La revisione della direttiva europea EPBD (Energy Performance Building Directive) approvata lo scorso 12 marzo prevede una riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali, almeno del 16% entro il 2030 e almeno del 20-22% entro il 2035. Con l’entrata in vigore, ogni stato membro sarà tenuto a adottare un piano nazionale per la riqualificazione del patrimonio immobiliare, responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Per ridurre i consumi energetici, un sistema a cappotto è fondamentale.
Stefano Deri, Presidente di Cortexa
Per dare seguito alla direttiva UE case green, è indispensabile intervenire in modo capillare sulla riqualificazione degli edifici più energivori attraverso interventi integrati, agendo in primo luogo sull’efficientamento dell’involucro edilizio, affinché questo non causi più sprechi di energia, qualunque sia la fonte di approvvigionamento energetico. L’unica energia veramente sostenibile è infatti quella risparmiata, e il sistema a cappotto di qualità, fornito come kit da un unico produttore, dotato di certificato ETA e marcatura CE, progettato e posato a regola d’arte, rappresenta il principale alleato per ridurre i consumi e le emissioni degli immobili.
Una battaglia contro la cattiva informazione
Alessandro Monaco, Presidente della Commissione Comunicazione di Cortexa
In questi giorni, a seguito della notizia dell’approvazione della direttiva, stanno circolando in rete informazioni errate sui costi relativi al Sistema a Cappotto. Come Cortexa desideriamo smentire ufficialmente i dati divulgati con il comunicato stampa di Codacons, in quanto non realistici, non aggiornati e non rappresentativi del mercato. Da 17 anni conduciamo una battaglia contro la cattiva informazione nel mondo delle riqualificazioni energetiche. Sono stati fatti tanti progressi e ringraziamo la stampa per avere contribuito a creare una consapevolezza sull’importanza dell’efficienza energetica in edilizia. Ancora oggi, però, capita che alcuni organi di stampa e organizzazioni di rilievo nazionale divulghino notizie distorte e non verificate, che non fanno altro che confondere professionisti e privati.