Le bollette dell’energia nel terzo trimestre 2021 subiranno un forte aumento: si parla del 9,9% per l’elettricità e del 15,3% per il gas. La causa è la crescita del costo delle materie prime in seguito alla ripartenza economica dopo la pandemia. Se il Governo non avesse stanziato 1,2 miliardi per attenuare il carico, l’aumento a carico delle famiglie sarebbe stato ancora maggiore.
L’aiuto governativo è senz’altro utile per supportare le famiglie in questo momento, ma a lungo termine cosa può fare il singolo cittadino per migliorare le proprie spese in fatto di energia? Alla base di tutto ci devono essere scelte guidate dalla volontà di abbattere gli sprechi e l’uso di energie pulite favorendo la produzione e il consumo da parte del mercato di energie carbon free.
Trasformazione e messa in efficienza dell’intero sistema
Secondo il rapporto GreenItaly 2020 sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi che tra il 2015 e il 2019 hanno investito in prodotti e tecnologie green. Un valore in crescita del 25% rispetto al quinquennio precedente. Inoltre, il recente PNRR prevede per il Ministero della Transizione Ecologica lo stanziamento di 68,6 miliardi che richiederanno una serie di riforme e investimenti non più prorogabili.
L’aiuto che deve essere fornito al cittadino che abbia la volontà di perseguire queste scelte deve venire dalle aziende fornitrici attraverso una più facile gestione dei processi di fatturazione che, a loro volta, implicano una rilettura in chiave green di quello che può essere offerto. Questi elementi fondanti, indispensabili per garantire una progressiva trasformazione e messa in efficienza dell’intero sistema, andranno abbinati a una maggiore agilità e flessibilità delle infrastrutture, anche perché il consumatore è sempre più informato ed è in grado di organizzarsi in un numero crescente di unità produttive denominate comunità energetiche.
Le aziende fornitrici devono attrezzarsi per permettere la creazione veloce ed efficiente di nuovi servizi compositi, rendendo quanto più veloci e precisi tutti i processi dedicati all’utente finale. Esse si trovano quindi ad attuare una progressiva e importante revisione dei sistemi operazionali dedicati alla gestione dei contratti e ai processi di fatturazione, allargando il proprio pacchetto di offerta e includendo, oltre alla materia prima, anche una serie di commodities e servizi ancillari in grado di semplificare la vita del fruitore finale.
Un esempio è rappresentato dalla fornitura combinata di energia e dispositivi per l’elettrificazione: sfruttando il SuperEcobonus 110% (15,2 i miliardi stanziati dal Pnrr per l’efficienza energetica degli edifici) è già possibile rivestire gli edifici con il cosiddetto “cappotto”, cui abbinare una pompa di calore. Questo comporta per le aziende fornitrici onerosi investimenti e un cambiamento radicale dei paradigmi di offerta, sia in termini di processi sia di sistemi informativi.
Massimo Bedoni di Powercloud Italia
L’utilizzo di una piattaforma di back end moderna e flessibile consente di ampliare l’offerta – ad esempio anche attraverso App studiate da partner esterni in un’ottica di vera open innovation – perché, in 2 o 3 giorni, è in grado di abilitare l’organizzazione e lo sviluppo di prodotti e servizi che semplificano la vita, economica e sostenibile, del cliente finale. Non solo: stante l’alto grado di variabilità delle condizioni operative, del mercato energetico globale e dei consumi, è fondamentale poter modificare le offerte quasi in tempo reale. Una piattaforma SaaS completamente open che opera in cloud è l’unica a poter consentire questa grande flessibilità.
Attraverso l’eliminazione delle rigidità infrastrutturali, le aziende possono cambiare e ottimizzare le caratteristiche dei servizi e i relativi tempi e le modalità di fatturazione, ampliando la gamma di possibilità per aiutare uno sviluppo maggiormente sostenibile del mercato. Non certo agendo sui costi della materia prima che, peraltro, è soggetta a fluttuazioni di mercato non sempre prevedibili, ma sulla omogeneizzazione di servizi condivisi e aperti: l’utente finale può trovare in bolletta tutti i costi ascrivibili a un sistema che poggia, seriamente, sul concetto di economia circolare.
Ad esempio: la ricarica delle batterie delle auto elettriche ma anche il loro utilizzo per lo stoccaggio delle riserve energetiche condivise, la creazione di servizi green di comunità attraverso la gestione di rifiuti o scarti di lavorazione, l’abbonamento alla piscina, le biciclette comunali, e altro ancora. In Italia, al momento, una lista come questa appare ancora fantascienza anche se il processo di accelerazione verso un sistema virtuoso è in atto: è però già realtà, ad esempio, in Germania, dove piccoli comuni operano in questa direzione. Con sommo beneficio di tutti.