Si è tenuto, presso l’Innovation Lab (Ilab) OMRON di Milano, l’evento “Sfide e soluzioni per guidare l’industria verso flessibilità ed efficienza”, che aveva l’obiettivo di evidenziare l’evoluzione delle fabbriche e delle aziende manifatturiere alla luce della trasformazione digitale, della convergenza IT/OT e dell’automazione. Il tutto per stimolare l’innovazione.
Co-protagonisti dell’incontro insieme a OMRON, i partner FasThink, realtà specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni software che integrano tecnologie OT con i sistemi informatici IT, e Kaizen Institute Italy, società consulenziale internazionale votata a migliorare le performance industriali in maniera sostenibile mantenendo le persone al centro del cambiamento con la tecnologia a supporto. Accanto a loro, hanno avuto particolare rilievo le testimonianze fornite da aziende leader nei propri ambiti di riferimento: BTicino, tra i principali player mondiali nel settore delle infrastrutture digitali ed elettriche degli edifici; Cosmelux, marchio nel settore della laccatura e della metallizzazione UV di packaging per la cosmetica, e CLECA, azienda punto di riferimento nel settore alimentare.
Il tema principale della giornata è stato l’innovazione, riconosciuta all’unanimità da tutti i relatori come elemento essenziale per lo sviluppo. Proprio l’innovazione, infatti, si è concretizzata nell’adozione dei Big Data e nell’applicazione di un processo graduale che mette al centro le persone.
L’innovazione: da ambizione ad esigenza, inseguendo i driver di mercato
In un’era dominata da rapidi cambiamenti e da una continua trasformazione digitale, il panorama industriale globale necessita di competenze specializzate, esperienze consolidate e capacità adattative che, nel caso del comparto manifatturiero, devono esplicitarsi sia in ambito decisionale che produttivo. Proprio l’innovazione, per tutti i relatori, diviene la scelta imprescindibile di ogni azienda.
Marco Marella, General Manager di FasThink
Se le aziende oggi non investono in innovazione, rischiano di essere tagliate fuori dal mercato nei prossimi anni. Era valido prima e lo sarà a maggior ragione in futuro.
Il traguardo, agli occhi dei relatori, è raggiungibile attraverso molteplici strumenti digitali, che però non possono prescindere da una connessione: quella tra strumenti OT, fisici ed IT, sistemi che possono rimanere separati, ma che vanno necessariamente collegati nell’ottica della “digitalizzazione” della fabbrica.
I dati: il fattore decisivo della trasformazione digitale
Se la trasformazione digitale si è rivelata il veicolo principale su cui ha viaggiato l’innovazione per colmare i gap produttivi manifatturieri, sfruttando sinergie tra strategie, tecnologie e persone, i dati sono oggi uno dei punti di attenzione principali delle aziende per attuare l’innovazione.
I dati nel manufacturing, in particolare, si configurano nelle parole degli interlocutori della tavola rotonda come un elemento ambivalente, di opportunità e complessità, da elaborare, standardizzare e ripulire da possibili interferenze. In quest’ottica, è emerso anche come non esista ancora un approccio universalmente valido per ogni azienda. Ogni soluzione e applicazione richiede analisi e modellazione dei dati, personalizzate per ottenere i migliori risultati possibili, ma l’assunto condiviso è che un progetto di data science non avrà mai successo se l’obiettivo non è chiaro.
I processi sono graduali e partono dalle persone
Quale roadmap per innestare l’innovazione? Per Paolo Cortinovis, Responsabile Area Industriale Protezione e Potenza di BTicino, il criterio è la gradualità, presentato attraverso la trasformazione dello stabilimento produttivo di Bergamo.
Paolo Cortinovis, Responsabile Area Industriale Protezione e Potenza di Bticino
L’esigenza iniziale era quella di migliorare la performance, la flessibilità e di conseguenza aumentare la competitività sul mercato. Questo ci ha condotto negli ultimi anni a trasformare il nostro stabilimento con un processo sostanziale ma graduale. Tenendo sempre come punto di riferimento il cliente, abbiamo ripensato i processi produttivi mettendo al centro il flusso di lavoro e i team coinvolti, arrivando a un’organizzazione per celle di produzione, dove ogni gruppo è focalizzato su una famiglia di prodotto definita, di cui segue l’intero processo produttivo, occupandosi anche del miglioramento, circostanza che rende ciascuno più responsabilizzato e maggiormente coinvolto. L’approccio verso la digitalizzazione ed i progetti 4.0 è stato progressivo, inserendo gli strumenti e l’automazione ‘light’ a supporto del lavoro umano, creando un contesto in cui la tecnologia è fattore abilitante e porta vantaggi sia al processo che al lavoro delle nostre persone, su fattori quali sicurezza, qualità, informazione e conoscenza.
L’innovazione manufatturiera si sviluppa per “sprint” successivi dove all’innovazione disruptive si unisce la sostenibilità, con la forza del coinvolgimento dal basso e della routine di gestione che diventano una competenza di management per ingaggiare le persone, realizzare cambiamenti radicali e stabilizzarli poi nel quotidiano.
Sono quindi le persone a dover essere in grado di assorbire i cambiamenti e avere anche la possibilità di seguirli e accompagnarli nel tempo, motivo per cui, secondo i relatori, i produttori dovranno prestare particolare attenzione a non creare momenti di “abbandono della sfida” e a realizzare un’automazione e una trasformazione digitale sempre “accessibile”, che sappia mettere in dialogo le vecchie e le nuove generazioni di lavoratori.
Il lavoro umano si trasforma, non scompare: il tramonto della “dark factory”
In conclusione, le riflessioni condivise all’interno dell’evento annullano anche il prospettarsi della “dark factory”, le fabbriche senza alcun lavoratore umano, lasciando lo spazio a realtà produttive agili, capaci di cogliere le opportunità mentre si sviluppano, dialogando al contempo con l’ambiente e le società circostanti.
Il concetto di flexible manufacturing, in atto da alcuni anni, è in costante evoluzione per abilitare flussi di lavoro flessibili che possono passare senza soluzione di continuità da un prodotto all’altro, reggendo al contempo la sfida del risultare economicamente vantaggiosi. La trasformazione digitale, il collegamento sempre più forte tra il mondo OT ed IT e l’automazione saranno quindi una chiave indispensabile per ottimizzare i costi di gestione e mantenimento degli impianti, ma non a scapito delle persone. Le macchine sapranno elevare le capacità e il potenziale delle persone, ancor più di prima.