Giovedì 4 maggio si è tenuto presso il Palazzo Rospigliosi a Roma un evento per la presentazione del Rapporto Strategico della Community Smart Building – 1a Edizione, curato da The European House – Ambrosetti. L’evento aveva come titolo “L’Italia del cambiamento – Gli Edifici Intelligenti per la crescita e la modernizzazione del Paese”.
Ha fatto da moderatrice Silvia Berzoni, giornalista del canale televisivo italiano Class CNBC, mentre i risultati e le proposte della prima edizione della Community Smart Building sono stati illustrati da Lorenzo Tavazzi (Partner, The European House – Ambrosetti). Sono intervenuti anche Silvia Grandi (Direttore Generale Economia Circolare, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE) e Marco Morini (Policy Officer, Unità Edifici e Prodotti, DG ENER, Commissione Europea).
Durante l’evento si sono tenute due tavole rotonde. Alla prima, dal titolo “Il rinnovamento, l’ammodernamento e l’efficientamento degli edifici italiani in ottica smart” hanno partecipato Massimo Colombo (Presidente, ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – Varese), Riccardo Zanette (Vice President, MCZ Group), Paolo Lioy (Presidente, APPLIA – Associazione Produttori Elettrodomestici), Guido Broggi (Group Demand Generation Director, Celli Group), Ilaria Bertini (Direttrice, Dipartimento Efficienza Energetica, ENEA).
Alla seconda tavola rotonda, “Il paradigma degli edifici intelligenti progettati come hub di servizi orientati a sostenibilità, sicurezza e wellbeing” sono intervenuti Andrea Vicario (Building Application – Sales Manager, ABB), Diego Gianetti (Direttore Commerciale, Bticino) Giovanni Lorino (Amministratore Delegato, Kone), Paolo Ferrari (Amministratore Delegato, Comoli Ferrari), Francesco Burrelli (Presidente ANACI Nazionale).
Ha chiuso i lavori l’intervento del Ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso.
Presentazione dei risultati e delle proposte della prima edizione della Community Smart Building (Lorenzo Tavazzi)
Lorenzo Tavazzi ha illustrato i risultati ottenuti dopo un anno di lavoro da parte della Community Smart Building, che vuole essere una piattaforma di confronto e di produzione di conoscenza sui temi di smart building, all’interno di una visione strategica e di un modello operativo condiviso, per favorire il dialogo e le relazioni tra l’industria e le istituzioni. Il lavoro della prima edizione della Community Smart Building è stato strutturato in quattro punti:
- Il concetto di smart building e i suoi elementi componenti: definizione operativa, policy e proposte
- Osservatorio smart building: mappatura della filiera industriale, tecnologica e di servizio, modello di stima degli impatti associati all’evoluzione smart
- Network della Community con istituzioni e stakeholder esterni: relazioni con istituzioni europee, nazionali, regionali, locali, dialogo per favorire lo scambio di esperienze
- Attività di comunicazione e visibilità smart building: evento annuale per la presentazione dei lavori della Community, comunicazione pubblica sui media e istituzionale
Oggi la definizione di smart building non è univoca e a seconda del contesto è parziale o focalizzata su aspetti specifici.
Lorenzo Tavazzi (Partner, The European House – Ambrosetti)
La proposta della Community per la definizione di smart building: un hub di servizi automatizzati real time e adattativi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili, che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche, dei costi di realizzazione e di gestione, la massimizzazione del benessere e della sicurezza degli individui.
Lo smart building implica una filiera industriale (composta da 350.000 imprese, con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e 626.000 occupati) e di servizio ad alto valore aggiunto e alti tassi di dinamicità, con effetti moltiplicativi molto rilevanti, su cui l’Italia ha competenze di eccellenza. La filiera estesa dello smart building in Italia coinvolge 35 settori e oltre 180 sotto-settori (progettazione e design, materiali per la costruzione, sistemi elettronici, costruzioni, tecnologie e prodotti, servizi di supporto).
La filiera ha tassi di dinamicità molto alti: crescita anno su anno superiore alla media nazionale, fatturato + 4,4%, valore aggiunto + 5,1%, occupati + 3,5% (dati pre Covid). Anche durante il periodo Covid questa crescita è stata superiore rispetto alla media nazionale. Tale crescita funziona da volano per l’economia, sia come fatturato (per ogni 100 euro investiti nella filiera si attivano ulteriori 187 euro nella filiera collegata) sia per l’occupazione (100 euro portano a ulteriori 178 euro).
La riconversione in ottica efficiente e smart degli edifici residenziali italiani può generare rilevanti benefici e livello ambientale, con significativi risparmi economici per i cittadini. Gli edifici in Italia nel 2021 hanno inciso sulle emissioni per il 18%, sui consumi energetici per il 28%. Il parco immobiliare in Italia è vetusto, con un tasso di rinnovamento di solo lo 0,85% all’anno (circa la metà di quello europeo, un terzo di quelli tedesco e francese). Con i fondi del PNRR (13,9 miliardi di euro) sarebbe possibile arrivare a un tasso di rinnovo del 1,2%, ancora lontano dal 2,1% necessario per allinearsi al target europeo.
La Community ha definito una roadmap per l’implementazione del concetto di smart building in Italia, basata su tre fattori abilitanti e 10 proposte operative. I tre fattori abilitanti:
- Definire gli standard associati allo smart building e affermare una definizione univoca
- Sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti nel settore
- Supportare le filiere industriali e i sistemi dell’innovazione nazionali legati alle tecnologie smart per gli edifici, per sviluppare le relative competenze
Le dieci proposte operative:
- Definire tutti gli standard associati allo smart building secondo la definizione proposta dalla Community
- Considerare l’integrazione delle tecnologie smart e il risparmio idrico come temi fondativi, con inserimento nei regolamenti edilizi comunali di fondi per l’efficientamento
- Promuovere la classe energetica degli edifici con anche i prodotti e le tecnologie che lo caratterizzano (elettrodomestici, impiantistica, illuminazione e così via)
- Adottare obblighi incentivati, con requisiti minimi di legge, per dare continuità e stabilità agli incentivi
- Creare un unico repository per avere facile accesso a una mappatura dettagliata di tutti gli incentivi esistenti
- Creare uno sportello unico, in cui i cittadini siano guidati, con soluzioni e garanzie integrate (come fornitori qualificati, finanziamenti, controllo qualità)
- Creare un Libretto di Manutenzione della Casa a valenza legale, che vada oltre la sola categoria energetica dell’edificio
- Prevedere sostegni per gli attori della filiera dello smart building (progettisti, contractor, installatori, impiantisti)
- Creare un organismo di coordinamento interministeriale trasversale sui temi dello sviluppo degli smart building
- Rafforzare o costruire le competenze necessarie per lo smart building (nuovi programmi formativi, percorsi di formazione a supporto di tutti gli operatori della filiera estesa)
Il punto di vista delle Istituzioni
Silvia Grandi (Direttore Generale Economia Circolare, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE)
Fondamentale per un vero smart building è seguire i dettami dell’economia circolare. Ma non basta riciclare, bisogna anche fare in modo che il prodotto con materiali riciclati non costi di più (o almeno non molto di più) di quello fatto con materie prime vergini. Per ora non c’è una soluzione, il MASE è al lavoro su questo aspetto. Inoltre è necessario progettare secondo criteri di ecodesign: pensare fin dall’inizio al riciclo dei materiali, per esempio con edifici modulari facilmente smontabili. Per quanto riguarda i rifiuti da costruzione inerti (cemento e simili), l’obiettivo europeo è di riciclarne il 70%, il 78% in Italia.
Marco Morini (Policy Officer, Unità Edifici e Prodotti, DG ENER, Commissione Europea)
Il tasso di rinnovo degli edifici è comunque basso nell’intera Europa, quindi servono nuovi stimoli per accelerare il rinnovamento, per arrivare alle zero emissioni entro il 2050. In quest’ottica, l’Europa ha compiuto una revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), che descrive le seguenti aree di intervento:
- Ristrutturazione: piani nazionali di ristrutturazione, norme minime di prestazione energetica, attestati di prestazione energetica, passaporti di ristrutturazione per edifici
- Decarbonizzazione: edifici a zero emissioni per le nuove costruzioni, considerazione del carbonio nell’intero ciclo di vita dell’edificio, eliminazione graduale degli incentivi per i combustibili fossili
- Modernizzazione e digitalizzazione: infrastrutture per una mobilità sostenibile, banche dati sulla digitalizzazione degli attestati di prestazione energetica
- Finanziamento: finanziamenti pubblici e privati, assistenza tecnica, standard di ristrutturazione, priorità alle famiglie vulnerabili e alle persone in condizioni di povertà energetica
Principali disposizioni in tema di smart technology:
- Building Automation and Control Systems (BACS): monitorare, registrare, analizzare l’uso dell’energia (dal 2024 per edifici con consumo maggiore di 290 kW, dal 2025 per edifici residenziali)
- Sistemi tecnici per l’edilizia: sono state ampliate le disposizioni esistenti sull’installazione di sistemi di controllo della temperatura
- Scambio dei dati: creazione di una base giuridica per assicurare l’accesso diretto ai dati dei sistemi edilizi (prestazioni energetiche, sistemi automazione e controllo) a proprietari, locatari e gestori degli immobili
- Mobilità elettrica: disposizioni per il numero minimo di punti di ricarica, pre cablaggio ed eliminazione degli ostacoli negli edifici residenziali
- Smart Readiness Indicator (SRI): sistema comune facoltativo a livello di EU per valutare la predisposizione degli edifici alle funzioni smart, con obbligo per edifici non residenziali con consumi superiori a 290 kW
Tavola Rotonda: Il rinnovamento, l’ammodernamento e l’efficientamento degli edifici italiani in ottica smart
Massimo Colombo (Presidente, ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – Varese)
È importante non concentrarsi troppo sull’aspetto digitale degli smart building a scapito delle problematiche costruttive, delle caratteristiche sostenibili dei materiali. L’edificio è costituito da molti ingredienti, con il corpo che dura tranquillamente più di 50 anni, mentre un apparecchio elettronico ha una vita di circa 10 anni.
Riccardo Zanette (Vice President, MCZ Group)
Il riscaldamento degli smart building nel prossimo futuro sarà effettuato tramite pompe di calore e fotovoltaico, solare termico, idrogeno in caldaie o celle a combustibile, combustione evoluta della biomassa. In media, i consumi energetici per il riscaldamento residenziale sono pari al 19%. Oggi il 68% delle famiglie usa il metano per il riscaldamento, il 15% le biomasse, l’8,5% l’energia elettrica, il 5,6% il GPL, il 2,6% il gasolio, solo lo 0,3% il solare. Per quanto riguarda il tipo di energia da fonti rinnovabili nel settore termico in Italia (residenziale, industriale e agricolo insieme), il 68% deriva dalle biomasse, il 25% dalle pompe di calore, il 2% da solare, l’1% da geotermia, il 4% da altre fonti.
La biomassa (pellet) è carbon neutral, perché ottenuta da piante che nel loro ciclo di vita hanno assorbito più CO2 di quanta ne venga emessa con la combustione. L’impiego di pellet permette di sfruttare gli scarti della lavorazione del legno (pari a circa il 40%) e di recuperare gli alberi caduti, che vanno rimossi per favorire la crescita di alberi nuovi.
Per quanto riguarda il particolato sottile, i generatori a biomassa più recenti riducono di molto le emissioni: una stufa moderna emette 20 – 30 mg/nanometro cubo, una stufa a gassificazione meno di 15, contro i 480 di una stufa a legna tradizionale e gli 860 di un camino aperto. I rendimenti sono maggiori del 90% per una stufa a pellet con gassificazione, solo il 30% per un camino aperto.
Paolo Lioy (Presidente, APPLIA – Associazione Produttori Elettrodomestici)
È importante che lo smart building contenga elettrodomestici smart. Nella bolletta di una famiglia tipo in Italia, il 58% della spesa è dovuto agli elettrodomestici. C’è moltissimo da fare per rinnovare il parco elettrodomestici istallato. Solo il 3% in Italia è aggiornato, il resto è composto da apparecchi vecchi e inefficienti, che consumano molto. L’età media del parco elettrodomestici in Italia è di 13 anni. Un elettrodomestico di nuova generazione risparmia il 60 – 70% rispetto a una macchina di 10 anni fa.
Guido Broggi (Group Demand Generation Director, Celli Group)
L’Italia è il Paese con il maggior consumo idrico in EU, con un consumo di acqua potabile che è il doppio della media europea. È il primo paese in Europa per consumo di acqua in bottiglia. Servono quindi una riduzione dei consumi, un riciclo dell’acqua (come la raccolta dell’acqua piovana, il riuso delle acque bianche filtrate per l’irrigazione dei giardini), l’implementazione di controlli smart e digitalizzati per la fornitura di acqua, personalizzata sull’individuo.
Ilaria Bertini (Direttrice, Dipartimento Efficienza Energetica, ENEA)
Per incentivare la rottamazione si potrebbero rilasciare buoni sconto a seguito di rottamazione eseguita in maniera corretta. In molti paesi esteri è già così. I principi fondanti per la sostenibilità di uno smart building devono essere la riduzione dei consumi, lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, l’ottimizzazione tramite la digitalizzazione.
Per quanto riguarda la riqualificazione energetica, ENEA ha studiato un sistema costruttivo per ridurre tempi e costi, basato sul metodo off-site construction, che consiste nel costruire pannelli isolanti prefabbricati, che possono essere montati in maniera semplice e veloce, senza neanche l’impiego di ponteggi, grazie ad apposite staffe.
Tavola Rotonda: Il paradigma degli edifici intelligenti progettati come hub di servizi orientati a sostenibilità, sicurezza e wellbeing
Andrea Vicario (Building Application – Sales Manager, ABB)
Per ABB lo smart building è un pezzo della smart city, un elemento di un sistema integrato più ampio, che consenta di ottenere una qualità di vita migliore e una sostenibilità più completa possibile. Idealmente, un edificio moderno di tipo smart non deve assorbire energia, ma deve produrla e immetterla in rete.
Diego Gianetti (Direttore Commerciale, Bticino)
Bticino ha da sempre sostenuto che la domotica deve essere per tutti, non deve essere riservata a pochi utenti con ampie disponibilità economiche. Le funzioni base fornite dai prodotti Bticino sono per tutti, sono economicamente accessibili.
Giovanni Lorino (Amministratore Delegato, Kone)
In un’ottica di gestione efficiente dell’energia, gli ascensori Kone possono recuperare l’energia, per esempio quando il contrappeso è più pesante della cabina e deve scendere. L’energia così prodotta è immessa nella rete dell’edificio. Inoltre un ascensore smart Kone è capace di chiamare da solo il call center in caso di malfunzionamenti. Grazie all’AI è possibile prevedere i guasti, prima che si verifichino. I possibili malfunzionamenti sono individuati tramite sensori che controllano il comportamento dei vari componenti.
Francesco Burrelli (Presidente ANACI Nazionale)
In Italia ci sono 1.300.000 condomini, più del 70% risale al 1974 e 1976. Questa vetustà non crea solo problemi per quanto riguarda i consumi e l’efficientamento, ma anche per la sicurezza delle persone che vi abitano. Purtroppo quasi nessuno parla di sicurezza. ANACI calcola che servirebbero 80 – 90 miliardi di euro per l’aggiornamento ecologico degli edifici.
Adolfo Urso (Ministro delle Imprese del Made in Italy)
Le direttive europee sulle prestazioni energetiche degli edifici devono essere rese compatibili con la situazione italiana, caratterizzata da immobili costruiti molte decine di anni fa, ma che hanno un valore storico, artistico e architettonico importante. Il processo di efficientamento deve essere compatibile anche con le risorse economiche che il nostro Paese può mettere a disposizione. Da parte dell’Europa, serve un approccio razionale e pragmatico, non ideologico, che tenga conto delle peculiarità di ogni Paese.
Il Governo è consapevole che è necessario fare uno sforzo per sostenere le imprese in questa transizione ed è al lavoro per ridefinire gli obiettivi e le risorse economiche necessarie (PNRR in primis) per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella Transizione 5.0.
Adolfo Urso (Ministro delle Imprese del Made in Italy)
Il patrimonio immobiliare italiano non va congelato né tantomeno demolito, va conservato e rinnovato in maniera graduale, in maniera compatibile con quello che è il frutto di millenni di storia.