Il Fraunhofer IOF di Jena ha sviluppato un sistema di telecamere per il rilevamento tridimensionale di oggetti: da poco integrata una termocamera Teledyne FLIR.
Il sistema adotta due telecamere monocromatiche ad alta velocità e alta risoluzione e un proiettore GOBO. Le variazioni di temperatura svolgono un ruolo importante nelle tipiche applicazioni dinamiche, come i crash test o l’attivazione dell’airbag, in aggiunta ai processi spaziali veloci.
Il sistema in uso è stato recentemente aggiornato con una termocamera raffreddata ad alte prestazioni di Teledyne FLIR come parte di un progetto di misurazione congiunto, con l’obiettivo di creare un vero sistema di imaging termico 3D che ha la capacità di registrare fino ad una velocità di 1000 fotogrammi al secondo.
Sistema di termografia 3D
La squadra IOF ha sviluppato un sistema di telecamere 3D ad alta velocità nel 2016. Tale sistema è costituito da due telecamere in bianco e nero ad alta velocità in disposizione stereo e un proiettore GOBO sviluppato autonomamente per l’illuminazione attiva. Di recente i ricercatori hanno aggiunto al sistema anche una termocamera. In particolare, utilizzano il modello FLIR X6901sc SLS LWIR che opera fino ad una velocità di 1000 Hz, con una risoluzione di 640 × 512 pixel.
Aree di applicazione e obiettivi
L’obiettivo del sistema è combinare dati spaziali 3D altamente dinamici e dati termici. Processi estremamente veloci come un atleta in movimento, un crash test o l’attivazione di un airbag non solo mostrano rapidi cambiamenti nella forma della superficie, ma anche nella temperatura locale. In passato non era possibile catturare contemporaneamente tali cambiamenti. Per la prima volta si è ottenuto tutto questo grazie al nuovo sistema di misurazione termografica 3D ad alta velocità del Fraunhofer IOF.
Come funziona?
Il sistema si basa su due telecamere monocromatiche sensibili nello spettro del visibile (VIS). Operano a frame rate superiori a 12.000 Hz e a una risoluzione di un megapixel – sebbene sia possibile avere frame rate più elevati a una risoluzione inferiore. Tuttavia, le due fotocamere non sono ancora in grado di produrre dati 3D significativi nella qualità desiderata. Inoltre, è richiesto un sofisticato sistema di illuminazione che proietti una sequenza ultraveloce di motivi a strisce. Questi modelli sono simili alle convenzionali strisce sinusoidali, ma le larghezze di tali strisce variano in modo aperiodico.
Per ottenere l’effetto desiderato, una lastra di vetro è stata verniciata a vapore con strisce metalliche di cromo. Questa lastra ruota quindi in un proiettore posto di fronte all’unità ottica, fornendo quindi il motivo a strisce necessario per l’assegnazione specifica dei pixel di entrambe le fotocamere. Tale principio viene chiamato proiezione GOBO (GOes Before Optics).
Riprese ad alta velocità
Il sistema di termocamere FLIR X6901sc SLS LWIR del Fraunhofer IOF produce immagini termiche a 1.000 Hz. I dati termici vengono combinati con i dati 3D di due telecamere in bianco e nero ad alta velocità. I ricercatori utilizzano il sistema proprietario GOBO per la proiezione necessaria di modelli a strisce aperiodiche. Le informazioni 3D vengono registrate dalle telecamere monocromatiche utilizzando le proiezioni a strisce del proiettore GOBO. I dati a infrarossi 2D della termocamera LWIR possono quindi essere uniti ai dati 3D per formare un’immagine termica 3D in un successivo passaggio, grazie alla calibrazione di tutte e 3 le telecamere.
La combinazione dei dati 3D ricostruiti con i dati 2D della termocamera FLIR X6901sc SLS ad alta velocità produce, in breve, immagini termiche tridimensionali ad alta velocità. FLIR X6901sc SLS opera nella gamma dell’infrarosso a onda lunga, quindi non è sensibile alla gamma di lunghezze d’onda del visibile e del vicino infrarosso, in cui la lampada del proiettore GOBO emette radiazioni. Poiché anche il riscaldamento dell’oggetto da parte dei modelli sinusoidali aperiodici proiettati è insignificante, il proiettore GOBO non ha alcuna influenza sull’immagine termica.
Misurazione e calcolo dei dati
Tutte e tre le telecamere registrano i dati dell’immagine contemporaneamente durante la misurazione. I dati delle telecamere in bianco e nero, combinati con la proiezione a strisce aperiodiche del proiettore GOBO, producono l’immagine 3D vera e propria. Per ciascuna immagine vengono normalmente calcolate sequenze di 10 coppie di immagini per formare un’immagine 3D. Questa “ricostruzione 3D” si traduce in una forma spaziale, sulla quale vengono sovrapposti i dati dell’immagine termica della termocamera FLIR LWIR. E’ così possibile assegnare i valori di temperatura alle coordinate spaziali in un processo di mappatura.
Procedure di calibrazione
Naturalmente il sistema composto da telecamere VIS e termocamera LWIR deve essere calibrato prima della misurazione. A tal fine il team IOF utilizza una tavola di calibrazione con una griglia regolare di cerchi aperti e pieni. Per garantire che queste strutture possano essere rilevate sia nel VIS che nel LWIR, anche con una distribuzione omogenea della temperatura, sono stati selezionati materiali con gradi di riflessione (VIS) ed emissività (LWIR) molto diversi per i cerchi e lo sfondo. I ricercatori di Jena hanno trovato una soluzione al problema utilizzando circuiti stampati. In tal modo hanno sviluppato un circuito stampato piuttosto insolito costituito da una griglia regolare di cerchi aperti e pieni invece di connessioni elettriche tra i componenti elettrici.
Risultati della misurazione al Fraunhofer IOF
Il sistema è stato testato in vari scenari: un giocatore di basket che dribblava una palla (che non solo deforma la palla, ma provoca anche un riscaldamento termico). Un’altra possibile applicazione è la misurazione dell’andamento della temperatura e la rappresentazione spaziale in caso di attivazione di un airbag. Il sistema ha registrato il processo ad alta velocità da una distanza di 3 m per mezzo secondo. Combinando i dati tridimensionali con le informazioni delle immagini termiche è risultato chiaro non solo quanto l’airbag fosse diventato caldo a seguito dell’apertura, ma anche in quale momento e con quali coordinate spaziali esatte. Tali informazioni possono aiutare a ridurre e prevenire il rischio di lesioni ai conducenti legate all’attivazione dell’airbag.
Martin Landmann del team di ricerca IOF
È possibile ottenere informazioni vantaggiose, ad esempio, osservando i crash test, studiando i processi di deformazione e di attrito, o eventi estremamente rapidi e termicamente rilevanti, come le esplosioni quando viene attivato un airbag oppure in un quadro elettrico.