Cortexa fa notare che con il decreto-legge n. 11, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 febbraio 2023, si cancella la possibilità di usufruire delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per interventi con Superbonus ed Ecobonus e si vieta alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti.
Stefano Deri, Presidente di Cortexa, riflette sulle novità più recenti relative al Superbonus.
Un intervento drastico
La decisione del governo di intervenire in modo così drastico sul meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura, imponendone il divieto, rischia seriamente di paralizzare il mercato delle riqualificazioni energetiche degli edifici. Questa misura è incoerente rispetto agli impegni presi dall’Italia e dall’Europa in termini di riduzioni di consumi energetici ed emissioni. Senza considerare che l’intera filiera si era attrezzata per far fronte alla forte domanda di interventi, incrementando la produzione di materiali, rifornendo i magazzini e assumendo personale qualificato.
L’entrata in vigore di questa misura colpirà tutte le aziende del settore, e temiamo danni economici molto pesanti. Il Governo aveva inoltre espresso l’intenzione di facilitare l’accesso ai bonus per i cittadini meno abbienti; in realtà, in assenza delle opzioni dello sconto in fattura e cessione del credito, non potendo questi disporre di un capitale iniziale elevato per seguire i lavori, saranno ancor più svantaggiati.
Il Sistema a Cappotto
Il Sistema a Cappotto, principale protagonista della transizione energetica nel settore edile, consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani. Insieme a un piano coerente e a lungo termine di incentivazione fiscale, rappresenta l’unica vera strada percorribile per riqualificare gli edifici esistenti più energivori e soddisfare quanto previsto dalla direttiva europea EPBD sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici, inserita all’interno del pacchetto clima “Fit for 55″.
Il patrimonio immobiliare italiano è composto al 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976. Alla luce degli ultimi provvedimenti non ci sono le condizioni per intervenire in maniera significativa su un problema così vasto.