Un recente rapporto di Navigant Research rivela che la potenza installata dalle pompe di calore geotermiche potrebbe arrivare a 127,4 GWt entro il 2020.
Le pompe di calore geotermiche sono diffuse in quasi in tutto il mondo in ambienti residenziali, commerciali, istituzionali e industriali.
Occorre però precisare che il mercato delle pompe di calore geotermiche ha subito una battuta d’arresto negli ultimi anni: a causa della recessione economica, infatti, la realizzazione di nuovi impianti ha subito un rallentamento e si è altresì ridotta la capacità degli sviluppatori di acquisire capitale per realizzare prodotti di fascia alta.
Il settore necessita dunque di un supporto per poter essere implementato, poiché il costo di installazione del sistema è ancora elevato.
Nonostante ciò, il report di Navigant Research, esaminando le opportunità del mercato globale per le pompe di calore geotermiche, stimando quale potrebbe essere la domanda, analizzando le tecnologie esistenti ed emergenti, studiando il quadro normativo e le caratteristiche dei principali attori del settore, dipinge un quadro positivo e ottimista per il futuro.
La ricerca risulterà senz’ombra di dubbio utile ai produttori di pompe di calore geotermiche, ai proprietari e gestori di edifici residenziali, commerciali e pubblici, agli architetti, ingegneri e installatori, oltre naturalmente alle agenzie governative, le Associazioni di settore e le Comunità degli investitori.
Il Governo britannico ha deciso di aumentare gli incentivi per l’installazione delle pompe di calore geotermiche ad aria e per le caldaie a biomasse nell’ambito del Renewable Heat Incentive (RHI).
Il Dipartimento dell’Energia e i Cambiamenti Climatici (DECC) ha reso noto le quote previste per gli incentivi alle pompe di calore: 7,3 p/kWh per quelle ad aria, 18,8 p/kWh per le pompe di calore geotermiche, 12,2 p/kWh per le caldaie a biomassa mentre i sistemi solari termici riceveranno 19,2 p/kWh.
Gli impianti che potranno beneficiare degli incentivi saranno quelli progettati in modo da compensare la differenza tra il costo dell’installazione e della messa in funzione di sistemi di riscaldamento alimentati da fonti rinnovabili che sostituiscono i dispositivi alimentati da fonti fossili e quindi inquinanti.
Il ministro per il cambiamento climatico Greg Barker ha così dichiarato: “Investire nel lungo termine in nuove tecnologie di calore rinnovabili significa più energia pulita e bollette più economiche Quindi questo pacchetto di misure è un grande passo in avanti nel nostro sforzo per ottenere un sistema innovativo per il riscaldamento da fonti rinnovabili nelle nostre case”.
Si stima che le modifiche dello schema RHI possano essere attive a partire dalla prossima primavera e potrebbero rappresentare un contributo valido sia nella riduzione di emissioni di carbonio, sia in quella dei costi delle bollette.