La cessione del credito è un’opzione, prorogata a giugno 2022, per il contribuente che abbia sostenuto spese di ristrutturazione o riqualificazione con interventi trainanti o trainati.
Cos’è?
La cessione del credito d’imposta è la possibilità che lo Stato offre al contribuente di rinunciare all’utilizzo diretto della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi e di optare, in alternativa, per la cessione del relativo credito d’imposta (dello stesso importo) ad altri soggetti, tra cui gli istituti di credito e altri intermediari finanziari. In altre parole, è un accordo grazie al quale un creditore trasferisce un diritto di credito ad un soggetto terzo, che acquisisce così il diritto di riscuotere il debito.
I soggetti coinvolti in questo contratto, quindi sono 3, ovvero: il cedente, cioè il creditore che cede il proprio diritto; il cessionario, quindi il soggetto terzo verso quale il credito viene trasferito; il ceduto, ossia il debitore.
A cosa serve?
La cessione del credito è un’opzione che si può richiedere a banche o istituti di credito nel caso in cui, dal primo gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2021 (ad oggi prorogata a giugno 2022, con spese sostenute fino a dicembre 2022) il contribuente abbia sostenuto spese per interventi trainanti o trainati come per esempio:
- ristrutturazione edilizia (detrazione pari al 50%).
- riqualificazione energetica (ecobonus, sismabonus: detrazione dal 50 al 75%).
- recupero o restauro delle facciate degli edifici (bonus facciate, detrazione al 90%).
- installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo (detrazione fino al 65%).
- installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici (detrazione fino al 110%).
- interventi sostenuti da agevolazioni Superbonus al 110%.
Si tratta di una valida alternativa al recupero in 5-10 anni tramite detrazioni nella dichiarazione 730: una possibilità che agevola famiglie a effettuare lavori di ristrutturazione, riqualificazione, recupero degli edifici e, anche, dotarsi di strumenti per consumare energia pulita con impianti fotovoltaici o ricarica elettrica.
Come funziona nella pratica
Tenendo presente che la quota di credito non utilizzata nell’anno non potrà essere fruita negli anni successivi né chiesta a rimborso, la famiglia che effettuerà i lavori al momento della dichiarazione dei redditi riceverà ogni 1000 euro di spesa una detrazione del 110% (quindi 1100 euro) che potrà usare in compensazione delle tasse, nel caso in cui scelga il modello detrazioni. Mentre con la cessione del credito a terzi, la famiglia avrà uno sconto in fattura del 100% della spesa oppure liquidità da banche e istituti finanziari per avviare i lavori.
Solo per quanto riguarda i Superbonus, il riconoscimento delle opzioni cessione o sconto è subordinato ai seguenti adempimenti:
- il beneficiario del bonus deve richiedere il visto di conformità dei dati della documentazione che attesti la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione potenziata. Il visto è rilasciato da specifici soggetti autorizzati.
- i dati relativi all’opzione devono essere comunicati, anche tramite i soggetti che hanno rilasciato il visto di conformità, esclusivamente in via telematica all’Agenzia delle Entrate.