Secondo le stime più recenti, se la circolarità in Europa aumentasse dall’attuale 30% al 50% entro il 2040, si potrebbero addirittura dimezzare le emissioni di gas serra legate agli immobili. Il 40% di queste deriva dal loro funzionamento, mentre gli inquinanti derivanti dai materiali di costruzione contribuiscono per il 28% all’impronta di carbonio del settore edile. Le innovazioni nella progettazione e nell’uso dei materiali potrebbero ridurre il peso degli edifici del 20% entro la stessa data, diminuendo fino al 15% la somma delle emissioni associate a tutte le fasi, dalla produzione, all’uso, fino al riciclo o allo smaltimento.
In linea con questa prospettiva orientata alla circolarità e alla compatibilità ambientale, il Klimahouse Congress 2024, evento di punta nel panorama internazionale dell’edilizia green, ha permesso di alzare l’asticella del dibattito sulla sostenibilità. Il focus attorno dell’agenda del congresso, “Build the Future”, ha posto l’attenzione proprio sul concetto di edilizia circolare e su progetti architettonici ispiratori, come risposta alle conseguenze ambientali connesse all’urbanizzazione, all’inquinamento e alla scarsità delle risorse naturali.
Il congresso si è svolto presso la Sala Ortles del MEC Meeting & Event Center di Fiera Bolzano il 2 e 3 febbraio, organizzato da Klimahouse in collaborazione con l’Agenzia CasaClima. Per condividere esperienze e conoscenze, hanno partecipato dieci personalità del mondo dell’architettura e dell’innovazione, i professori Walter Angonese, Roger Boltshauser, Samia Henni, Melania Gaia Mazzucco, gli architetti Marthijn Pool, Francesca Galeazzi, Benedetta Tagliabue e ancora Konrad Graser, Dirk Hebel e Christine Pfeifer.
La prima giornata, dedicata all’Inspiration, ha avuto un’agenda d’interventi tutta al femminile, che in un excursus storico e contemporaneo, è partito dal racconto della prima donna architetto, già documentata nel 600 romano, al ruolo attuale delle donne in architettura, fino ai progetti virtuosi che oggi aprono una finestra sul futuro della sostenibilità.
L’incontro conclusivo
L’incontro conclusivo del 3 febbraio, incentrato sull’Innovation, ha esaminato il concept chiave della circolarità, che mette al centro la rigenerazione, la riprogettazione degli edifici esistenti e il riutilizzo, il riciclo dei materiali da parte delle generazioni future senza comprometterne la qualità. Si è approfondito il settore da un punto di vista tecnico, offrendo una panoramica delle ultime tendenze e innovazioni e un resoconto di stampo più formativo sulle ultime frontiere della costruzione.
Affrontando la crescita demografica e l’aumento del benessere economico, il Prof. Arch. Dirk Hebel – Professore di costruzione sostenibile e preside del Dipartimento di Architettura presso il Karlsruhe Institute of Technology, KIT, Germania – ad esempio, ha proposto una visione audace: considerare la città come un magazzino circolare di materie prime. L’intervento ha esplorato l’urgente necessità di abbracciare principi innovativi per la costruzione, lo smantellamento e la costante trasformazione dell’ambiente costruito e la sfida di produrre nuovi materiali in linea con i principi dell’economia circolare, spingendo verso l’adozione di approcci rigenerativi e sostenibili.
Il focus non è stato solo sui materiali del futuro, ma anche sull’approccio necessario per abbracciare questa trasformazione: la rottura degli schemi di pensiero, la revisione delle soluzioni esistenti e la ricerca di nuovi approcci. Cosa significa progettare edifici per il futuro? Come può l’architettura rispondere alle sfide del domani? Il Prof. Arch. Roger Boltshauser – fondatore dello studio “Boltshauser Architekten AG” di Zurigo – ha affrontato queste domande, delineando un tipo di innovazione che riduca la complessità degli edifici senza comprometterne la funzionalità né il valore architettonico.
L’intervento ha esplorato la trasformazione, il degrado e il riutilizzo come parte integrante del processo di progettazione, sottolineando l’importanza di mettere al centro gli effetti del cambiamento climatico. Ad arricchire la discussione su questi temi di primaria importanza per il settore a livello internazionale hanno contribuito anche l’ Arch Marthijn Pool, Architetto e Co-fondatore dello Studio Space&Matter di Amsterdam, il Prof. Arch. Konrad Graser, Professore presso ZHAW di Zurigo, e il Prof. Arch. Walter Angonese, Architetto e Direttore dell’Accademia di Architettura dell’USI a Mendrisio.