È intervenuto a Roma, allo Stadio di Domiziano, nel corso della prima giornata del IV congresso Future Respect 2024 il presidente di EBS, Andrea Bigai. L’iniziativa dedicata allo sviluppo sostenibile, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha visto confrontarsi il mondo dell’imprenditoria, dell’università, di enti ed istituzioni sulle più attuali tematiche e sui progetti legati alla cultura della sostenibilità ambientale. Il presidente dell’Associazione EBS ha fatto una panoramica del settore industriale della produzione di energia da biomasse solide per focalizzarsi poi su temi chiave inerenti il ruolo e il valore delle biomasse solide nel mix energetico dell’Italia. Tra gli aspetti di maggior rilievo, Bigai si è focalizzato sulla programmabilità che contraddistingue le biomasse solide rispetto ad altre fonti rinnovabili.
Andrea Bigai, presidente di EBS
Grazie alla programmabilità, il settore garantisce una continuità di produzione dell’energia elettrica per oltre 8.000 ore l’anno ed è in grado di mantenere in equilibrio la produzione e il consumo di energia a beneficio del sistema elettrico del Paese.
La materia prima usata non dipende da condizioni atmosferiche
Tale dinamica è possibile perché la materia prima utilizzata nelle centrali, i residui della manutenzione forestale e del mondo agricolo e agroindustriale, non dipende da condizioni atmosferiche. Non solo, il modello economico delle biomasse solide si basa sull’economia circolare, in quanto le centrali utilizzano sottoprodotti delle filiere agricole e forestali. Di conseguenza, per queste realtà la destinazione energetica dei residui diventa un’occasione di reddito integrativo.
Andrea Bigai
Il settore delle biomasse solide consente inoltre un maggior presidio dei territori, anche di quelli a rischio spopolamento. La filiera impegnata nella catena di approvvigionamento coinvolge oltre 5.000 addetti. La manutenzione degli alvei fluviali è un’attività che deve essere necessariamente realizzata. Dalla pulizia degli alvei dei fiumi si raccolgono materiali poveri che non potrebbero essere in altro modo utilizzati, ma per le nostre centrali sono combustibile che genera energia a vantaggio della collettività.
Tuttavia non tutta la biomassa vegetale è considerata materiale vergine che può essere impiegato per uso energetico dalle nostre centrali. E’ il caso dei residui da potature urbane che sono classificati dalla normativa italiana come rifiuto e non riutilizzabile a scopo energetico.