Sebigas parla di innovazione tecnologica e industriale e spiega perché scegliere il biometano quale volano per una economia green e il rilancio del Sistema Italia.
Oltre all’evidente vantaggio ambientale, il biometano potrebbe rappresentare per il nostro Paese anche un grande vantaggio economico con un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metricubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale.
I suoi ambiti di applicazione sono molteplici, non solo in ambito waste ma anche agricolo. È proprio grazie alle risorse stanziate dal PNRR per lo sviluppo del biometano in ambito agricolo che sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.
I vantaggi del biogas
Tra i vantaggi economici figurano non solo non doversi più occupare dello smaltimento dei rifiuti, ma anche trasformare il rifiuto in energia per autoalimentarsi, oppure per produrre e rivendere carburante. Il biometano potrebbe rappresentare un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale.
Il biometano rispetta di più l’ambiente
Se pensiamo che dalla raccolta dell’umido di ogni singolo cittadino si produce biometano per percorrere circa 100 Km l’anno e se pensiamo che la riduzione di polveri sottili di un veicolo a biometano sono il 97% in meno di quelle di un veicolo alimentato a benzina, il gioco è presto fatto.
Vantaggi sociali
Lo sviluppo di nuove fonti energetiche e la crescente attenzione alla sostenibilità delle imprese apre nuovi orizzonti anche nel mondo del lavoro. Lo sviluppo della produzione di biogas in Italia ha generato negli ultimi anni 12mila nuovi posti di lavoro ed entro il 2030 – grazie anche al sostegno del PNRR – potrebbe crearne altri 25mila.
Roberto Salmaso, General Manager Sebigas
Il cambio di paradigma “fossile-rinnovabili” tanto atteso è l’elemento che inciderà sulla riduzione dei gas climalteranti effetto serra. A livello globale si parla di riduzioni complessive nell’ordine del 10-15% con benefici che passano attraverso il risparmio di emissioni prodotte da combustibili fossili ed effluenti zootecnici, produzione di fertilizzanti naturali in sostituzione di quelli di sintesi, immagazzinamento del carbonio nei suoli e cattura e stoccaggio della CO2.