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Nel suo blog, Viessmann fa notare che il solare termico è una delle migliori tecnologie per la decarbonizzazione aziendale, poiché riduce le emissioni di CO₂, l’inquinamento e migliora l’efficienza energetica sfruttando fonti rinnovabili. In ogni impresa che utilizza calore, sia per il riscaldamento dell’acqua che per processi produttivi, questa tecnologia consente di abbattere i costi energetici e ottimizzare la gestione operativa. Inoltre, grazie agli incentivi come il Conto Termico e Industria 5.0, il ritorno sull’investimento può essere molto rapido, paragonabile a quello di un impianto fotovoltaico. Per questi motivi, aziende di teleriscaldamento, strutture ricettive e imprese produttive dovrebbero considerare l’installazione di impianti solari termici.
Come funziona il solare termico?
Un impianto solare termico trasforma la luce solare in calore grazie a collettori installati sui tetti che, contenendo un fluido termovettore, si riscaldano al sole e trasferiscono il calore a un serbatoio per riscaldare l’acqua. Diversamente dai pannelli fotovoltaici, che producono elettricità, questi impianti forniscono calore utile per acqua sanitaria e riscaldamento ambientale.
Il sistema si compone di tre elementi fondamentali: i collettori, il serbatoio di accumulo e il circuito di distribuzione, che, in versioni avanzate, integra pompe e controlli elettronici per ottimizzare l’efficienza e ridurre i costi operativi.
In sintesi, gli impianti solari termici rappresentano una soluzione sostenibile ed economica per ridurre i costi energetici e l’impatto ambientale, sfruttando un’energia rinnovabile e inesauribile.
Solare termico per il riscaldamento e teleriscaldamento
Negli impianti di teleriscaldamento il solare termico viene usato per preriscaldare l’acqua, migliorando le prestazioni energetiche e riducendo i costi. Sfruttando il calore gratuito del sole, aumenta la quota di energia rinnovabile, permettendo di rispettare i requisiti del “teleriscaldamento efficiente” del Decreto legislativo 102/2014 (almeno 50% di energia rinnovabile o calore di scarto, 75% da cogenerazione ad alto rendimento o combinazioni equivalenti). La Direttiva UE 2023/1791, in vigore da ottobre 2023 e da recepire entro il 2025, fissa obiettivi sempre più ambiziosi per il teleriscaldamento a partire dal 2028, con l’obiettivo di produrre calore esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2050. Inoltre, il teleriscaldamento efficiente contribuisce al raggiungimento delle quote minime di energie rinnovabili e dei risparmi energetici obbligatori, supportato dal PNRR, che ha stanziato 200 milioni di euro per la realizzazione e l’estensione di tali reti.
Solare termico in azienda per i processi produttivi
Nelle aziende manifatturiere, gli impianti solari termici producono acqua calda sanitaria e supportano il riscaldamento e i processi produttivi, preriscaldando l’acqua in ingresso alle caldaie o generatori di vapore. Ad esempio, nell’industria agroalimentare e vinicola, che richiede abbondante acqua calda per il lavaggio delle attrezzature, i pannelli solari possono raggiungere fino a 80°C nei mesi estivi, garantendo operazioni gratuite e sostenibili.
Solare termico per le strutture ricettive
Le strutture ricettive (hotel, agriturismi, stabilimenti termali, centri benessere, piscine e centri sportivi) hanno un alto fabbisogno di acqua calda sanitaria. Ad esempio, negli hotel i consumi per produrre acqua calda superano spesso quelli per il riscaldamento, poiché la domanda è costante tutto l’anno, con picchi in alta stagione. Ridurre questi consumi è essenziale per abbattere i costi di gestione, e il solare termico rappresenta la soluzione più conveniente, coprendo gratuitamente fino al 50% del fabbisogno annuo.
Incentivi solare termico per aziende: Industria 5.0
Le imprese che investono in rinnovabili elettriche (escluse le biomasse) possono accedere al credito di imposta di Industria 5.0, a condizione che tali investimenti siano trainati da beni riconosciuti da Industria 4.0. Per le rinnovabili termiche, il Decreto interministeriale del 24 luglio 2024 non escludeva esplicitamente il solare termico, creando dubbi interpretativi. Tuttavia, una FAQ del 2 novembre 2024 del MITE/GSE ha chiarito che la produzione di calore da impianto solare termico, se destinato interamente al processo produttivo, rientra negli interventi di decarbonizzazione e beneficia dell’incentivo. Questo apre nuove possibilità per abbattere i costi e rende il solare termico una soluzione vantaggiosa per le imprese.
Incentivi solare termico per aziende: Conto Termico
Il Conto Termico è un incentivo statale che promuove l’efficienza e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (incluso il solare termico fino a 2.500 m² di collettori) in edifici dotati di impianto di riscaldamento. È accessibile a imprese, privati e PA e prevede un rimborso diretto dal GSE, variabile in base alle caratteristiche dell’impianto e alla zona climatica, fino al 65% delle spese sostenute.
Ritorno dell’investimento impianto solare termico: un esempio concreto
Per chi si stesse chiedendo qual è il tempo necessario per rientrare dall’investimento in un impianto solare termico di taglia “aziendale”, diciamo subito che si tratta di pochi anni anche in assenza di agevolazioni, ma che sfruttando gli incentivi di cui abbiamo parlato poco sopra (Industria 5.0 e Conto Termico) si riduce ulteriormente.
Vediamolo con un esempio concreto.
Analizziamo il caso di un’azienda in Sicilia in provincia di Messina, dove il solare termico presenta un ottimo rendimento grazie alla latitudine favorevole, che installa 100 metri quadri di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e per il preriscaldo dell’acqua di reintegro della caldaia a vapore.
A fronte di circa 721.000 kWh di consumi energetici annui per produrre acqua calda, l’impianto solare termico riesce a generare 103.000 kWh (considerando una produzione di 1.024 kWh per metro quadro di pannelli). Si risparmiano in questo modo circa 13.450 metri cubi di gas/anno che, con un costo del gas metano pari a 0,65 euro/metro cubo (Iva esclusa), determinano un risparmio economico pari a circa 8.780 euro l’anno. In questo modo, senza sfruttare incentivi l’ammortamento del costo dell’impianto (la cifra orientativa per 100 mq di pannelli oggi è pari a 63.150 euro oltre Iva) avviene in 7,2 anni. Con le attuali fluttuazioni al rialzo del costo del gas, arrivato a 0,75/0,80 euro/metro cubo, i tempi di ritorno dell’investimento si riducono ulteriormente.
Cosa succede sfruttando il Conto termico? Ottenendo un rimborso di circa 4.200 euro l’anno per 5 anni (il 33% della spesa) il rientro completo dell’investimento avviene dopo soli 5 anni. Accedendo invece al credito d’imposta di Industria 5.0, ipotizzando un’aliquota di detrazione del 40%, il tempo di rientro per l’impianto solare termico si riduce a poco più di 4 anni.
Esiste infine la possibilità di cumulo tra i due incentivi che apre possibilità di risparmio ancora più interessanti e tempi di ritorno ancora più brevi, fermo restando l’obbligo di non superare determinate percentuali del valore dell’incentivo complessivo cumulato sulla spesa.