La digitalizzazione è il motore del progresso: Data4, in prima linea per la fornitura di servizi, analizza il delicato momento legato agli elevati costi dell’energia.
In un periodo in cui i dati sono al centro di molti processi, IDC prevede che quest’anno circa il 65% del PIL globale sarà direttamente o indirettamente derivante dalla digitalizzazione. Ad oggi, quindi, possedere una forte infrastruttura digitale è la base per fare innovazione, stare a passo con la transizione e continuare ad essere competitivi economicamente sul mercato.
Per queste ragioni, il settore dei Data Center (oggi valutato oltre 3 miliardi di euro), sta vivendo una rapidissima evoluzione: tutte le nostre attività online quotidiane, dall’invio di mail all’uso di Netflix e Whatsapp, necessitano di queste infrastrutture fisiche per la sicurezza e la gestione dei dati. Si tratta quindi di un tema che coinvolge non solo i singoli individui, ma anche e soprattutto i grandi player privati e pubblici, nonché l’agenda politica nazionale.
Ogni tipo di Società, dalle agenzie governative, alla sanità o la pubblica amministrazione, utilizzano data center esterni per ospitare le proprie apparecchiature IT, assicurandosi così che i dati sensibili siano custoditi in edifici intelligenti, gestiti da esperti di settore. Come nel resto d’Europa, anche in Italia la costruzione di datacenter accelera sulle ali della digitalizzazione: la richiesta di sovranità del dato e lo sviluppo del cloud computing spingono sempre più realtà a scegliere Data Center costruiti su suolo italiano per ragioni di sicurezza e di accessibilità al dato in casi di emergenza, accrescendo così la domanda di costruzioni di nuove e sempre più avanzati campus data center.
– Ma quanto costa la crisi energetica ai Data Center, e quindi, alla digitalizzazione del Paese?
I dati ci dicono che il settore digitale è oggi responsabile del consumo del 4,2% dell’energia. I data center sono il pilastro della trasformazione digitale e dunque una colonna portante di ogni sviluppo economico futuro; si tratta però di attività energivore, che a livello globale sono responsabili dell’1,5% dei consumi energetici mondiali.
Davide Suppia, Country Director e VP Sales di Data4 Italia
Abbiamo dovuto raddoppiare la potenza per soddisfare le richieste dei nostri clienti.
Il manager propone un elemento di riflessione importante nel dibattito in corso fra politica e imprese: il costo energetico della digitalizzazione, e la necessità delle infrastrutture data center di far fronte al caro prezzi per non rallentare la transizione digitale in corso a livello Nazionale.
In quest’ottica, la chiave per far fronte alla crisi passa per l’efficienza energetica dei data center e dall’uso di energia rinnovabile. Il settore dei data center è infatti un’industria altamente energivora, poiché la gestione dei data center richiede una grande quantità di elettricità: attualmente, però, il settore funziona per l’88% con energia elettrica prodotta in modo sostenibile e si posiziona come una industry leader nell’ambito di investimenti e soluzioni più all’avanguardia per lo sviluppo green delle infrastrutture digitali.
– Da dove arriva tutta la potenza che assorbite?
Questa potenza ci arriva attraverso un accordo globale che abbiamo con Terna ed Enel. Terna è l’unico operatore in Italia che può erogare potenze in alta tensione che alimentano il backbone nazionale italiano. Ma è anche il più “pulito” perché l’energia erogata è certificabile green e per noi questo è molto importante, avendo potenze in gioco così elevate. Il 100% dell’energia consumata dal nostro DC è infatti compensata da energia “verde” reimmessa nella rete.
Nello specifico, Terna porta due collegamenti ad alta tensione da 135.000 volt con linee ridondate proprietarie nel Campus di Cornaredo. Acquisiamo l’energia da vicine sottostazioni di Terna per alimentare il campus. Inoltre, abbiamo costruito una stazione di trasformazione a nostro uso esclusivo, che ci consente di portare l’alta tensione da 135.000 volt, che sarebbe inutilizzabile, a una media tensione di 15.000 volt, la quale a sua volta alimenta tutti i data center. Quindi ogni data center ha un ingresso a 15.000 volt e cabine di trasformazione per erogare i servizi in sala dati.
L’utilizzo dell’alta tensione ci garantisce alti livelli di affidabilità e continuità del servizio, basti pensare che dal 2004, anno in cui un albero mise in blackout le linee che collegavano la Svizzera con l’Italia, non si registrano interruzioni sulle linee di alta tensione.
Per noi è fondamentale che l’alimentazione elettrica sia costante e continua perché le macchine ovviamente non si possono spegnere. Non possiamo certo permettercelo con clienti come il più grande gruppo ospedaliero privato d’Italia, istituti finanziari e realtà tecnologiche internazionali che hanno tutte le infrastrutture informatiche all’interno dei nostri data center.