L’Associazione EBS (Energia da Biomasse Solide) è intervenuta a EUBCE, la Conferenza ed esposizione europea sulle biomasse che si è svolta a Bologna fino all’8 giugno. A rappresentare l’associazione che riunisce i principali operatori industriali per la produzione di energia rinnovabile da biomasse solide in Italia, era presente Alessandro Cinotti, Fuel manager di Ecosesto. Cinotti ha partecipato alla tavola rotonda organizzata da Bioenergy Europe sul tema del difficoltoso percorso che le istituzioni europee e le realtà del settore stanno affrontando per l’aggiornamento della direttiva sulle energie rinnovabili (“Bumpy road ahead: preparing for the updated renewable energy directive”). Nella sessione plenaria, moderata da Daniel Reinemann di Bioenergy Europe, si è parlato dell’impatto dei recenti provvedimenti legislativi a livello europeo sul settore delle bioenergie e degli scenari che si prospettano in ambito industriale.e
Qui di seguito una sintesi delle argomentazioni di Cinotti.
La mancanza di conoscenza delle potenzialità del settore
Tra le principali sfide che l’industria delle bioenergie, in particolare delle biomasse solide per quanto ci riguarda, dovrà affrontare vi è innanzi tutto la mancanza di conoscenza delle potenzialità del settore nella produzione di energia rinnovabile con le sue ricadute positive in termini ambientali, economici e sociali. In tale contesto, l’ambito normativo ha un ruolo significativo per l’impatto sul funzionamento dei processi che coinvolgono la filiera che raggruppa molti piccoli produttori in tutta Italia, comprese le aree più interne e marginali. Le decisioni legislative influiscono in modo determinante su questi processi, rallentando o accelerando interi settori. In Italia, ad esempio, è stata di recente adottata la RED II e si prevede che nuovi schemi di certificazione saranno approvati nei prossimi mesi. E’ difficile prevedere quale sarà l’effetto: la filiera italiana è composta da numerosi piccoli produttori e i nuovi schemi di certificazione potrebbero essere troppo complessi da organizzare per questo tipo di imprese. Molti potrebbero rinunciare e ciò danneggerebbe la filiera, con una riduzione della disponibilità di materia prima rappresentata dai residui da manutenzione forestale, da lavorazioni agricole e agroindustriali, dalla pulizia degli alvei dei fiumi. Si consideri che ogni anno dall’accrescimento boschivo derivano 37 milioni di tonnellate di biomassa di cui gli operatori del settore utilizzano meno del 10%.
Le altre conseguenze dell’entrata in vigore della direttiva RED
Le principali preoccupazioni sono legate alla limitazione del rinnovo degli incentivi agli impianti di sola energia elettrica. Queste limitazioni sono state introdotte senza considerare la variabilità climatica che abbiamo in Europa. Gli impianti di cogenerazione nel nostro contesto non sono giustificati a causa della temperatura mite: un impianto di cogenerazione in un contesto climatico come il nostro sarebbe inefficiente con un carico di base termico molto limitato. E’ più efficiente supportare l’elettrificazione e l’uso delle pompe di calore. Ecco perché in queste condizioni la scelta migliore per rispondere anche ad esigenze di climatizzazione è la produzione di energia elettrica da biomasse abbinata alle pompe di calore.
Il migliore approccio per informare il pubblico
Per favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali, dovremmo prestare attenzione alle implicazioni sociali, ambientali ed economiche del modo in cui le utilizziamo. E’ fondamentale avere un approccio equilibrato ed evitare la polarizzazione, soprattutto in una società in cui le persone vivono in aree urbane e spesso hanno solo una visione parziale, senza un’adeguata conoscenza dei settori agricolo e forestale.