Ognuno può fare la sua parte nella produzione e nell’adozione di politiche comportamentali di risparmio energetico: l’informazione per formare il cittadino, la tecnologia per sviluppare l’omnicanalità, bollette più comprensibili, investimenti sugli installatori sono alcuni dei concetti più importanti emersi nel dibattito durante l’ottava edizione di Utility Day, l’evento di IKN Italy che rappresenta il punto di incontro della community italiana del settore Gas & Power.
Il dibattito si è focalizzato sulle conseguenze – sia lato consumatori sia utilities – del caro bollette e sulle strategie che stanno mettendo in atto le aziende per venire incontro alle esigenze dei propri clienti.
In Italia sono già stati fiscalizzati circa 60 miliardi di euro di costi bollette, solo in piccola parte compensati dalle norme per il recupero degli extraprofitti: questa cifra rappresenta più dell’intero capitolo 2 del PNRR (quello della transizione ecologica). Secondo i piani del Green Deal europeo, che prima il Presidente Draghi e successivamente il Presidente Meloni – in occasione di COP27 – hanno confermato, in Italia nel 2030 quasi tre quarti dell’elettricità saranno prodotti da rinnovabili, per lo più con costi solo fissi. Lo “shock bollette” sta avendo effettivi negativi anche sullo strumento delle garanzie in origine, in quanto i clienti con forniture verdi faticano a comprendere come mai anche a loro si applichi l’effetto gas.
Numerose le realtà che si stanno trasformando in auto-produttori: si stima che nel 2022 siano state installate il triplo di FER (Fonti Energia Rinnovabile) rispetto al ‘21, nonostante le norme sugli extraprofitti.
E quindi come evolverà il modello di business? Ovviamente le rinnovabili rappresentano il mezzo per uscire da questa situazione e dalle conseguenze dei rincari su imprese e famiglie: attualmente registriamo il 40% di produzione da fonti rinnovabili, solo quando si arriverà al 70% si potrà abbattere il costo in bolletta. L’obiettivo sarà raggiunto però solo nel 2030.
Come velocizzare i tempi?
Tutti sono coinvolti in questo percorso: la diversificazione degli approvvigionamenti, già attuata dal Governo, la semplificazione della burocrazia e l’investimento sugli installatori. Quest’ultimo rappresenta un tema cruciale emerso più volte nel dibattito, in quanto la domanda supera in modo considerevole l’offerta. Anche i cittadini possono contribuire: basti pensare che in Italia ci sono 2 milioni di tetti disponibili e adatti per ospitare gli impianti. Nel fare ognuno la propria parte nel produrre energia, il sistema Italia diventerebbe più libero e competitivo.
La tecnologia rappresenta il principale driver non solo per informare il cittadino, ma anche per formarlo. Il volume dei consumi deve essere ridotto: il 30% dell’energia utilizzata dai clienti viene sprecata per un uso non corretto. Bisogna quindi intervenire sulla cultura dell’utente, modificandone le abitudini, rendendolo consapevole degli sprechi conseguenti ad abitudini errate. Ma anche le bollette devono diventare più comprensibili: l’autorità richiede trasparenza, ma quest’ultima non corrisponde alla semplicità.
Le utilities sono chiamate a uno sforzo comunicativo, valutando anche l’inserimento di nuove professionalità. L’omnicanalità gioca un ruolo strategico, in quanto il cliente deve essere libero di scegliere il canale e di cambiarlo durante il suo percorso. Inoltre, la comprensione del consumo e del controllo diventa il vero valore per l’utente, possibile solo attraverso la digitalizzazione dei servizi volta a migliorare la customer experience.
Questi sono stati i principali temi trattati nella plenaria di apertura della giornata, che ha visto tra i protagonisti:
- Massimo Bello – AIGET Presidente
- Michele Governatori – Energy Programme Lead ECCO think tank
- Aurora Viola – Head of Market Italy ENEL
- Giorgio Tomassetti – CEO Octopus Energy Italia
- Stefano Fumi – Progetto Energia PostePay
- Isabella Malagoli – Direttore Generale Hera Comm
- Valerio Marra – Chief of Commercial and Trading Acea
- Massimo Brizi – CEO NeN