La contabilizzazione delle risorse energetiche necessarie per il riscaldamento, il raffreddamento, l’acqua calda sanitaria, l’illuminazione è fondamentale per favorire l’efficienza energetica in ambito residenziale, poiché consente a ogni utente l’autonomia gestionale sui propri consumi energetici. Soltanto grazie alla conoscenza puntuale dei propri dati di consumo è possibile intraprendere azioni dirette verso una gestione consapevole e oculata del proprio impatto energetico e ambientale.
Fino a qualche anno fa, infatti, la suddivisione dei consumi all’interno di un condominio era fatta sulla base di parametri come i millesimi di proprietà e i volumi dell’appartamento. Per quanto proporzionati, questi criteri non garantiscono una suddivisione delle spese corrispondente all’energia realmente consumata dalla singola unità abitativa. La contabilizzazione individuale permette invece una ripartizione più equa delle spese e incentiva anche un uso più attento dell’energia, perché eventuali sprechi non sono più ripartiti tra tutti i condomini, ma finiscono direttamente nella propria bolletta. Si calcola che l’installazione di un sistema di contabilizzazione permetta un risparmio sui consumi che può essere dal 10% al 30%.
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Se contabilizzare il consumo dell’energia elettrica di un’abitazione che fa parte di un condominio è molto semplice grazie al contatore individuale ed eventualmente a wattmetri applicati alle prese usate dagli elettrodomestici più energivori (condizionatore, lavastoviglie, forno elettrico e così via), la misurazione reale e precisa dei consumi per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, forniti da un impianto centralizzato (anche remoto), non è altrettanto facile.
Per questo serve un sistema di contabilizzazione, che stabilisce quanto l’utente deve pagare in funzione dell’effettivo impiego dell’impianto di riscaldamento/raffrescamento e del consumo di acqua calda sanitaria. Questa spesa è composta da tre voci principali: consumo volontario (quantità di calore volontariamente prelevata per mantenere la temperatura desiderata), consumo involontario (legato alle perdite di distribuzione), spese gestionali dell’impianto.
Come si contabilizza il calore
Un sistema di contabilizzazione è sostanzialmente di due tipi: diretto con contatore di calore oppure indiretto con ripartitori di calore o totalizzatori.
La contabilizzazione diretta
Si basa sul rilevamento effettivo dell’energia termica volontariamente prelevata da ogni utenza, tramite sensori che misurano il livello energetico del fluido termovettore (di solito acqua). In pratica si tratta di un dispositivo CET (Contatore di Energia Termica) conforme alla UNI EN 1434 (parti da 1 a 6), che rileva la portata (tramite turbina a immersione o ultrasuoni, più precisi, come in alcuni modelli di Qundis) e le temperature di ingresso e di uscita del fluido. Questi CET sono installati all’ingresso dell’impianto di distribuzione di ogni singola utenza (distribuzione orizzontale, ne parliamo meglio più avanti) e misurano il valore effettivo di energia termica/frigorifera prelevata. Da notare che il D.lgs 102/2014 dà la priorità all’installazione di CET individuali, rispetto ai sistemi di contabilizzazione indiretta.
Il contatore di calore è alimentato a batteria e comunica i dati di consumo tramite un canale radio o via Wi-Fi a una centralina locale, che generalmente si trova su ogni piano del condominio. Questa centralina a sua volta invia i dati registrati a un server centrale esterno, a cui è affidato il calcolo dei consumi per ciascun appartamento.
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La contabilizzazione indiretta
I sistemi di contabilizzazione indiretta sono generalmente costituiti da ripartitori di calore o da totalizzatori che, attaccati a radiatori o terminali con valvole di zona, forniscono un conteggio utile alla stima della percentuale di ripartizione dei consumi volontari. Il metodo indiretto è applicato solo nei casi di impianti con distribuzione a colonne verticali oppure in presenza di tubazioni di ingresso e uscita su cui è troppo costoso installare un contatore diretto.
I ripartitori di calore devono essere programmati in funzione delle caratteristiche e della potenza termica dei corpi scaldanti su cui vanno installati e sono dotati di almeno un sensore che misura la temperatura del corpo riscaldante. Quelli più evoluti hanno un ulteriore sensore che misura la temperatura del locale. In questo secondo caso il consumo è calcolato sulla base della differenza tra le due temperature. La trasmissione dei dati è fatta via radio.
I totalizzatori esistono in due varianti. Quelli chiamati “gradi giorno” (UNI 9019) sommano il tempo di inserzione del riscaldamento, corretto con la differenza tra la temperatura ambiente convenzionale e quella esterna. I totalizzatori “tempi di inserzione” (UNI 11388) calcolano il tempo di inserzione del riscaldamento, corretto con la differenza tra la temperatura ambiente e quella media dell’acqua di mandata e ritorno.
I sistemi di distribuzione del calore
Un sistema centralizzato di riscaldamento o di raffrescamento consente generalmente la regolazione della temperatura del generatore, della temperatura di mandata alla distribuzione e può prevedere una regolazione locale dell’emissione del calore. Il fluido riscaldante o raffrescante arriva nei singoli appartamenti dell’edificio tramite un impianto con distribuzione verticale oppure orizzontale.
Impianti centralizzati a distribuzione verticale
Gli impianti centralizzati a distribuzione verticale sono i più diffusi tra i condomini e sono caratterizzati da tubi verticali che distribuiscono il fluido termovettore ai corpi scaldanti dei vari appartamenti ubicati ai diversi piani. L’unica regolazione originariamente prevista per questi impianti è l’intervento manuale sui singoli corpi riscaldanti, per chiudere o aprire il passaggio del fluido termovettore.
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Impianti centralizzati a distribuzione orizzontale
Gli impianti termici a distribuzione orizzontale sono la tipologia più recente. Grazie alla disponibilità di pompe di circolazione molto silenziose, questa tipologia di impianto ha praticamente sostituito la distribuzione verticale nei nuovi edifici. Il vantaggio principale è l’esistenza per ogni appartamento di un solo ingresso e di una sola uscita del fluido termovettore, caratteristica che permette l’installazione di un contatore di calore.
Le normative, la certificazione MID e gli incentivi
Dal punto di vista normativo, la contabilizzazione del calore è regolata dal decreto legislativo n. 73 (GU Serie Generale n.175 del 14-07-2020) di modifica del decreto legislativo n. 102 del 2014, che per primo ha introdotto l’obbligo della contabilizzazione del calore in condominio.
Più precisamente, il decreto legislativo n. 102 del 2014, in coerenza con quanto disposto dall’art. 9. della Direttiva (UE) 2018/2002 stabilisce che, per favorire il contenimento dei consumi energetici, la ripartizione delle spese per il consumo di calore, raffreddamento o acqua calda per uso domestico di ciascuna unità immobiliare deve essere effettuata in base ai consumi effettivi.
Per garantire una lettura più trasparente e automatizzata dei consumi energetici, uniformare la misurazione a livello europeo e armonizzare le normative presenti nei singoli Paesi, è stata introdotta la Measuring Instruments Directive (MID). Questa direttiva europea (2014/32/UE) definisce in maniera univoca le caratteristiche della strumentazione destinata alla misura ufficiale di grandezze diverse, tra cui l’energia termica.
La norma tecnica italiana di riferimento per la ripartizione delle spese di riscaldamento è la UNI 10200:2018, nella quale è descritta una metodologia di ripartizione delle spese per la climatizzazione invernale, estiva e per l’acqua calda sanitaria, in funzione dei consumi di calore e dei componenti dell’impianto termico centralizzato.
I sistemi per la contabilizzazione del calore rientrano nella detrazione fiscale Ecobonus, prevista per la riqualificazione energetica degli edifici. Nel caso l’installazione dei contabilizzatori sia fatta in concomitanza con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione o con pompe di calore ad alta efficienza, l’agevolazione cui si può accedere è del 65%, con un limite di 30.000 euro. Nel caso in cui invece i contabilizzatori siano installati indipendentemente dall’impianto, è possibile accedere a una detrazione del 50% relativamente alla ristrutturazione edilizia.