In un mercato del lavoro che da qui al 2027 avrà bisogno di 2,4 milioni di lavoratori con competenze green, è necessario finanziare percorsi di studi ultra specializzati sulla transizione energetica. Questa la convinzione che ha spinto Fondazione NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition, partenariato esteso promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e finanziato dal PNRR, insieme ad ENEA, a finanziare e realizzare una Bioenergy School, tenutasi nel centro di ricerca di Trisaia (nel comune di Rotondella, in provincia di Matera), rivolta a dottorandi ed assegnisti di ricerca. Per insegnare loro le nuove avanguardie in tema di trasformazione di risorse biogeniche, risorse contenenti carbonio rinnovabile, tra cui le biomasse, ma anche anidride carbonica.
I dati ufficiali indicano, infatti, che al 2021 il 67% del calore da fonte rinnovabile derivava da biomasse. Circa il 17% dell’elettricità rinnovabile deriva da biomasse al pari quasi dell’energia eolica.
Isabella De Bari, responsabile della Divisione Enea Bioenergie, BIo-raffinerie e Chimica Verde (BBC) di ENEA
La scuola ha riscosso molto successo. Abbiamo registrato una partecipazione di 43 studenti. Abbiamo concordato di organizzare questa scuola nell’ambito del Parco Tecnologico di Enea di Trisaia, che è ricco di infrastrutture, impianti, laboratori, un ambiente di ricerca che consente di offrire agli studenti una proiezione di quella che è l’attività di ricerca su una scala pilota su una scala significativa.
Impianti pilota
Il centro Enea di Trisaia ospita diverse infrastrutture che sono veri e propri impianti pilota per la produzione di biocombustibili e di energia da biomassa. I 43 studenti hanno potuto confrontarsi con docenti di riconosciuta esperienza nazionale ed internazionale sui temi delle bioenergie, biocombustibili e green chemicals ma anche e-fuels and e-chemicals insieme ad interventi riguardanti cross-themes come la sostenibilità e gli aspetti normativi.
Leonardo Tognotti, professore dell’Università di Pisa e leader dello Spoke 3 di NEST
Quello che tentiamo di fare, come NEST e anche in questa scuola, è intercettare quel settore in cui i biocarburanti possono fare la transizione. Sviluppiamo in questo progetto delle tecnologie innovative, a livelli tecnologici non ancora maturi che devono essere in qualche modo sviluppati allo scopo di poi proseguire all’interno di tutta la filiera con la dimostrazione, commercializzazione, realizzazione pratica. Il nostro lavoro di ricerca ha per questo un orizzonte temporale di medio lungo periodo, in cui si può tranquillamente parlare di transizione energetica e non di switch.