Il Consorzio per le Risorse Energetiche – CRE ed E.CO Energia Corrente accelerano sulla sostenibilità ambientale attraverso un ambizioso piano per lo sviluppo sostenibile che fa perno sulla formazione aziendale in partnership con il Politecnico di Milano e su interventi tangibili a favore del territorio; il tutto nell’ottica di anticipare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, il programma d’azione dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile che mette al centro le persone, il pianeta e la prosperità. Proprio nell’ambito del Piano ESG aziendale, acronimo di Environmental (ambiente), Social (società) e Governance, il CRE, insieme alla sua società controllata di vendita E.CO – Energia Corrente hanno dato vita a un bosco di 1.000 alberi di Paulownia, pianta a rapido accrescimento capace di immagazzinare rilevanti quantità di CO2, che ora sorge in un terreno del comune di Sogliano sul Rubicone in località Borgo Ca di Quaiotto. È il primo progetto di piantumazione con questa estensione e questa pianta nato in Italia su iniziativa di un’azienda privata.
L’impegno green del Gruppo energetico romagnolo
Il Gruppo con sede a Cesena guidato dall’AD Vincenzo Maria de Rosa e dal presidente Giancarlo Ferlini è attivo nel mercato energetico con acquisto e vendita di energia e gas per imprese e famiglie e nella consulenza e fornitura di servizi energetici alle imprese nazionali e verso i circa 150 soci consorziati, di cui fanno parte alcuni tra i più importanti gruppi agroindustriali italiani. Nell’ultimo triennio il gruppo ha quasi raddoppiato le vendite di energia da fonti rinnovabili e con un fatturato consolidato, che si è attestato nel 2022 a quota 757 milioni di euro, conquistando il 16° posto della classifica aziende TOP 500 della Romagna.
L’evento e i soci protagonisti
La cerimonia di inaugurazione del Bosco E.CO e CRE si è svolta il 6 aprile, in via Cà di Quaiotto, 100.
La messa a dimora delle 1.000 piante ha visto la partecipazione dei numerosi soci e dei partner aziendali, tra cui celebri brand dell’agroalimentare che hanno fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto, prestando sempre più attenzione all’ambiente e all’utilizzo esclusivo di energia rinnovabile nel proprio ciclo produttivo.
Tra questi, Conserve Italia con Derby, i succhi a “Impatto Zero”; Agrintesa con frutta e spumante di loro produzione, insieme a Caviro, con il suo vino spumante, hanno accompagnato la giornata con il gusto della sostenibilità made in Italy. La mattinata è stata animata da momenti di formazione sulla Paulownia da parte dell’Associazione Paulownia Piemonte, che ha illustrato i suoi numerosi benefici ambientali, e, infine, la parte più pratica: con la piantumazione vera e propria, un momento collettivo in cui ogni partecipante ha potuto piantare e adottare il proprio albero di Paulownia dandogli il proprio nome. È seguito un momento istituzionale di attestazione del bosco e di posa della targa.
Il bosco dei mille alberi che catturerà CO2
Il progetto di E.CO e CRE è stato presentato lo scorso febbraio al Senato della Repubblica in occasione della conferenza “Paulownia: alberi, ambiente, salute e nuove prospettive” su iniziativa del senatore Antonio Trevisi e con l’intervento dell’Associazione Paulownia Piemonte, partner dell’iniziativa, ricevendo il Patrocinio di ASviS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e del Comune di Sogliano.
Perché proprio la Paulownia? Questa pianta assorbe CO2 fino a dieci volte di più rispetto agli altri alberi e i suoi impieghi sono molteplici, spaziando dal settore del benessere umano, all’agroalimentare (miele), fino all’alimentazione dei piccoli mammiferi, oltre che nel settore della produzione di mobili e strumenti musicali. Questo albero cresce notevolmente in fretta, tanto che in genere arriva a misurare nel primo anno di vita fino a 5 metri di altezza e la sua capacità di assorbire carbonio gli consente, nella piena maturità, di stoccare oltre due tonnellate di CO2.
Conosciuto anche con il nome di “albero dell’imperatrice”, sta balzando agli onori della cronaca grazie a queste sue capacità che diverse aziende dall’Australia all’America, fino all’Europa ed in particolare l’Italia, dove viene impiegata per rimboschimenti anche in aree a rischio climatico. Proprio queste caratteristiche hanno permesso alle piantagioni di entrare addirittura in borsa, con specifiche quotazioni, arrivando così ad essere considerate veri e propri titoli di credito di carbonio.