Numeri record nel 2023, i dati Safe e il Consorzio PFU

PFU

Il Consorzio nazionale per la gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) evidenzia l’ottimo andamento della raccolta e analizza le performance dell’intero sistema.

16.223 tonnellate prese in carico nel 2023, a fronte dei dati dichiarati dal Mase che ammontano a poco più di 384mila tonnellate. Nell’ultimo incontro trimestrale al Ministero, il CEO Maddalena richiama l’attenzione sulle criticità della filiera e avanza proposte per migliorarne l’efficienza.

L’impegno si traduce in una percentuale di raccolta pari al 104% nel 2023, rispetto al 96% dell’immesso sul mercato nell’anno precedente (384.615 tonnellate), reso noto dal Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) nel suo ultimo incontro trimestrale che coinvolge le principali associazioni del settore e che vuole analizzare le performance del sistema di gestione dei PFU.

Numeri importanti, superiori agli obblighi di legge e alla media nazionale, che confermano l’attenzione di Safe a offrire un servizio di qualità, con tempi di intervento ridotti e una disponibilità che riesce a raggiungere tutte le zone di Italia, anche le aree più difficoltose e remote dove la percentuale nazionale di raccolta è generalmente bassa. Attraverso Pneulife, infatti, Safe ritira PFU in tutta Italia e la tracciabilità dei suoi processi registra, in zone come Reggio Calabria o Sassari, servizi effettuati del valore di oltre trenta volte rispetto a quanto assegnato dagli accordi.

A supportare questi dati c’è anche l’indagine realizzata da CNA (Confederazione Nazionale dell’artigianato) che evidenzia una situazione di emergenza vissuta dai gommisti sulla stringente problematica dei tempi di ritiro, attualmente inadeguati al flusso degli pneumatici fuori uso. Secondo i dati presentati al tavolo del Mase, nella maggioranza dei casi l’attesa del servizio varia da tre a nove mesi, nel 38% da uno e tre mesi, e solo il 6% viene erogato entro un mese dalla richiesta.

PFU Safe

Giuliano Maddalena, CEO di Safe
La nostra tempistica media di intervento è di dieci giorni lavorativi, sensibilmente inferiore alle indicazioni emerse dall’indagine. A nostro avviso, questa netta differenza è legata ai modelli di gestione delle richieste di ritiro differenti dal nostro.
… Non siamo rimasti insensibili all’emergenza dei gommisti intasati da PFU e abbiamo intensificato il nostro impegno nella raccolta, andando anche oltre agli obblighi di legge. Un approccio che contraddistingue il nostro modello di business e che ci rende un punto di riferimento nel settore per la trasformazione di rifiuti, come i PFU, in risorse di economia circolare.

Sulla base di questa importante esperienza, in occasione dell’incontro con il MASE, Giuliano Maddalena ha illustrato alcune proposte per migliorare l’efficienza nel trattamento del rifiuto PFU.

“Bisogna avere una certezza di tracciabilità” ha premesso il CEO di Safe. In generale servono controlli lungo tutto il processo, per incoraggiare comportamenti virtuosi, con particolare attenzione al servizio di ritiro, alla esatta gestione dei documenti di carico che riportano, fra l’altro, il peso verificato a destino, elemento fondamentale ai fini delle dichiarazioni annuali e delle rendicontazioni economiche. Per effettuare adeguati controlli, Safe supporta la creazione di un gruppo di lavoro per attivare la formazione di soggetti ed enti incaricati delle verifiche, spesso non specificamente preparati al loro compito.

Inoltre, Maddalena auspica una revisione dei meccanismi di assegnazione dei target di raccolta, oggi calcolati in base a macroaree senza suddivisione di obiettivi interni alla zona, questo in qualche caso penalizza la raccolta in zone logisticamente ed economicamente meno convenienti.

“L’accordo – precisa Maddalena – dovrebbe essere strutturato per provincia, in proporzione al numero degli abitanti, sarebbe più coerente con il territorio”.