Venerdì 12 luglio è entrato in vigore il Dpr 74/2013, un documento che contiene numerose novità in materia di manutenzione degli impianti termici. Nel dettaglio vengono specificate le regole per quanto riguarda l’ispezione e la gestione degli impianti per la climatizzazione.
Tra le prime sostanziali regolamentazioni introdotte, la modifica dei parametri relativi alla frequenza dei controlli, per quanto riguarda la maggior parte degli impianti, cioè quelli al di sotto dei 100 kW. In questo caso, invece di una manutenzione periodica su base annua, sarà necessario ripartire i controlli con cadenza biennale o quadriennale, in funzione dell’effettiva potenza e dal tipo di alimentazione. In questo caso la normativa si adegua a quanto prescritto a livello europeo, anche per quanto riguarda le temperature d’esercizio degli impianti.
Di fatto, per il riscaldamento, non potranno essere superati i 18°C per quanto riguarda gli ambienti industriali e artigianali. Per tutti gli altri ambienti il limite è impostato a 20°C. In entrambi gli scenari è prevista una tolleranza di +2°C.
In questo senso, la direttiva sottolinea quanto già espresso nell’ordinamento nazionale in vigore. Diversa è, invece, la regolamentazione per la climatizzazione estiva, con parametri di temperatura che non devono scendere sotto i 26°C (è prevista una tolleranza di -2°C).
In aggiunta, saranno applicate specifiche modalità per il periodo di accensione degli impianti, in funzione della zona climatica e dei principali parametri meteorologici. La gestione degli impianti prevede particolari requisiti per i responsabili degli impianti termici. In particolare, per le centrali di potenza superiore ai 350 kWm, è necessaria un’apposita certificazione UNI EN ISO 9001.
Scattano inoltre specifici controlli e ispezioni, previsti per gli impianti di climatizzazione invernale sopra i 10 kW e per quelli di climatizzazione estiva sopra i 12 kW.