, l’aspetto sociale va di pari passo.

– Come può essere impiegata la tecnologia nel ridurre gli sprechi alimentari?

Le persone non sanno esattamente cosa è lo spreco alimentare. C’è un malinteso. La maggior parte dello spreco viene dal sito di produzione. La tecnologia digitale si sta concentrando sull’agricoltura di precisione, per massimizzare la produzione e ridurre gli sprechi. La maggior parte dello spreco può anche essere riutilizzato come fonte di energia. La ‘farm-to-fork agenda’ sarà fondamentale nel tracciamento e nel controllo della qualità.