I prodotti elettronici vengono certificati da numerosi enti a garanzia delle loro prestazioni, della loro qualità costruttiva e prestazionale nonché del loro impatto ambientale. Questi enti verificano che ogni prodotto risponda a stringenti requisiti e non è assolutamente detto che si riesca ad ottenere queste certificazioni. I prodotti GP vengono certificati con il Nordic EcoLabel che è un marchio relativamente conosciuto in Italia. Francesca Callegari, Go to Market manager GP, ne parla in questa intervista agganciandosi anche alle normative europee che fra sette anni rivoluzioneranno il business delle batterie.
Che cos’è il Nordic EcoLabel?
Il Nordic Ecolabel è un marchio di qualità ecologica di tipo 1 (ISO 14024) che rientra fra i più credibili e rigorosi al mondo. Nato nel 1989 su decisione del Consiglio dei Paesi Nordici (anche conosciuto come Nordic Co-operation che vede riunite Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) come schema volontario di etichettatura ecologica, è l’etichetta ufficiale supportata e riconosciuta come tale in tutti i paesi nordici con lo scopo di permettere ai consumatori e ai buyers i prodotti più rispettosi dell’ambiente e dalle aziende uno strumento efficace per sviluppare prodotti e servizi più sostenibili.
Senz’altro in Italia sono in molti quelli che l’hanno visto su diversi prodotti e probabilmente sono in molti quelli che non sanno bene che cosa rappresenti. Riassumendo si può dire che è un modo semplice per comunicare in modo immediato l’impegno ambientale di un’azienda verso i suoi clienti ed ai propri consumatori.
Di fatto è un marchio difficile da ottenere perché ha requisiti che sono in molti casi più stringenti rispetto alla legislazione e alle normative. La Nordic EcoLabel intende rendere chiari alle aziende i maggiori impatti ambientali e mostrare come migliorare la loro impronta climatica considerando il ciclo di vita, la circolarità e gli SDG (Sustainable Development Goals). Nello specifico possiamo prendere in considerazione alcuni fra i requisiti più significativi per quanto riguarda una batteria primaria:
- Tempi di durata delle batterie sia durante l’uso sia a scaffale
- Livello di mercurio, cadmio e piombo estremamente contenuti per ridurre la diffusione e l’uso di metalli
- Non deve contenere PVC per ridurre l’impatto ambientale, soprattutto per la corretta gestione dei rifiuti a fine vita
- Soddisfare i requisiti di CSR (Corporate Social Responsibility) per garantire un uso e un approvvigionamento responsabili riguardo alle materie prime limitate e minerali nonché assicurare che non siano provenienti da zone di conflitto
Come si può notare da questi requisiti emergono fattori come la durata, la chimica e la provenienza delle materie prime. Pertanto durabilità, composizione e approvvigionamento responsabile mirano a una garanzia che va in più direzioni, ossia garanzia di un prodotto durevole e poco inquinante, sia per quanto riguarda la fabbricazione sia lo smaltimento. Anche garanzia di un approvvigionamento etico che non vada a sfruttare zone che hanno una situazione delicata per ragioni sociopolitiche.
Parliamo di Normative Europee e certificazioni come il Nordic EcoLabel…
Bisogna fare una premessa: la recente normativa europea sulle batterie sta subendo un ciclo di revisione e integrazione.
Lo scorso 14 giugno i deputati del Parlamento Europeo hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio dei Ministri in merito alla revisione delle norme UE esistenti in materia di batterie e in particolare riguardo ai rifiuti derivati. E possiamo dire che vi è stato un accordo quasi comune nel Parlamento perché l’approvazione ha visto 587 voti a favore, 9 contrari e 20 astensioni.
Il nuovo pacchetto di normative si occuperà, ed è la prima volta, dell’intero ciclo di vita della batteria, dalla produzione allo smaltimento, il che comprende anche la delicata questione della rigenerazione. Infatti è oramai vecchia la normativa che contempla i rifiuti di batterie e accumulatori (Ia 2006/66) oltre a non essere più molto in linea con le emergenti esigenze di produzione più sostenibile e circolarità. Le normative comprendono tutti i tipi di batteria, dalle pile agli accumulatori per automotive fino alle batterie per uso domestico (negli ESS) e industriale. Particolare attenzione è rivolta alle batterie EV come anche quelle per i piccoli mezzi di trasporto (monopattini ed e-bike) nonché quelle industriali ricaricabili dove la potenza è superiore ai 2 kWh dovranno essere obbligatoriamente accompagnate da una dichiarazione riguardo all’impronta carbonica. Oltre a tale dichiarazione dovrà esserci anche una specie di carta di identità dove saranno riportati tutti i dati utili della batteria e delle modalità di utilizzo.
Nel pacchetto di norme vi saranno anche linee guida per sviluppare una supply chain, sia per le materie prime sia secondarie, caratterizzata da una due diligence che significa coerenza, etica e garanzia per il prodotto e la produzione.
Il Nordic EcoLabel per certi versi ha anticipato molti punti contenuti nella nuova normativa europea, ed era auspicabile che fosse così. Ad esempio, riguardo alla due diligence, il Nordic Eco Label prevede la responsabilità sociale riguardo all’approvvigionamento. Chiede responsabilità verso la provenienza delle materie e soprattutto dei minerali, i quali non devono prevedere alcuno sfruttamento senza regole sia dell’uomo sia dei territori. Per quanto riguarda la tipologia dei minerali, mercurio, cadmio e piombo devono essere estremamente contenuti se non assenti così come la normativa europea prevede livelli minimi di cobalto (max 16%), nichel e litio (max 6%) oltre a obbligare i produttori a ricavare queste materie dalla rigenerazione degli scarti produttivi e dalla rigenerazione delle batterie esauste.
Ultimo ma non meno importante sarà il quantitativo di materiale da rigenerare che come previsto dalla norma europea avrà vari step che porteranno al 73% di raccolta delle batterie portatili entro il 2030. È ancora in fase di valutazione ma di probabile conferma l’eliminazione a norma di legge della commercializzazione delle batterie primarie usa e getta sempre entro il 2030.
A che punto è GP rispetto alle norme europee e le certificazioni come il Nordic EcoLabel?
GPBM Italy è sussidiaria della casa madre svedese e che commercializza i prodotti GP nei paesi nordici, oltre che in Francia ed in Italia. In Scandinavia e Finlandia concetti come “ecologico”, “sostenibile”, “a basso impatto ambientale”, sono maggiormente radicati nella cultura popolare da anni e anni.
GP sposa appieno questi concetti e li declina continuamente nei propri prodotti così come nei progetti a venire; pertanto la nuova normativa europea o il Nordic EcoLabel – così indispensabili per ottenere la fiducia della clientela nordica – non fanno altro che spingerci a innalzare ulteriormente i nostri obiettivi che poi sono comuni alle norme e certificazioni.
Per esempio le nuove batterie alcaline GP Super, Ultra e Ultra Plus, realizzate con la nuova tecnologia G-Tech, che ridisegna gli standard prestazionali e aumenta i livelli di durata e affidabilità. Non solo, in queste nuove batterie è stata usata la chimica zinco e grafite per renderle meno impattanti e più sostenibili. Anche la confezione è stata pensata per utilizzare meno carta possibile e la stampa con inchiostri naturali derivati dalla soia. E tornando all’ambito certificazioni possiamo dire di essere abbastanza soddisfatti perché le caratteristiche delle nuove batterie sono state determinanti per ricevere il Nordic EcoLabel su GP Ultra e Ultra Plus.
Le nuove Super, Ultra e Ultra Plus di GP saranno presentate a Brico Day il 28 e 29 settembre 2023 (Stand B25) presso Fieramilanocity.