Dopo la scelta del Governo di innalzare l’IVA sul pellet, portandola al 22%, le proteste non hanno tardato a farsi sentire.
Alla fiera dedicata al mondo del riscaldamento e del trattamento dei materiali legnosi, Italia Legno Energia, si sono alzate diverse voci contro questa decisione, attualmente, però, non ancora confermata.
Per scongiurare danni gravissimi al comparto e all’intero indotto, Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) ha lanciato una petizione contro l’emendamento del Governo e ha raccolto oltre 4.000 firme.
Marino Berton, direttore generale di Aiel: “Oltre due milioni di famiglie in Italia usano il pellet per riscaldarsi, si tratta principalmente di famiglie che fanno parte del ceto medio e popolare, quello che è stato più penalizzato dalla crisi economica. Questo aumento dell’Iva andrebbe a pesare, quindi, principalmente sul consumatore finale. Avrebbe un effetto pesantissimo sul mercato con una decisa contrazione sui consumi di pellet”.
Ricordiamo, infatti, che in Italia il mercato del pellet e delle relative soluzioni per il riscaldamento è particolarmente attivo e include oltre 42mila unità lavorative impiegate, delle quali, circa 20mila direttamente correlate alla produzione e distribuzione del combustibile. Stando ai numeri di mercato, la produzione di pellet ha una ricaduta occupazionale pari a 8,3 unità lavorative per milione di Euro fatturato.
Non va inoltre dimenticato l’elevato valore della sostenibilità del pellet, un materiale amico dell’ambiente che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi europei previsti al 2020, in termini di energia termica rinnovabile.
Ad oggi, i circa 10 milioni di sistemi di riscaldamento installati (cippato, pellet, legna) costituiscono una quota rilevante del panorama energetico nazionale, producendo un indotto da 5 miliardi di Euro di fatturato.