Il cambiamento climatico è una tematica di cui si discute sempre più sia a livello governativo sia a livello aziendale. Il surriscaldamento del pianeta, infatti, deve essere necessariamente arginato e gli accordi di Parigi si inseriscono in questo movimento, dove l’obiettivo centrale è arrivare a una completa decarbonizzazione nei prossimi decenni.
Domanda di elettricità in aumento
A oggi, le fonti fossili soddisfano ancora in misura significativa il fabbisogno energetico, ma saranno necessariamente eliminate o ridotte in maniera progressiva nel corso dei prossimi 30 anni per raggiungere i limiti imposti, generando così un impatto negativo sulla stabilità della rete elettrica, la cui capacità a livello globale è già ai limiti. La digitalizzazione, l’elettrificazione del settore del riscaldamento, per esempio mediante pompe di calore, e l’aumento della mobilità elettrica stanno facendo aumentare consistentemente la domanda generale di elettricità e con essa il rischio di blackout.
Christian Manca, CEO di 2G Italia
Transizione energetica non significa transizione elettrica e questo percorso deve essere eseguito con gradualità, anche nei settori del riscaldamento e della mobilità, al fine di perseguire l’obiettivo della neutralità climatica. L’idrogeno è diventato la chiave per garantire la carbon neutrality del sistema energetico, in quanto può essere immagazzinato in grandi quantità nella rete del gas esistente e prelevato in base alle esigenze stagionali. Dato il suo elevato valore, le perdite di conversione dovute al suo utilizzo devono essere ridotte al minimo, tramite l’utilizzo di elettrolizzatori decentralizzati, che impiegano fonti rinnovabili, combinate con impianti di cogenerazione nel luogo in cui è effettivamente richiesta l’energia.
Carbon footprint
L’impiego di una tecnologia intelligente che includa l’infrastruttura di un gas come l’idrogeno come soluzione per lo stoccaggio di energia, consente di raggiungere gli obiettivi climatici in relazione alla riduzione del carbon footprint. Allo stesso tempo, questo approccio concilia realisticamente la prospettiva a lungo termine della neutralità climatica con le opportunità offerte dal mercato della cogenerazione.
A livello strutturale sono diversi gli interventi che si stanno attuando. Si stanno adeguando molti gasdotti per consentire il trasporto di idrogeno al 100%, e altri sono in fase di ristrutturazione, in modo che una transizione lenta e sostenibile verso l’era delle energie rinnovabili possa essere realizzata sulla base di infrastrutture esistenti e performanti.
Cogenerazione a idrogeno: la spina dorsale di un mondo 100% sostenibile
Gli impianti di cogenerazione a idrogeno rappresentano la spina dorsale della centrale elettrica del futuro, che potrà essere gestita in modo sostenibile dal punto di vista climatico, anche compensando le fluttuazioni della produzione di elettricità prodotta da parte di centrali eoliche e solari.
Le centrali di cogenerazione alimentate a idrogeno consentono un ingresso graduale e capillare nell’economia dell’idrogeno. L’infrastruttura esistente può essere riadattata in parallelo e in sincronia con la crescente disponibilità del gas, senza arrestare o avviare repentinamente grandi progetti infrastrutturali.
Christian Manca, CEO di 2G Italia
Il fatto che i tempi siano diventati maturi per le applicazioni nel campo industriale e che l’idrogeno venga identificato come elemento fondamentale del futuro energetico mondiale è molto promettente. Alcuni dei nostri clienti più all’avanguardia, infatti, hanno già cominciato a utilizzare il proprio motore direttamente con l’idrogeno come combustibile primario. 2G è stata la prima azienda a credere realmente ai vantaggi che questa tecnologia a idrogeno portava con sé e per questo motivo abbiamo oggi molti anni di vantaggio su ogni altra azienda.
La tecnologia a idrogeno già operativa
La tecnologia a idrogeno di 2G pensata per l’industria, il commercio e i fornitori di energia può essere utilizzata unitamente ad altri gas ad alto contenuto di idrogeno, come quelli nei prodotti di scarto dell’industria chimica, o con miscele di gas variabili, come i gas provenienti da impianti di depurazione, gas di discarica e gas naturali.
I costi di esercizio globali sono paragonabili agli impianti a gas naturale, anche grazie all’utilizzo di motori a gas standard, con intervalli di manutenzione abituali per le unità di cogenerazione e un ciclo di vita di 60.000 ore di funzionamento che si applicano anche alle unità di cogenerazione a idrogeno.
Questo rende la tecnologia di cogenerazione a idrogeno, che 2G ha sviluppato, un’alternativa collaudata alla tecnologia delle celle a combustibile. Sia la produzione di idrogeno sia la conversione in elettricità e calore sono praticamente esenti da emissioni di CO2, rientrando perfettamente nel percorso verso la salvaguardia ambientale e la decarbonizzazione, obiettivi primari per tutte le realtà a livello globale.