Idrogeno e rinnovabili, intervista a Alessandro Borin di CGT

CGT ha in corso collaborazioni con importanti OEM al fine di coprire l’intera filiera di produzione ed utilizzo efficiente di idrogeno verde.

Idrogeno

Intervistiamo Alessandro Borin, Responsabile Servizi Energetici di CGT, per parlare di energie rinnovabili e dell’integrazione della filiera dell’idrogeno.

CGT è una storica azienda italiana, nata nel 1934, che fornisce soluzioni integrate di vendita, noleggio e servizi nei settori delle Costruzioni, Infrastrutture, nella Generazione di Energia primaria, di back up e in applicazioni Oil&Gas e Navali. CGT ha una presenza radicata sul territorio nazionale, operando con 1200 persone e tramite 28 Filiali dirette.
I professionisti di CGT supportano i Clienti in ogni fase dell’attività produttiva attraverso un’attenta consulenza applicativa, accompagnandoli nella scelta delle soluzioni innovative più adatte per il loro business, massimizzando la produttività e l’efficienza.

CGT ha una Divisione Energia dedicata alla progettazione, alla realizzazione e alla manutenzione di impianti per la produzione energetica che assicurano la maggior efficacia con il minor costo possibile per kW prodotto. CGT assicura diverse soluzioni per la generazione distribuita, partendo dai bisogni del cliente e disegnando la soluzione più efficiente e sostenibile che si integra in modo flessibile con il processo industriale. In quest’ambito, CGT è un partner commerciale e tecnico di riferimento in Italia nell’offerta di soluzioni “chiavi in mano” – progettazione, realizzazione, manutenzione e monitoraggio da remoto – di impianti di cogenerazione adatti a qualsiasi contesto industriale e del terziario. L’ampia gamma di soluzioni propone sistemi di generazione dai 100 kWe ai 4.500 kWe (per singola unità), con possibilità di alimentazione a gas naturale, biogas e idrogeno.
Oggi CGT è il partner tecnologico di riferimento per tutti i Clienti e li supporta nel raggiungere i loro obiettivi in modo efficiente e sostenibile.
CGT fa parte del Gruppo Internazionale TESYA, presente con oltre 3.500 persone e 120 sedi in 15 Paesi europei.

– L’idrogeno verde è prodotto da energia elettrica rinnovabile e rappresenta quindi un combustibile privo di emissioni di CO2 lungo la filiera. Come si concretizza questo dualismo? Quali sono gli usi concreti dell’idrogeno?

L’idrogeno verde sarà uno degli elementi fondamentali per favorire il percorso di transizione energetica ed ecologica, essendo in grado di dare un notevole contributo all’abbattimento delle emissioni di CO2, potendo sostituire i combustibili fossili ed essendo un possibile mezzo di accumulo a lungo termine delle energie rinnovabili.
L’ utilizzo come alternativa ai combustibili fossili dell’idrogeno verde è indispensabile quando l’opzione elettrica non è praticabile, come nel trasporto a lunga distanza o in alcune applicazioni industriali.
Nell’industria, l’uso dell’idrogeno verde potrà incidere in particolare sulla decarbonizzazione dei settori industriali hard-to-abate (raffinazione, industria chimica, industria siderurgica, industria del cemento, industria della carta). In tali settori industriali, l’idrogeno può avere un duplice utilizzo: sia come elemento di processo, ad oggi prodotto da fonti fossili ma che potrà essere in prospettiva sostituito con idrogeno verde, ma soprattutto come vettore energetico per tutti quei processi che richiedono generazione di calore ad alta temperatura e quindi dove l’elettrificazione non è tecnicamente possibile.

Idrogeno

L’idrogeno verde difatti può essere già utilizzato con profitto negli impianti tecnologici attuali; le maggiori efficienze di utilizzo si possono raggiungere con la combustione diretta in caldaia e nei sistemi di cogenerazione in diverse miscele con il gas naturale, raggiungendo efficienze tra l’80 e il 90%.
Inoltre, lo stoccaggio dell’idrogeno verde prodotto con elettricità rinnovabile può permettere il disaccoppiamento della produzione locale di energia rinnovabile, tipicamente discontinua, dal consumo, rendendo così possibile un approvvigionamento stabile e continuo; lo stoccaggio di idrogeno verde può permettere servizi a favore della rete compensando la fornitura di elettricità in eccesso o in difetto, evitando così effetti di sovraccarico.

– Il quadro normativo sta ponendo le basi per il futuro sviluppo della tecnologia e si pone obiettivi molto ambiziosi di penetrazione dell’idrogeno nei consumi energetici. Cosa ci aspetta nei prossimi anni?

Le aspettative sull’idrogeno come vettore energetico che permetterà di decarbonizzare i consumi energetici sono molto alte. Le Direttive europee hanno definito specifici obiettivi sull’idrogeno rinnovabile e, da prime stime, questi obblighi porterebbero in Italia a consumi di circa 250.000 t/anno al 2030.

In Italia un primo avvio al settore è stato dato con il PNRR e i bandi della Missione 2, Componente 2, come i progetti delle Hydrogen Valleys, anche se alcune riforme e investimenti sono ancora in stallo. Una decisa accelerata al settore arriverà con il Decreto che definisce gli incentivi tariffari per la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio. Dalla bozza sembra che si andrà verso una forma di incentivo come Contratto per differenza a due vie, che avrà una durata di 10 anni e potrà avere un valore massimo di 5 €/Kg (dipendente da taglia e tipo di idrogeno). I contingenti per adesso sono stabiliti fino al 2027 e saranno assegnati con procedure d’asta.

Ma esistono anche strumenti per impiegare l’idrogeno senza effettuare investimenti tecnologici, come le Garanzie d’Origine (GO). Grazie al Decreto sulle GO di luglio 2023 sarà possibile impiegare “virtualmente” gas verdi come l’idrogeno. Infatti, il consumo di idrogeno prelevato dalla rete del gas naturale può essere attestato con le GO, che certificano, appunto, l’origine rinnovabile dell’idrogeno.

Sono quindi stati messi a disposizione delle imprese diversi strumenti sia incentivali su capex e opex che di mercato, in modo da venire incontro alle diverse esigenze delle imprese. Se le grandi imprese potrebbero prediligere investimenti strutturali mirati a produrre idrogeno per l’autoconsumo, le PMI potrebbero scegliere di raggiungere la decarbonizzazione con le GO. Sicuramente saranno fondamentali chiarezza normativa e facilità di accesso ai fondi, oltre che la certezza delle tempistiche sull’erogazione degli incentivi, per non mettere a rischio gli investimenti.

Idrogeno blu

– Quali soluzioni che sfruttano l’idrogeno proponete sul mercato? Quali le peculiarità?

Nel settore marino, CGT propone ai suoi clienti la possibilità di utilizzare fuel cells per la generazione elettrica di bordo.
Nel mondo della generazione distribuita, CGT propone soluzioni di utilizzo dell’idrogeno con sistemi di cogenerazione di energia elettrica e termica basati su motori a combustione interna già idonei per blend gas naturale / idrogeno fino al 100% di idrogeno.
È in grado di fornire impianti di cogenerazione ottimizzati per l’uso dell’idrogeno di diverse taglie, con potenze installate a partire da 100 kWe fino a 4,3 MWe, e rendimenti complessivi fino all’85%.
La cogenerazione giocherà un ruolo fondamentale nello sviluppo del mercato dell’idrogeno nel nostro Paese, essendo una tecnologia flessibile già pronta ad accogliere idrogeno al 100%. Sono diverse le caratteristiche peculiari della cogenerazione che la attestano tra le migliori soluzioni per l’utilizzo dell’idrogeno verde:

  • è tra le tecnologie che garantiscono il miglior sfruttamento del combustibile grazie a risparmi di energia primaria fino al 30%;
  • è una tecnologia di generazione distribuita già presente in vari settori hard-to-abate, supportandoli con un importante risparmio economico sull’approvvigionamento energetico;
  • è una tecnologia pronta ad accogliere idrogeno a percentuali variabili garantendo la flessibilità di approvvigionamento, utilizzando idrogeno in percentuali variabili e crescenti man mano che sarà disponibile.

CGT ha in corso collaborazioni con importanti OEM al fine di coprire con soluzioni integrate l’intera filiera di produzione ed utilizzo efficiente di idrogeno verde.