Il concetto di Smart City così come è stato inteso finora, ovvero una città in cui la tecnologia è il principale fattore di sviluppo, è fallito perché impropriamente interpretato nei casi in cui si è tentato di realizzarlo. È dunque necessario vagliare un approccio differente per lo sviluppo di questo modello, che parta dall’ascolto dei bisogni e delle nuove sensibilità dei cittadini – veri e propri Smart Citizen – che diventano attori protagonisti dello sviluppo della propria città. Il punto di partenza di questo percorso, in una visione di una città sempre più digitale e interconnessa, è la mobilità, attuale protagonista di forti cambiamenti, che rappresenta un elemento chiave per la sua evoluzione.
Sono questi i principali temi trattati da Monitor Deloitte durante la VI Conferenza Nazionale Sharing Mobility.
Un approccio differente nello sviluppo dei modelli cittadini
Se si considera che il 95% dei cittadini ritiene importante la presenza di servizi di prossimità di utilizzo «quotidiano e non» nella zona in cui risiede e che per 7 italiani su 10 il proprio quartiere non è in grado di soddisfare i bisogni indicati come prioritari (istruzione, salute, verde pubblico…), appare evidente la necessità di un differente approccio nello sviluppo dei modelli urbani, che ponga al centro i bisogni e la sensibilità rinnovate dei cittadini. Gli italiani vorrebbero principalmente avere all’interno del proprio quartiere supermercati e alimentari (richiesti dal 70% degli intervistati), verde pubblico (48%) e ospedali e centri medici (47%, percentuale che sale al 62% per la fascia più anziana della popolazione).
Inoltre, si conferma la crescente attenzione su tematiche di sostenibilità (2 italiani su 3 dichiarano di voler vivere e consumare in modo più equo e sostenibile e per l’85% degli intervistati la sostenibilità è una leva strategica prioritaria per lo sviluppo di modelli cittadini) e digitalizzazione (91% degli intervistati si mostra propenso all’utilizzo di soluzioni digitali per la gestione di pratiche amministrative, seppure solo 1 cittadino su 10 indica che ad oggi la pubblica amministrazione del proprio comune abbia un elevato livello di digitalizzazione).
Lo Smart Citizen: attore e co-creatore del percorso di evoluzione urbanistica
Emerge attualmente un sentimento di lontananza con i cittadini, considerando che il 90% non si sente coinvolto attivamente nello sviluppo di iniziative di miglioramento della città e che l’82% non è pienamente a conoscenza delle iniziative di sviluppo della città.
Nonostante questo, si delinea una nuova figura che ritiene che un proprio coinvolgimento potrebbe portare benefici tangibili (70% dei cittadini), non più semplice destinatario e utilizzatore di servizi ma partecipante attivo alla costruzione del proprio quartiere/città: lo Smart Citizen.
Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte
Le tendenze individuate confermano il trend di evoluzione del modo di vivere la città da parte del cittadino che è sempre più consapevole delle proprie necessità ma anche pronto e desideroso di contribuire allo sviluppo dei contesti urbani. Un cittadino Smart (Smart Citizen): interessato e attento ai temi della sostenibilità, pronto a cogliere i benefici della digitalizzazione, attento giudice della qualità dei servizi e pronto a partecipare attivamente allo sviluppo del proprio quartiere e città.
La mobilità cittadina ha un ruolo fondamentale
Nel nostro Paese, in cui il 77% della popolazione vive in comuni con meno di 100.000 abitanti, 3 cittadini su 4 dichiarano che l’80% dei viaggi sono all’interno del proprio contesto urbano ma solo il 16% dichiara un elevato livello di soddisfazione per i servizi di mobilità utilizzati. Tuttavia, se l’83% dei cittadini è favorevole a utilizzare meno l’auto privata se il trasporto pubblico fosse più efficiente, solo il 20% dei cittadini crede che la città offra soluzioni di mobilità alternative adeguate e il solo 1 su 3 ritiene che ci siano le condizioni di sicurezza adatte all’utilizzo di nuovi mezzi di trasporto leggeri all’interno del proprio quartiere.
Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte
È in questo ambito che vanno ideate le soluzioni di evoluzione della mobilità anche alla luce del momento propizio in termini di investimenti stanziati. Tuttavia, pensare di proporre soluzioni troppo similari fra loro in contesti urbani come quelli italiani, che affondano le proprie radici su una concezione di comunità a forte caratterizzazione territoriale, rischierebbe di comprometterne la realizzazione ed i benefici connessi. Si aprono dunque le porte ad un percorso di evoluzione secondo una logica di sistema dove, partendo da una visione comune, si dia seguito ad un piano pragmatico, coinvolgendo tutti gli attori essenziali di questo cambiamento: istituzioni centrali e locali, imprese, centri di ricerca ed istruzione e cittadino.
I punti salienti emersi durante la VI Conferenza Nazionale Sharing Mobility
- Il 95% dei cittadini ritiene importante la presenza di servizi di prossimità di utilizzo «quotidiano e non» nella zona in cui risiede, ma 7 italiani su 10 ritengono che il proprio quartiere non sia in grado di offrire e soddisfare i bisogni indicati come prioritari.
- Si conferma la crescente attenzione su tematiche come sostenibilità (2 italiani su 3 dichiarano di voler vivere e consumare in modo più equo e sostenibile) e digitalizzazione (solamente 1 cittadino su 10 ritiene efficiente una gestione unicamente fisica per la gestione della burocrazia).
- Il 90% non si sente ancora coinvolto attivamente nello sviluppo di iniziative di miglioramento della città, ma il 70% dei cittadini pensa che un proprio coinvolgimento potrebbe portare benefici tangibili.
- L’evoluzione dei contesti urbani non può prescindere dall’evoluzione della mobilità cittadina: 3 cittadini su 4 dichiarano che l’80% dei viaggi sono all’interno del proprio contesto urbano.
- Ad oggi, meno del 20% dei cittadini crede che la città offra soluzioni di mobilità innovative e l’83% è favorevole ad utilizzare meno l’auto privata se ci fossero soluzioni alternative.