Il Climate Reality Barometer di Epson, giunto alla terza edizione e basato su interviste condotte nel mese di luglio, svela che per gli italiani i problemi del mondo sono quasi gli stessi, ma in un solo anno i pesi sono molto diversi: il cambiamento climatico, forse anche a causa dei disastri ambientali che stanno colpendo il nostro Paese, resta al primo posto per oltre il 60,3% degli intervistati (oltre 1.100), contro il 29,1% del 2022.
L’aumento dei prezzi era al terzo posto per il 18,2% delle persone: oggi è al secondo per oltre il 50,5% dei connazionali. La povertà sale dal quinto posto (10,2%) al terzo posto per il 37,2% degli italiani. Seguono le guerre (dal 10,3% al 30%), che oggi sono probabilmente salite al primo posto, e la salute (non presente un anno fa e oggi al 24,6%).
Luca Cassani, Corporate Sustainability Manager di Epson Italia
Seppure il recente conflitto in Medio Oriente ha di certo portato una nuova e inevitabile attenzione sul tema della guerra e riacceso le preoccupazioni delle persone in Italia e nel resto dell’Europa, credo che il cambiamento climatico continui senza dubbio a generare una forte inquietudine. Questo ci spinge, come azienda, a fare sempre di più per ridurre l’impatto delle nostre attività. Ad esempio, ci impegniamo a utilizzare solo energia elettrica proveniente in toto da fonti rinnovabili: abbiamo raggiunto il 93% e contiamo di arrivare al massimo nel breve-medio termine. Inoltre siamo costantemente orientati allo sviluppo di tecnologie ambientali e proprio per questo di recente abbiamo investito 50 milioni di euro in EpsonATMIX, società del Gruppo SEC.
Cosa può far cambiare direzione? La tecnologia, ma anche boicottare i marchi non sostenibili
Per poter contrastare questo triste e preoccupante fenomeno, quest’anno agli intervistati è stato chiesto quali sono le iniziative più importanti che le aziende possono intraprendere nella lotta al cambiamento climatico. Il 51% ritiene che gli investimenti delle aziende in tecnologie ambientali siano fondamentali per affrontare il problema e contribuire a un cambio di direzione. Seguono a ruota: il miglioramento nel riciclo e nel riutilizzo dei prodotti (48,4%) e la riduzione dell’utilizzo di risorse naturali come l’acqua e i combustibili fossili nella produzione e nei trasporti (27,7), la partecipazione dei dipendenti alle attività ambientali (16,7%) e la compensazione dell’impatto di anidride carbonica e plastica (11,6%).
Non solo: l’Epson Climate Barometer registra che, di fronte al cambiamento climatico, 4 italiani su 5 dichiarano di usare più prodotti riutilizzabili per motivi ambientali, il tasso più alto dell’Europa occidentale, mentre il 29,7% sta già boicottando i marchi non sostenibili e ben il 36,9% sta prendendo in considerazione l’idea di farlo.
Cosa possono fare le aziende? Progettare e produrre prodotti più sostenibili
Il Climate Reality Barometer suggerisce dunque che tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni, debbano iniziare a offrire alle altre imprese e ai consumatori soluzioni sostenibili a supporto delle innovazioni. In altre parole, le persone si aspettano che siano anche le aziende a prendere l’iniziativa per la transizione ecologica. Dal canto suo, Epson considera la tecnologia un fattore abilitante per promuovere la sostenibilità, e in questo senso sviluppa prodotti con l’obiettivo di utilizzare meno risorse durante la produzione e l’utilizzo, che durano più a lungo, sono più facili da riparare e possono essere riutilizzati e riciclati con maggiore facilità. E’ possibile quindi già da oggi creare le soluzioni di cui le persone hanno bisogno per ridurre l’impatto ambientale.
In merito agli investimenti nelle tecnologie che aiutano a ridurre l’impatto ambientale, PaperLab di Epson centra in pieno questo obiettivo, dimostrandosi una soluzione all’avanguardia: consente infatti di produrre nuova carta in azienda partendo da quella già utilizzata. Il tutto con un processo a secco, senza l’utilizzo di acqua, a sostegno dell’economia circolare. Non solo riduce il consumo di questa preziosa materia prima, ma limita l’abbattimento degli alberi e le emissioni di CO2.