Passiamo la maggior parte della vita in spazi chiusi e gli edifici in cui trascorriamo il nostro tempo hanno un enorme impatto sul nostro stile di vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che 12,6 milioni di morti a livello globale siano causati ogni anno da ambienti malsani, dimostrando come quanto ciò che ci circonda possa influenzare la nostra salute.
Ambienti più sani e sicuri
La pandemia ha accentuato l’attenzione su tutte le tematiche legate a salute e benessere, rendendo sempre più necessario garantire che gli ambienti in cui passiamo il nostro tempo siano quanto più possibile sani e sicuri.
Healthy building: pensare ai livelli di occupazione di un edificio
Per far sì che il concetto di “healthy building” diventi realtà, i facility manager dovranno concentrarsi su un nuovo aspetto fondamentale: i livelli di occupazione dell’edificio. Sono finiti i tempi in cui i dipendenti si sedevano alle loro postazioni fisse, cinque giorni alla settimana. Ora gli spazi di lavoro dovranno essere ridimensionati e i sistemi di prenotazione rivisti, per non parlare del modo in cui accediamo, viviamo e beneficiamo delle nostre sedi lavorative. Ma questo è solo l’inizio.
Si comincia con un problema
Per creare edifici più salubri, è necessario, innanzitutto, capire quale sia l’impatto degli attori che possono influire sulla salute e la produttività delle persone, ovvero luce, rumore, sicurezza, acqua, umidità, polvere e parassiti, qualità dell’aria e temperature.
Tuttavia, per fornire spazi di lavoro sicuri che favoriscano la collaborazione fra i dipendenti, le aziende spesso iniziano dalla soluzione. Ma l’errore sta proprio qui: il problema deve essere affrontato nella sua interezza sin dall’inizio, considerando aspetti che vanno oltre la produttività e il benessere sul lavoro e abbracciando questioni più ampie, come la riduzione delle emissioni di carbonio e dell’inquinamento dell’aria.
Da anni ormai Johnson Controls è impegnata a fianco dei propri clienti per fornire soluzioni complete di gestione ottimizzata degli edifici che, sfruttando l’utilizzo di piattaforme digitali avanzate, sono in grado di favorire analisi predittive dei dati relative al consumo energetico, automatizzare i processi e ridurre, di conseguenza, l’impatto ambientale.
Alla ricerca di una soluzione
Facility manager e amministratori di edifici devono concentrarsi prima di tutto sui livelli di occupazione. Chi sta usando gli edifici e come? Come entra in gioco questo aspetto in un’ottica di miglioramento di parametri come qualità dell’aria, temperatura, rumore, illuminazione, sicurezza, acqua, umidità, polvere e parassiti? Per migliorarli, è necessario monitorare costantemente e prevedere i livelli di occupazione, calcolandoli in base agli usi e alle caratteristiche dei vari ambienti.
Nella gestione degli edifici diventa dunque cruciale disporre dei dati e delle tecnologie necessari per avere un quadro chiaro degli spazi e dei layout interni – soprattutto perché questo cambia alla luce della pandemia – assegnando gli spazi in base agli ingressi in ufficio prenotati in anticipo dai dipendenti, decidendo chi lavora dove, a seconda della postazione più salutare in relazione alle esigenze del singolo, e migliorando l’esperienza lavorativa generale.
I progettisti, dal canto loro, devono pianificare l’uso dell’edificio fin dall’inizio. Invece di concepire edifici sulla base di livelli minimi di presenza, come è attualmente da prassi, dovranno capire e basarsi sull’occupazione massima. Questo piccolo cambiamento potrebbe salvare delle vite, migliorando la qualità dell’ambiente che andrebbe regolata grazie a sensori capaci di calcolare il numero di persone presenti in un determinato spazio, al fine di offrire sempre livelli di comfort ottimali.
Questi cambiamenti così significativi nella gestione e utilizzo degli spazi ruotano attorno alla centralità del concetto di “wellbeing” aziendale, in cui la salute e il benessere della persona rappresentano il volano di qualsiasi trasformazione all’interno di un’organizzazione.
OpenBlue Healthy Buildings di Johnson Controls per migliorare il benessere e la produttività sul lavoro
Al fine di rispondere al meglio a questa sfida decisiva, Johnson Controls ha recentemente lanciato sul mercato OpenBlue Healthy Buildings, la suite più completa di soluzioni connesse
per migliorare il benessere e la produttività sul lavoro, ottimizzare le prestazioni di edifici e asset, guidare gli obiettivi aziendali di sostenibilità e assicurare la salute delle persone.
Per esempio, proprio guardando ai cambiamenti delle nostre abitudini sui luoghi di lavoro, con OpenBlue è possibile gestire metodi di ventilazione focalizzati sulla maggiore circolazione dell’aria esterna e impostare in modo ottimale temperatura e umidità per ridurre la trasmissione di agenti patogeni. Si possono inoltre utilizzare e controllare metodi di irradiazione germicida ultravioletta per rendere inattivi gli organismi virali.
In termini invece di flussi di accesso e movimento all’interno del Building a seguito delle differenze di comportamento dovute alla diffusione del Covid-19, attraverso OpenBlue i facility manager, i responsabili della sicurezza e delle Risorse Umane dispongono di funzionalità avanzate per il rilevamento della temperatura corporea e il monitoraggio del distanziamento sociale.
Lo screening rapido della temperatura viene effettuato mentre le persone sono in movimento ed è ideale per monitorare la temperatura agli ingressi degli edifici, in modo completamente non intrusivo e senza la formazione di code.
Il monitoraggio del distanziamento sociale avviene invece in tempo reale, segnalando potenziali situazioni di non rispetto delle distanze minime e con l’invio di un messaggio di avviso al personale quando si verifica una non conformità.
Il quadro generale
Se affidarsi a tecnologie in grado di rendere gli edifici ambienti più salubri per le persone è senza ombra di dubbio la giusta scelta, questo non può tuttavia avvenire facendo pagare il conto al pianeta. Umidità e temperatura, per esempio, influenzano salute e comfort, ma non per questo l’aria condizionata dovrebbe essere sempre al massimo, ostacolando gli sforzi di sostenibilità ed efficienza.
Ci deve essere un equilibrio, e proprio concentrandosi sui livelli di occupazione piuttosto che solo su sostenibilità o esperienza degli utenti, le organizzazioni potranno raggiungere i loro obiettivi di ESG ed efficienza e, allo stesso tempo, ottenere il massimo dai dipendenti, lasciando il compito più complesso a sensori e altre tecnologie.
Per farlo, tuttavia, i dati e le decisioni provenienti da questi sensori devono essere misurati e compresi correttamente. Usare gli indicatori di performance dell’edificio e confrontarli con i dati del personale può rivelarsi utile, ad esempio, per monitorare i giorni di malattia o avere un quadro generale migliore dell’impatto degli edifici sullo staff. In questo modo, se qualcosa non va, può essere corretto – dando la priorità alla salute dei dipendenti senza costi eccessivi o senza sacrificare la salute del pianeta.
Ora che le aziende stanno riaprendo gli uffici, l’esigenza di capire e rendere prioritario il livello di occupazione degli spazi è fondamentale. Le aziende dovrebbero rivalutare l’impiego delle proprie strutture e decidere quali cambiamenti e misure mettere in atto per garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. Dopo un anno, passato a lavorare da remoto è giunto il momento di prendere sul serio gli edifici in cui lavoriamo: se un’azienda ha considerazione dei propri dipendenti, l’occupazione dei suoi edifici deve inevitabilmente essere in cima alla lista delle priorità.